Osservazioni critiche sulla adeguatezza didattica del docu-film «Alessandro Manzoni, milanese d’Europa – L’immagine della parola». Un film di Pino Farinotti. Regia di Andrea Bellati. Scritto da Angelo Stella e Pino Farinotti. Prodotto dal Centro Nazionale Studi Manzoniani, con il contributo di Fondazione Cariplo.
Parlato docu-film – I numeri tra [parentesi] si riferiscono ai fotogrammi sopra riportati.
Farinotti: [1] «Qui c’era la bottega di Gian Giacomo Mora. La sua povera bottega di barbiere, piena di tutti i suoi oggetti. Lui faceva il suo lavoro. Cercava di essere sereno, tranquillo, in una città che certo non lo era. Ed era ignaro della tragedia che lo aspettava.
[2] Milano, 1630, nel quadro della peste devastante descritta da Alessandro Manzoni nel suo romanzo, accadde uno dei fatti più tragici, crudeli e ingiusti della storia della città, e non solo, che si chiamò la Colonna Infame. Questa è la lapide, che venne posta accanto alla colonna infame.
[3] Alessandro Manzoni scrisse uno dei capitoli del romanzo dell’edizione del 1827, ma poi la tolse perché era troppo lunga e ritenne che andasse a scardinare gli equilibri drammaturgici del romanzo. Cercò di inserirla nell’edizione successiva del 1840. Ma anche lì non ci riuscì.
[4] E allora ne fece un racconto autonomo, nello stesso anno, che si chiama la Storia della Colonna Infame.»
Nostri commenti – Mentre Farinotti pronuncia le ultime parole, scorre sullo schermo un’immagine che ha [3] come primo e [4] come ultimo fotogramma. Guardando queste due immagini lo spettatore può essere indotto a ritenere di avere visto la copertina di un libro, intitolato “Storia della Colonna infame” ed edito da Sonzogno. Ascoltando le contestuali parole di Farinotti può inoltre dedurne che nel 1840 Manzoni pubblicò con l’editore Sonzogno un “racconto autonomo” dal titolo “Storia della Colonna Infame”.
È così? o si tratta di un possibile effetto cinematografico? Vediamo.
La copertina intera – Il docu-film ha scelto di mostrare allo spettatore quella che dovrebbe essere una copertina, dividendola in due pezzi [3] e [4], con uno scorrimento cinematografico dal basso verso l’alto. Ma nella realtà le due immagini mostrate dal docu-film non formano una copertina intera. Sono invece la parte inferiore di una copertina, di cui il docu-film ha scelto di non mostrare la parte superiore.
Il lettore si chiederà come possiamo essere così assertivi. È semplice! Siccome ci occupiamo di Manzoni non abbiamo avuto difficoltà a riconoscere la copertina intera, di cui il docu-film del CNSM ha voluto mostrare solo la parte inferiore.
Si tratta della copertina di un’edizione de «I promessi Sposi – Storia della Colonna Infame» pubblicata da Sonzogno nel 1941, caratterizzata per indicare solo nel retro di copertina la data di edizione – 1941 (Bibl. Naz. Braidense, inventario 000385016). D’altra parte, anche senza doversi recare alla Braidense di Milano, l’immagine di questa copertina è disponibile anche su Internet a questo indirizzo.
Riassumendo – Farinotti ci dice che nel 1840 Manzoni pubblicò un libro a sé, intitolato “Storia della Colonna Infame”. Contemporaneamente il docu-film ci mostra in due pezzi quella che potrebbe essere una copertina. Come biasimare quello spettatore che ritenga così di avere visto la copertina del libro che Farinotti dice essere stato pubblicato da Manzoni nel 1840 con il titolo “Storia della Colonna infame“.
Come abbiamo visto – invece – quelle mostrate nel docu-film sono solo le parti inferiori della copertina di una edizione di un secolo dopo (1941) che riprende esattamente l’edizione curata da Manzoni nel 1840, intitolata «I Promessi Sposi – Storia della Colonna infame».
Ciò che Manzoni non ha pubblicato. Chiarita la questione della copertina a pezzi/intera, affermiamo che:
1º. Mai Manzoni ha pubblicato, nel 1840 o poi, con Sonzogno o altri editori, un “racconto autonomo” dal titolo “Storia della Colonna Infame”;
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2º. Sonzogno, con quella copertina, ha stampato nel 1941 una riedizione integrale del libro «I Promessi Sposi – Storia della Colonna Infame», con i disegni di Gonin, quelli voluti da Manzoni.
In questo Episodio 3, il docu-film, il cui testo è stato scritto anche dal professor Stella, fa quindi riferimento a una pubblicazione di Manzoni che non risulta mai avvenuta.
