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Sa­bato 12 gen­naio 2019

Lecco, 20 ot­to­bre 2018 / 20 gen­naio 2019

Chi ha realmente visitato la mostra «Ottocento Lombardo»?

• Quanti sono stati i visitatori alla mostra?
• Tra loro, quanti i lecchesi e quanti i turisti?
• Quali sono stati gli afflussi per giorno della settimana e per orario?

A queste domande, da Ammnistrazione e organizzatori fino a ora solo chiacchiere e nessun dato verificabile.

Premessa

Di seguito riprendiamo una nostra lettera a Gianfranco Colombo (giornalista di “La Provincia di Lecco”) su un suo articolo del 10 gennaio/19, a commento del programma espositivo del Comune per il 2019 presentato mercoledì 9 gennaio 2019 a Palazzo delle Paure dall’Assessore alla Cultura Simona Piazza e da Sanvito, organizzatore della mostra «Ottocento Lombardo».

Preso atto dello scarso afflusso dei visitatori, dai relatori un giudizio scarica barile: è la cittadinanza lecchese che non avrebbe saputo cogliere la qualità dell’evento; è il corpo docenti della città che non ne avrebbe colto la dimensione didattica.

La Provincia di Lecco
Gianfranco Colombo

Milano: 12 gennaio 2019
Oggetto: Dare informazioni; smascherare le chiacchiere.

Gentile Colombo,
come Lei sa il nostro Centro Studi segue sempre con piacere i Suoi articoli per il loro taglio informato, grazie al quale apprendiamo del territorio lariano cose sempre interessanti e utili.

Ci siamo trovati quindi un po’ spiazzati per l’articolo «Le mostre piacciono ma solo ai turisti» da Lei curato e uscito su “La Provincia di Lecco” del 10-01-19.

Nell’articolo Lei riprende una serie di considerazioni su due mostre svoltesi a Palazzo delle Paure («Robert Doisneau», giugno-settembre18 / e «Ottocento Lombardo», ottobre18/gennaio19), riprendendo dati forniti il 9-01-19 dall’Assessore alla Cultura Simona Piazza e da Fabio Sanvito (direttore della società milanese ViDi Srl), nel corso di un pubblico bilancio dell’attività espositiva nel 2018, demandata in toto dal Comune alla stessa ViDi Srl.

Riprendendo queste fonti, Lei segnala che le due iniziative complessivamente hanno avuto 6.000 visitatori ciascuna ma che

a. sono piaciute “solo ai turisti”;
b. verso di esse i lecchesi sono rimasti “freddi;
c. non è stata colta neppure “la dimensione didattica delle mostre” ed è quindi “mancata la frequentazione delle scuole, che si spera possa esserci per il futuro”.

Non bisogna essere maliziosi per comprendere che dietro le Sue misurate parole viene esposta la radiografia di un evidente fallimento delle due mostre e riportato un giudizio estremamente negativo nei confronti della cittadinanza lecchese nel suo complesso.

Questa infatti (secondo l’Assessore Piazza e Sanvito) “non avrebbe compreso l’importanza delle mostre”, colta invece dai visitatori di fuori città.
Mentre i dirigenti dei complessi educativi e i docenti degli oltre 5.000 studenti della città “non ne avrebbero colta la dimensione didattica”.

Se abbiamo compreso bene, la morale sarebbe: l’Assessore Piazza e gli organizzatori ViDi Srl sono stati tanto bravi nel proporre iniziative di alta cultura ma si sono scontrati con una insensibilità generalizzata in tutti gli strati della popolazione lecchese, docenti in testa.

Ci sembra di capire che né Piazza né Sanvito abbiano svolto alcuna considerazione di merito e si siano chiesti se dietro la “freddezza dei lecchesi” non vi fosse una qualche debolezza delle iniziative — forse qualcuno della stampa avrebbe potuto sollevare la questione.

Come rilevato anche dal Suo giornale il 16 novembre/18, sulla mostra «Ottocento Lombardo» il nostro Centro Studi il 13 novembre/18 ha svolto una dettagliata analisi sia sui clamorosi errori di comunicazione sia sulla inconsistenza della struttura concettuale della mostra, a nostro avviso del tutto avulsa dalla realtà lecchese.

Non bisogna esser geni per comprendere che a determinare la “freddezza” dei lecchesi vi è stata semplicemente l’incapacità da parte dell’Assessore Piazza e dell’organizzatore ViDi Srl di elaborare un progetto in cui i cittadini lecchesi potessero riconoscersi.
Quanto allo stile di promozione della mostra, si ricorda che sui pochi manifesti e volantini distribuiti mancava l’anno di svolgimento? e che i volantini erano scarti di stampa, anche ingannevoli?

Dobbiamo anche dire che — purtroppo — la stessa affermazione secondo cui le mostre “sarebbero piaciute ai turisti” è destituita da ogni fondamento.

Dai dati in possesso degli organizzatori possono infatti emergere in automatico due soli elementi:
la data e l’ora di emissione dei biglietti;
se il visitatore è anziano o meno.

L’Assessore Piazza e gli organizzatori della mostra NULLA HANNO PREDISPOSTO per conoscere la provenienza dei visitatori della mostra e in proposito NULLA SANNO, se non eventualmente qualche chiacchiera fatta al bar.
Qualunque cosa sia stato affermato su questo fronte è semplicemente una fandonia o, se Le piace di più il francese — UNA BALLA.

Su questo aspetto sfidiamo l’Assessore e la società VIDi Srl a smentirci sulla base di dati verificabili — se smentiti ci impegniamo a spargerci il capo di cenere e a piedi nudi davanti a Palazzo Bovara.

Li invitiamo invece a comportarsi seriamente fornendo dati che possono effettivamente mostrare, in relazione ai biglietti venduti:
totali
parziali per settimana, giorno e ora
distinta tra anziani e non
relativi incroci.

Parlare di “circa 6.000 biglietti per ognuna delle due mostre” è solo una presa in giro, tipica di chi pensa che i lecchesi siano dei non pensanti. Dal momento che ogni biglietto è registrato: diano i dati precisi e certificati come da legge.

Gentile Colombo,
sappiamo che non è Lei o il Suo giornale a gestire la cultura della città ma compito del giornalismo è anche di “sorvegliare” gli Amministratori e di esigere da loro trasparenza e serietà (gli anglosassoni dicono — giustamente — che la stampa è il “cane da guardia” della società).

Dia anche Lei una mano alla collettività: ponga da par Suo sul Suo giornale all’Assessore Piazza i quesiti da noi qui sopra accennati; esiga da loro una risposta (a noi l’Assessore Piazza non risponde nonostante due dei pochi biglietti venduti siano proprio i miei — turista, anziano. Ma sono pur sempre 16,00 Euro).

Cordiali saluti.
Fabio Stoppani
Centro Studi Abate Stoppani