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Lecco, mercoledì 15 / 22 / 29 aprile 2015

Tre incontri per sei conferenze su vita e opere dell’Abate Stoppani.

Nel quadro dell’iniziativa dell’associazione culturale “Appello per Lecco” per il restauro al Monumento a Stoppani in Lecco, sei conferenze dedicate all’Abate Stoppani, seguite con partecipazione da un folto pubblico.

Pre­sen­ta­zione della Redazione.
In Lecco, nel mese di aprile del 2015, in tre mer­co­ledì suc­ces­sivi – il 15, il 22 e il 29 – e in tre luo­ghi di­versi della vita cit­ta­dina (Sede della Con­fin­du­stria, Pa­lazzo Falck Con­f­com­mer­cio, Pa­lazzo delle Paure) – si è te­nuto un ci­clo di con­fe­renze sulla vita e sull’opera dell’Abate Stoppani.

L’iniziativa era parte dell’azione svi­lup­pata per il re­stauro del Mo­nu­mento a Stop­pani in Lecco, pro­mosso dall’associazione “Ap­pello per Lecco”, con il con­tri­buto di cit­ta­dini e im­prese del territorio.

Al no­stro Cen­tro Studi Abate Stop­pani era stato pro­po­sto (da parte di Cor­rado Val­sec­chi, por­ta­voce di “Ap­pello per Lecco”) di te­nere al­cune re­la­zioni sulle sei pre­vi­ste. Pur non avendo avuto in pre­ce­denza al­cun con­tatto con l’associazione cul­tu­rale lec­chese, ab­biamo ac­cet­tato di buon grado sia come con­tri­buto alla lo­de­vole opera di re­stauro del Mo­nu­mento a Stop­pani sia come mo­mento della no­stra at­ti­vità di ri­cerca sulla vita e l’opera del sa­cer­dote-scien­ziato lecchese.

Il pro­mo­tore dell’iniziativa ha ri­te­nuto di po­tersi af­fi­dare alla no­stra com­pe­tenza an­che di co­mu­ni­ca­tori per ela­bo­rare il ma­ni­fe­sto e i pie­ghe­voli di pre­sen­ta­zione (vedi a lato, an­che per il pdf) – non­ché di ge­stire di­ret­ta­mente i rap­porti con gli spon­sor (ac­qui­siti da “Ap­pello per Lecco”) per tutti gli aspetti della loro im­ma­gine su­gli stru­menti di comunicazione.

Da parte no­stra ab­biamo pro­gram­mato due no­stre relazioni:
«L’Abate Stop­pani e la geo­lo­gia come con­sa­pe­vo­lezza na­zio­nale»;
«L’Abate Stop­pani alla ri­cerca dei pe­troli d’Italia».
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Ab­biamo inol­tre chie­sto al pro­fes­sor Sa­muele Ta­dini del Cen­tro In­ter­na­zio­nale di Studi Ro­smi­niani di Stresa di pro­gram­mare un suo in­ter­vento («A. Ro­smini e l’unità delle scienze») e a don Elio Gen­tili, di­ret­tore del Mu­seo di Scienze Na­tu­rali del Se­mi­na­rio di Ve­ne­gono di il­lu­strare il senso e il va­lore dell’apprezzatissimo la­voro svolto dal Se­mi­na­rio nel nome di Stoppani.
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In­fine, per ren­dere più ca­pil­lare la co­no­scenza pub­blica sull’iniziativa, la no­stra se­zione “Re­la­zioni Pub­bli­che” ha svolto un’ampia azione di co­mu­ni­ca­zione di­retta ri­volta a ol­tre 400 de­sti­na­tari com­pren­denti strut­ture isti­tu­zio­nali, la rete sco­la­stica del ter­ri­to­rio, strut­ture col­let­tive imprenditoriali.

I tre in­con­tri e il ven­ta­glio delle sei con­fe­renze. Ogni in­con­tro ha re­gi­strato una for­tis­sima af­fluenza di pub­blico, re­gi­strando sem­pre spet­ta­tori in piedi. Alla base di que­sto in­te­resse per un fi­gura che ha ope­rato 150 anni fa stanno la sua forte ori­gi­na­lità in­tel­let­tuale e il fa­scino della sua comunicazione.

