Osservazioni critiche sulla adeguatezza didattica del docu-film «Alessandro Manzoni, milanese d’Europa – L’immagine della parola». Un film di Pino Farinotti. Regia di Andrea Bellati. Scritto da Angelo Stella e Pino Farinotti. Prodotto dal Centro Nazionale Studi Manzoniani, con il contributo di Fondazione Cariplo.
Parlato del docu-film – I numeri tra [parentesi] si riferiscono ai fotogrammi sopra riportati.
Farinotti: da [1] a [4] «È anche il momento delle grandi Istituzioni come la Scala, l’Accademia di Brera, la Biblioteca Braidense e la Cassa di Risparmio delle Provincie Lombarde. Prende forma il Catasto, che farà testo in Europa, e si sviluppano alcune delle prime ferrovie italiane. Alessandro Manzoni nasce dunque in un grande momento della città di Milano.»
Nostre osservazioni – Prima di mettere in luce le manifestazioni di un vero e proprio “marasma storico-cronologico” del docu-film del Centro Nazionale Studi Manzoniani (d’ora in poi CNSM), richiamiamo l’attenzione sulla confusione iconografica relativa alla Milano “degli anni attorno alla nascita di Manzoni” (1785), come appare dalle immagini del docu-film sopra riportate.
La [1] è fedele (seppure con un abbellimento prospettico dell’artista) nella ricostruzione temporale-ambientale.
La [2] molto meno. Il Cortile d’Onore del Palazzo di Brera era certo presente nei primi anni di Manzoni ma la foto usata riprende una situazione posteriore al 1859. Vi compare infatti l’ossequiente statua a Napoleone I / Marte Pacificatore, lì posta appunto in quell’anno, per compiacere Napoleone III, nostro alleato nella Seconda Guerra di Indipendenza (Napoleone I aveva ordinato che l’originale in marmo, portato a Parigi, venisse nascosto in qualche magazzino – “è troppo atletico”, disse, non senza spirito).
Le immagini [3] (foto di Brogi / Alinari, circa 1900) e [4] (foto di Giulio Rossi, circa 1885) sono invece completamente fuori luogo e fuorvianti.
Piazza della Scala, così come si vede nelle foto proposte, è stata creata nel 1859, demolendo i caseggiati che si trovavano tra il teatro e palazzo Marino (vedi nella foto a lato come era l’area prospiciente al Teatro alla Scala nel 1850).
Quando nacque Manzoni, e fino ai suoi 74 anni, piazza della Scala non esisteva.
E allora perché presentare quelle immagini, compiendo un vero e proprio “falso culturale”? Un docu-film (tanto più se pensato anche per le scuole) non può permettersi questi “incitamenti alla superficialità”.
In questi casi le soluzioni da adottare sono due: o si propongono stampe, disegni, quadri, ecc. che mostrino qual era la struttura della città a fine ’700; oppure si mostrano fotografie attuali, chiarendo ciò che deve essere chiarito. Cosa che il docu-film del CNSM non fa.
Ma veniamo al marasma storico-cronologico.
Rileggete le frasi pronunciate da Farinotti, sopra riportate: secondo il docu-film del CNSM, nel 1785 (nascita di Manzoni) in Italia erano attive “alcune delle prime ferrovie” e, insieme a Teatro alla Scala, Accademia di Brera, Biblioteca Braidense, era già bene avviata anche la Cassa di Risparmio delle Provincie Lombarde. Siamo certi che sia così? Vediamo.
1. Alla nascita di Manzoni erano attivi: l’Accademia di Belle Arti (1776); il Teatro alla Scala (1778); la Biblioteca Braidense (1786). Ma la “Cassa di Risparmio delle Provincie Lombarde”, di cui dice il docu-film, venne istituita nel 1890, quasi trent’anni dopo la morte di Manzoni. L’organismo cui forse si intendeva è la “Cassa di Risparmio di Milano”, istituita nel 1823 (quando Manzoni andava sui quarant’anni), emanazione della Commissione Centrale di Beneficenza del 1817, creata per “soccorrere gli indigenti”, e rimasta tale fino al 1860, quando si trasformò in “Casse di Risparmio delle Provincie di Lombardia”, per diventare nel 1890 “Cassa di Risparmio delle Provincie Lombarde”, la quale rimase in vita fino al 1980, con struttura e finalità del tutto diverse rispetto alle origini.
2. E le ferrovie? Il docu-film ci racconta di “alcune delle prime ferrovie” attive verso il 1785. Nella penisola italiana, il primo tratto ferroviario venne inaugurato il 3 ottobre 1839, tra Napoli e Portici. A Milano, si iniziò a parlarne solo nel 1835 e se ne ebbe un primo risultato (Milano-Monza) nel 1840, quindi mezzo secolo dopo di quanto suggeritoci dal docu-film del CNSM.
Ma allora, a quale periodo si riferisce il docu-film? Alla metà del ’700 o alla metà dell’800? Incuriositi da questa confusione, forse abbiamo trovato la fonte di ispirazione del CNSM. Su Internet.
Al https://it.wikipedia.org/wiki/Storia_di_Milano, si può leggere:
«Primo periodo austriaco e periodo napoleonico – Un periodo di vivaci riforme inizia intorno alla metà del secolo XVIII sotto il regno di Maria Teresa d’Austria (1740-1780) e prosegue con il regno di Giuseppe II d’Austria (1780-1790). In questo periodo Milano riprende ad avere un ruolo primario sia sul piano culturale (sensibilità e contributi verso l’Illuminismo) che su quello economico.
