Osservazioni critiche sulla adeguatezza didattica del docu-film «Alessandro Manzoni, milanese d’Europa – L’immagine della parola». Un film di Pino Farinotti. Regia di Andrea Bellati. Scritto da Angelo Stella e Pino Farinotti. Prodotto dal Centro Nazionale Studi Manzoniani, con il contributo di Fondazione Cariplo.
Parlato del docu-film – I numeri tra [parentesi] si riferiscono ai fotogrammi sopra riportati.
Rossella Farinotti: «[1] Dalla prima edizione del 1827 fino all’edizione del 1840, la cosiddetta “Quarantana”, sono state realizzate circa sessanta edizioni illustrate, [2] senza l’autorizzazione di Alessandro Manzoni. [3] Dal 1840, dunque, Alessandro Manzoni inizia a seguire anche la parte dell’illustrazione dei Promessi Sposi. Quindi chiama degli autori, degli illustratori, disegnatori del tempo e li segue passo per passo durante [4] l’elaborazione iconografica. Alessandro Manzoni chiama [5] a interpretare i Promessi Sposi [6] l’illustratore e artista Francesco Gonin, che realizza più di 400 vignette [7] del romanzo. […]
Nostre osservazioni – Sì, il lettore ha inteso bene. Dopo avere ricordato (scene da [1] a [3]) il grande numero di edizioni “pirata” che seguirono all’uscita de “I Promessi Sposi” nel 1827, dalla scena [4] alla [7], Rossella Farinotti dice al nostro udito che «Manzoni chiama a interpretare i Promessi Sposi Francesco Gonin, che realizza più di 400 vignette del romanzo».
Ma per 15 secondi, davanti ai nostri occhi, vengono proposte quattro illustrazioni, che lo spettatore potrebbe legittimamente ritenere essere parte delle «più di 400 vignette» realizzate da Gonin, su incarico di Manzoni. È così?
Purtroppo no! Proprio al contrario, le quattro illustrazioni mostrate nel docu-film sono alcune delle dodici illustrazioni (prodotte dalla Litografia Ricordi), inserite come tavole fuori testo in vendite ‘pirata’ della ‘Ventisettana’.
Con vivo disappunto di Manzoni e non solo per ragioni economiche. Le immagini ‘pirata’, oltre che di modesta qualità artistica, erano infatti sul tono di quelle usate per i romanzi di Scott, da cui Manzoni intendeva differenziarsi nettamente (in proposito suggeriamo al lettore di consultare «Quale Manzoni? Vicende figurative dei Promessi Sposi», Milano, Il Saggiatore, 1985 di Fernando Mazzocca, anch’egli “ospite” del docu-film).
A scanso di equivoci riportiamo nella loro interezza le quattro stampe utilizzate da Ricordi per la vendita “pirata” del romanzo.
Va da sé che tali stampe nulla hanno a che vedere con le 405 illustrazioni che Manzoni elaborò con un grande impegno artistico ed economico per la seconda edizione del romanzo – la famosa Quarantana – pubblicata vent’anni dopo, tra il 1840 e il 1842.
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