Ma so­prat­tutto l’attualità dei temi su cui si im­pe­gnò senza ri­serve. L’Abate in­fatti fu, per un ven­ten­nio (e in­sieme a uo­mini come Quin­tino Sella, Fran­ce­sco Brio­schi, Giu­seppe Co­lombo) im­pe­gnato su im­por­tanti pro­blemi strut­tu­rali del nuovo Re­gno d’Italia.
Le sue so­lu­zioni, e in par­ti­co­lare la sua vi­sione di in­sieme sui grandi pro­blemi della vita del globo, ne fanno an­cora oggi un ele­mento di con­fronto e di ispirazione.

Nel corso di ogni in­con­tro due con­fe­ren­zieri hanno pre­sen­tato aspetti im­por­tanti della sto­ria per­so­nale e del pen­siero dell’illustre sa­cer­dote-scien­ziato lec­chese. (per una sin­tesi vedi il PIEGHEVOLE e il MANIFESTO, stam­pati e dif­fusi da­gli or­ganz­za­tori per pro­muo­vere l’iniziativa, con­ce­piti, re­datti e rea­liz­zati dal no­stro Cen­tro Studi).

Gli ar­go­menti delle conferenze.

15 aprile 2015 «I volti e i percorsi dell’Abate Stoppani»

1. «La fi­gura di A. Stop­pani nell’arte di Mi­chele Vedani»
Ti­ziana Rota (Pre­si­dente As­so­cia­zione Amici dei Mu­sei del ter­ri­to­rio lecchese).
Ha pre­sen­tato la sto­ria del Mo­nu­mento a Stop­pani in Lecco, con ap­pro­fon­di­menti sullo scul­tore Mi­chele Ve­dani, au­tore della sta­tua in bronzo (il ba­sa­mento venne pro­get­tato dall’architetto Mino Fiocchi).

2. «Su­gli iti­ne­rari geo­lo­gici e na­tu­ra­li­stici di A. Stoppani»
An­ni­bale Rota (Past Pre­si­dent CAI Lecco – Se­zione “Ric­cardo Cassin”).
Ha il­lu­strato una se­le­zione di iti­ne­rari geo­lo­gici e pa­leon­to­lo­gici le­gati all’attività di ri­cer­ca­tore di Stop­pani, con­dotta sulle mon­ta­gne del ter­ri­to­rio di Lecco.

22 aprile 2015 «L’Abate Stoppani e la cultura universale»

3. «A. Stop­pani tra scienza, di­vul­ga­zione e museologia»
Gian Luigi Daccò (Me­die­va­li­sta e mu­seo­logo, già di­ret­tore del Mu­seo Man­zoni di Lecco).
An­to­nio Stop­pani, ri­co­no­sciuto per i suoi de­ci­sivi con­tri­buti alla de­fi­ni­zione della geo­lo­gia come scienza si­ste­ma­tica, è stato molto at­tivo an­che nel con­net­tere ri­cerca, di­dat­tica, di­vul­ga­zione e mu­seo­lo­gia in un solo in­sieme co­no­sci­tivo aperto a tutti gli strati sociali.

4. «Una scienza per tutti: geo­lo­gia come consapevolezza»
Fa­bio Stop­pani (Pre­si­dente Cen­tro Studi Abate Stoppani).
Alla scala in­ter­na­zio­nale l’Abate Stop­pani è stato il primo geo­logo a de­fi­nire “An­tro­po­cene“ l’attuale epoca geo­lo­gica. Con ogni mezzo si è at­ti­vato per­ché tutti – donne e uo­mini, gio­vani e vec­chi, ric­chi e di mo­de­ste con­di­zioni – fos­sero con­sa­pe­voli di quanto sia im­por­tante co­no­scere e ri­spet­tare la na­tura, an­ti­ci­pando molti dei temi del di­bat­tito at­tuale. [vedi QUI le ta­vole della presentazione]