Il “Domenicale” del Sole 24 Ore del 11-01-2014 aveva già segnalato questo orientamento del Centro Nazionale Studi Manzoniani (d’ora in poi CNSM) a trattare la «Storia della Colonna Infame» come sezione a sé, staccata dall’opera «I Promessi Sposi – Storia della Colonna Infame», di cui invece è parte organica conclusiva.
Commentando «I Promessi Sposi», edito nel 2013 dal CNSM, il Domenicale scriveva:
«Questa edizione del romanzo ha il pregio di radiografare magistralmente la lingua di Manzoni. Ha il difetto di non avere la Storia della Colonna infame e di dare solo qualche limitato esempio delle illustrazioni. Purtroppo la Colonna è stata pubblicata tempo fa, sempre dallo stesso Centro Manzoniano, in diverso e autonomo volume: come opera a parte; e senza le illustrazioni originarie, sostituite (inspiegabilmente) con quelle di Gaetano Previati, che nulla hanno a che fare con le vignette fortemente volute da Manzoni. L’errore sarà corretto, inserendo i due volumi in un cofanetto. Ci si accontenterà della toppa.»
Chiediamo al lettore di ricordare l’accenno alle “illustrazioni originarie volute da Manzoni”. Ne parleremo più avanti.
Ciò che Manzoni HA pubblicato nel 1840-1842 – Manzoni pubblicò tra il 1840 e il 1842 la nuova e ultima edizione del suo romanzo (l’edizione princeps), con il titolo «I Promessi Sposi / Storia milanese del secolo XVII / scoperta e rifatta / da / Alessandro Manzoni / Edizione riveduta dall’autore. – Storia / della / Colonna Infame / Inedita», stampata da Guglielmini e Redaelli. Questo il dato reale.
In [A] mostriamo la copertina dell’edizione princeps, quella del 1840-42, edita da Manzoni.
Vediamo di chiarire un paio di cose. Il racconto della “Colonna Infame” era stato da Manzoni previsto come “Appendice” (già allora, quindi, non come “racconto autonomo”) per l’edizione de «I Promessi Sposi» del 1827, dove però non venne inserito per ragioni di opportunità politica.
Nel 1840 volle che la vicenda della Colonna comparisse come parte organica e contestuale del libro «I Promessi Sposi – Storia della Colonna Infame», senza alcun elemento tipografico o artistico che evidenziasse un qualche “salto” narrativo o di contenuto (vedi [C]), e anche senza interruzione nella numerazione delle pagine (746, ultima pagina de “I Promessi” – 747, prima pagina della “Storia”).
Tra il 1825-1827 si era nel pieno dei processi ai congiurati del 1821 (principale imputato l’amico fraterno Confalonieri) e Manzoni sapeva perfettamente che la censura avrebbe sia bocciata la pubblicazione sia controllato i suoi movimenti con occhio più attento.
Nella “Storia della Colonna Infame” era troppo trasparente il collegamento tra le torture degli inquisitori contro gli innocenti e terrorizzati “untori” del 1630 e i metodi violenti della polizia giudiziaria austriaca del 1821 nella persecuzione di “eversori” che poco o nulla avevano fatto ma che erano spinti a “confessioni” senza riscontri reali (come fece ingenuamente Confalonieri). Nel 1825-1827 Manzoni sapeva che non avrebbe potuto difendere né il proprio lavoro n se stesso.
Nel 1840 invece ritenne di potere rischiare. Nel 1835 Confalonieri era stato graziato e, dopo un periodo di esilio negli Stati Uniti, era rientrato in Europa. Così come Cristina Trivulzio di Belgioioso, che era tornata in Italia dopo dieci anni di esilio a Parigi.
Il docu-film pare non tenere conto dei tanti contributi che sull’argomento ha prodotto negli anni il professor Salvatore Silvano Nigro, Consigliere del medesimo CNSM e stimato esperto delle vicende manzoniane.
Per tutti, e solo come esempio tra i tanti, ricordiamo il “Commento” a “I Promessi Sposi” (1827) (Mondadori, 2002, pag. LXVI):
«La Quarantana sembra una replica della Ventisettana. E non lo è. Si presenta ai lettori con una novità, che il frontespizio evidenzia: I Promessi Sposi … Edizione rivenuta dall’autore. Storia della Colonna infame. Inedita.
La Colonna infame è una nuova, inedita, regione del romanzo. A esso con-testuale. E da esso inseparabile. Tanto che la parola Fine, messa nell’ultima pagina dell’ultima dispensa, la include. E la rende indispensabile all’interezza del progetto narrativo.»
• PDF dell’Analisi critica
• indice dei venti episodi⇓