Svolgono ruoli importanti figure come Pietro Verri, Alessandro Verri, Cesare Beccaria, Paolo Frisi, Ruggero Boscovich, Giuseppe Parini e Giuseppe Piermarini. Vi sono diverse istituzioni attuali che sono state fondate o patrocinate dagli austriaci, nel primo o secondo periodo. [nostra sottolineatura]
Tra queste il Teatro alla Scala, le scuole e l’Accademia di Brera (ospitate in un convento confiscato ai Gesuiti), la Biblioteca Braidense (Maria Teresa la rese pubblica essendo prima privata), la Cassa di Risparmio delle Province Lombarde e varie altre importanti istituzioni tra cui l’Università (prima occorreva recarsi a Pavia).
Da segnalare il famoso Catasto (che costituì un modello per gli altri stati) e la formazione di alcune delle prime ferrovie italiane (la Ferdinandea) al punto che all’Unità d’Italia i domini austriaci avevano una rete ferroviaria tra le più estese tra gli stati confluiti nel Regno d’Italia (la rete era seconda sola a quella del Regno di Sardegna).»
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«Secondo periodo austriaco e risorgimento [segue la descrizione degli avvenimenti milanesi dal 1814 al 1859 – NdR].»
Bene, il parlato di Farinotti sembra essere una sintesi fedele (anche proprio nelle parole) di quel testo di Wikipedia. Riscontro ne sarebbe che Farinotti ne riprende la evidente non chiarezza.
Il CNSM non si è accorto che nella pagina di Wikipedia c’è un po’ di confusione sui “periodi” (in titolo si dice per es. di un “periodo napoleonico”, di cui nel testo non v’è traccia) e poi si accavallano in libertà un “primo periodo” della dominazione austriaca (periodo Teresiano e ultima parte del ’700) e un “secondo periodo” (quello della restaurazione post-napoleonica, 1814-1859).
Questa non chiarezza espositiva può trarre in inganno il lettore frettoloso o inesperto – come evidentemente è stato in questo caso il CNSM.
Come era Piazza San Fedele a fine ’700?
Immagini docu-film – I numeri tra [parentesi] si riferiscono ai fotogrammi sopra riportati.
Farinotti: [1] e [2] «Il palazzo alle mie spalle, adesso contiene una banca. Ma un tempo era Palazzo Blondel. I Blondel erano dei banchieri svizzeri, ricchissimi, naturalmente. Enrichetta Blondel fu la prima moglie di Alessandro Manzoni. Il 6 febbraio del 1808, in questo palazzo, Alessandro Manzoni e Enrichetta Blondel si sposarono con rito calvinista.
Nostre osservazioni – Farinotti non lo dice ma è in Piazza San Fedele a Milano, di fronte al monumento a Manzoni. Farinotti afferma che «il palazzo alle mie spalle» «era un tempo Palazzo Blondel» e poi ripete l’affermazione: «in questo palazzo Alessandro Manzoni ed Enrichetta Blondel si sposarono». È così?
Il palazzo alle spalle di Farinotti (ora occupato da CIB BNP Paribas e da una filiale della Banca Nazionale del Lavoro), è stato costruito tra il 1948 e il 1952 su progetto dell’architetto Cesare Pascoletti (già allievo e collaboratore di Piacentini) dal dopoguerra progettista di riferimento quasi esclusivo per la Banca Nazionale del Lavoro.
L’edificio si innalza sullo spazio occupato fino all’agosto 1943 dal Teatro Manzoni, distrutto dai bombardamenti alleati (come si vede dalla foto di fine guerra, dell’intero teatro era rimasta in piedi solo la facciata).
A sua volta il Teatro Manzoni (prima della morte del poeta, Teatro della Commedia) era stato costruito nel 1872 sullo spazio prima occupato dal palazzo, edificato tra il 1500 e il 1600, che era stato degli Imbonati e poi, dal 1804, della famiglia Blondel (vedi la stampa a lato).
Il docu-film del CNSM con quella affermazione “in quel palazzo si sposarono” ha cancellato 200 anni di storia.
Ha cancellato esistenza ed esperienze di Giuseppe Maria Imbonati (padre di Carlo, il compagno di Giulia Beccaria, madre di Manzoni), animatore della Galleria dei Trasformati, ospitata nel suo grande palazzo dove, sotto l’influenza di Parini, si erano formati Beccaria e i Verri.
Ha cancellato momenti importanti della storia milanese. Di fronte a quello stesso palazzo era stato ucciso nel 1814 il Ministro Giuseppe Prina, nella fase agitata della caduta di Napoleone, nella quale i milanesi più evoluti (tra questi, tra i primi ma non fisicamente in prima fila, Manzoni) cercavano la via per conquistare l’indipendenza, non sempre riuscendo a controllare la piazza.
Con quel fraseggio così superficiale (ed estremamente negativo se rivolto a un pubblico inesperto) il CNSM nel suo docu-film ha cancellato poi settant’anni di uno dei principali teatri di Milano. E cancellata una parte della contemporanea architettura commerciale italiana.
A questo Manzoni si sarebbe opposto con tutte le proprie risorse. Ed è ciò che noi continueremo a fare.
Sempre con riferimento a Milano, nel prossimo capitolo “Cosa successe a Milano nel febbraio 1860?” illustriamo altre lievità del docu-film del CNSM.
• PDF dell’Analisi critica
• indice dei venti episodi⇓