29 aprile 2015 «L’Abate Stoppani e l’energia per l’Italia»

5. «Alla sco­perta dei Pe­troli d’Italia»
(Fa­bio Stop­pani, Pre­si­dente Cen­tro Studi Abate Stoppani).
L’Abate Stop­pani si de­dicò in­ten­sa­mente, per vent’anni, all’individuare in Ita­lia le ma­te­rie ener­ge­ti­che per l’industria della nuova Ita­lia. In par­ti­co­lare si oc­cupò del pe­tro­lio: ne de­finì per primo l’origine abio­tica; operò come con­su­lente sul campo; ri­schiò come im­pren­di­tore; ne fece og­getto di una co­stante co­mu­ni­ca­zione so­ciale. Dalla sua azione – an­che cri­tica delle va­rie ‘ra­gion di Stato’ – la spinta a in­di­vi­duare nuove so­lu­zioni per i pro­blemi ener­ge­tici della no­stra Ita­lia. [vedi QUI ta­vole e te­sto della pre­sen­ta­zione]

6. «An­to­nio Ro­smini e l’unità delle scienze»
(Sa­muele Fran­ce­sco Ta­dini, Cen­tro In­ter­na­zio­nale di Studi Ro­smi­niani – Stresa).
L’Abate Stop­pani ri­tenne che il ro­smi­niano “si­stema della ve­rità” avrebbe con­sen­tito la per­fetta coo­pe­ra­zione tra scienza e fede. Pose a base della pro­pria at­ti­vità scien­ti­fica e di co­mu­ni­ca­zione la li­bertà dell’indagine e la con­ci­lia­zione delle di­verse opi­nioni. Nel suo ruolo di at­tivo pro­ta­go­ni­sta nell’uso delle ri­sorse della na­tura, si basò sem­pre, con estrema fer­mezza, sul po­stu­lato dell’unità delle scienze, so­ste­nuto da An­to­nio Ro­smini. [vedi qui il te­sto della pre­sen­ta­zione]

In que­sto ul­timo in­con­tro del 29 aprile ha preso la pa­rola per un in­te­res­sante e ap­prez­za­tis­simo sa­luto, l’acuto sa­cer­dote e fi­lo­sofo della na­tura don Elio Gen­tili, dal 1960 Di­ret­tore del no­te­vole Mu­seo di Scienze Na­tu­rali del Se­mi­na­rio di Ve­ne­gono (Va­rese) in­ti­to­lato all’Abate Stoppani.
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L’architetto Elena Bian­chi, re­spon­sa­bile dei la­vori, ha in­vece svolto una esau­stiva re­la­zione sul re­stauro al Mo­nu­mento a Stop­pani in Lecco.

Bi­lan­cio dell’iniziativa. Sui tre in­con­tri dell‘aprile 2015, svi­lup­pa­tisi con le sei con­fe­renze so­pra pre­sen­tate, il bi­lan­cio è stato si­cu­ra­mente molto po­si­tivo per vari motivi.

Vi è stato un im­pe­gno se­rio per fare del nome dell’Abate Stop­pani un con­te­ni­tore di con­te­nuti cul­tu­rali (va­lidi an­che per il no­stro oggi) e non una sem­plice icona da ri­cor­dare giu­sto nell’occasione del restauro.
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Si è re­gi­strata una par­te­ci­pa­zione all’iniziativa molto vi­vace e an­che nu­me­ri­ca­mente ri­le­vante. Ciò è do­vuto cer­ta­mente alle ca­pa­cità or­ga­niz­za­tive e alla fi­sio­no­mia proat­tiva de­gli or­ga­niz­za­tori – in primo luogo l’associazione “Ap­pello per Lecco”.
Ma al­tret­tanto si­cu­ra­mente alla con­sa­pe­vo­lezza dif­fusa che la me­mo­ria col­let­tiva della città co­sti­tui­sce un pa­tri­mo­nio cui at­tin­gere con pro­fitto an­che per de­li­neare le pro­spet­tive della vita futura.
Sotto que­sto pro­filo, da parte no­stra vi è stato il con­sa­pe­vole in­tento di at­tua­liz­zare la fi­gura dell’Abate Stop­pani. Met­tendo cioè in luce que­gli aspetti della sua azione – teo­rica e or­ga­niz­za­tiva – che hanno un evi­dente ri­fe­ri­mento ai pro­blemi dei no­stri giorni.
In primo luogo af­fer­mando il con­cetto di co­no­scenza scien­ti­fica come aspetto del pa­tri­mo­nio cul­tu­rale di base, al di fuori delle spe­cia­liz­za­zioni e del li­vello di istru­zione dei cit­ta­dini. In se­condo luogo l’idea che il pro­gresso tec­no­lo­gico ha senso in quanto si ar­mo­nizza con l’intero uni­verso dei bi­so­gni collettivi.
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L’iniziativa pro­mossa e or­ga­niz­zata da Ap­pello per Lecco ha messo in evi­denza quante po­si­tive si­ner­gie pos­sono de­ter­mi­narsi tra le di­verse com­po­nenti della col­let­ti­vità. In que­sto caso, il co­stante ri­chiamo di “Ap­pello per Lecco” alla ne­ces­sità di rin­no­vare strut­tu­ral­mente i mo­nu­menti cit­ta­dini (la sta­tua di San Ni­colò, il Mo­nu­mento a Stop­pani, il Mo­nu­mento a Man­zoni) si è fe­li­ce­mente in­con­trato con la no­stra at­ti­vità di riat­tua­liz­za­zione delle fi­gure di Stop­pani e (sep­pure li­mi­ta­ta­mente alla sua fase gio­va­nile-lec­chese) di Manzoni.
L’unione delle due com­po­nenti ha pro­dotto un ot­timo ri­sul­tato sia per il de­coro ur­bano, che stava a cuore ad “Ap­pello per Lecco”, sia per i no­stri obiet­tivi di di­vul­ga­zione della fi­gura e dell’opera dell’Abate Stop­pani. E ciò gra­zie al clima di ri­spetto delle re­ci­pro­che com­pe­tenze e ruoli.

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Sui rap­porti tra l’associazione “Ap­pello per Lecco” e Cen­tro Studi Abate Stoppani

È op­por­tuno se­gna­lare che la buona in­tesa, de­ter­mi­na­tasi nell’organizzazione delle con­fe­renze dell’aprile 2015, tra “Ap­pello per Lecco” e il no­stro Cen­tro Studi Abate Stop­pani, è ve­nuta meno po­chi mesi dopo.

Alla base, il no­stro netto dis­senso sulla ri­co­stru­zione sto­rica, fatta pro­pria da “Ap­pello per Lecco” e dal Co­mune, della vi­cenda che portò nel 1891 alla rea­liz­za­zione del Mo­nu­mento a Man­zoni. A no­stro più che fon­dato pa­rere tale ri­co­stru­zione era – ed è – de­for­mante della fi­sio­no­mia po­li­tico-cul­tu­rale dell’Abate Stop­pani non­ché di quella parte della città (la mag­gio­ranza) che lo se­guì nella rea­liz­za­zione del Monumento.
Come si può com­pren­dere il dis­senso non è di tipo ac­ca­de­mico ma in­ve­ste il ruolo della cul­tura nella no­stra so­cietà. [Su que­sta vi­cenda vedi le no­stre va­lu­ta­zioni QUI]

Con­sta­tata la vo­lontà da parte di Ap­pello per Lecco (in evi­dente ed esclu­sivo os­se­quio a re­la­zioni po­li­tico-per­so­nali) non solo di so­ste­nere una po­si­zione in­di­fen­di­bile sotto ogni pro­filo cul­tu­rale ma an­che di sot­trarsi a ogni con­fronto di­retto nel me­rito, il no­stro Cen­tro Studi Abate Stop­pani ha de­ter­mi­nato di in­ter­rom­pere con que­sta as­so­cia­zione ogni forma di col­la­bo­ra­zione a par­tire dal no­vem­bre 2015.

Fa­bio Stop­pani – Presidente
Cen­tro Studi Abate Stoppani