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Lettera aperta alla Ministra dell’Istruzione Senatrice Valeria Fedeli sulla adeguatezza didattica del docu-film «Alessandro Manzoni, milanese d’Europa» • 21 settembre 2017

Os­ser­va­zioni cri­ti­che sulla ade­gua­tezza di­dat­tica del docu-film «Ales­san­dro Man­zoni, mi­la­nese d’Europa – L’immagine della pa­rola». Un film di Pino Fa­ri­notti. Re­gia di An­drea Bel­lati. Scritto da An­gelo Stella e Pino Fa­ri­notti. Pro­dotto dal Cen­tro Na­zio­nale Studi Man­zo­niani, con il con­tri­buto di Fon­da­zione Cariplo.

14 Come era la Milano di fine ’700
Si indicano per la Milano in cui nacque Manzoni tecnologie e topografie posteriori di cinquant’anni. Si indica come Palazzo Blondel (demolito nel 1872) l’edificio realizzato da Pascoletti nel 1952.

Par­lato del docu-film – I nu­meri tra [pa­ren­tesi] si ri­fe­ri­scono ai fo­to­grammi so­pra riportati.

Fa­ri­notti: da [1] a [4] «È an­che il mo­mento delle grandi Isti­tu­zioni come la Scala, l’Accademia di Brera, la Bi­blio­teca Brai­dense e la Cassa di Ri­spar­mio delle Pro­vin­cie Lom­barde. Prende forma il Ca­ta­sto, che farà te­sto in Eu­ropa, e si svi­lup­pano al­cune delle prime fer­ro­vie ita­liane. Ales­san­dro Man­zoni na­sce dun­que in un grande mo­mento della città di Milano.»

No­stre os­ser­va­zioni – Prima di met­tere in luce le ma­ni­fe­sta­zioni di un vero e pro­prio “ma­ra­sma sto­rico-cro­no­lo­gico” del docu-film del Cen­tro Na­zio­nale Studi Man­zo­niani (d’ora in poi CNSM), ri­chia­miamo l’attenzione sulla con­fu­sione ico­no­gra­fica re­la­tiva alla Mi­lano “de­gli anni at­torno alla na­scita di Man­zoni” (1785), come ap­pare dalle im­ma­gini del docu-film so­pra riportate.

La [1] è fe­dele (sep­pure con un ab­bel­li­mento pro­spet­tico dell’artista) nella ri­co­stru­zione temporale-ambientale.

La [2] molto meno. Il Cor­tile d’Onore del Pa­lazzo di Brera era certo pre­sente nei primi anni di Man­zoni ma la foto usata ri­prende una si­tua­zione po­ste­riore al 1859. Vi com­pare in­fatti l’ossequiente sta­tua a Na­po­leone I / Marte Pa­ci­fi­ca­tore, lì po­sta ap­punto in quell’anno, per com­pia­cere Na­po­leone III, no­stro al­leato nella Se­conda Guerra di In­di­pen­denza (Na­po­leone I aveva or­di­nato che l’originale in marmo, por­tato a Pa­rigi, ve­nisse na­sco­sto in qual­che ma­gaz­zino – “è troppo atle­tico”, disse, non senza spirito).

Le im­ma­gini [3] (foto di Brogi / Ali­nari, circa 1900) e [4] (foto di Giu­lio Rossi, circa 1885) sono in­vece com­ple­ta­mente fuori luogo e fuorvianti.

Piazza della Scala, così come si vede nelle foto pro­po­ste, è stata creata nel 1859, de­mo­lendo i ca­seg­giati che si tro­va­vano tra il tea­tro e pa­lazzo Ma­rino (vedi nella foto a lato come era l’area pro­spi­ciente al Tea­tro alla Scala nel 1850).

Quando nac­que Man­zoni, e fino ai suoi 74 anni, piazza della Scala non esisteva.

E al­lora per­ché pre­sen­tare quelle im­ma­gini, com­piendo un vero e pro­prio “falso cul­tu­rale”? Un docu-film (tanto più se pen­sato an­che per le scuole) non può per­met­tersi que­sti “in­ci­ta­menti alla su­per­fi­cia­lità”.
In que­sti casi le so­lu­zioni da adot­tare sono due: o si pro­pon­gono stampe, di­se­gni, qua­dri, ecc. che mo­strino qual era la strut­tura della città a fine ’700; op­pure si mo­strano fo­to­gra­fie at­tuali, chia­rendo ciò che deve es­sere chia­rito. Cosa che il docu-film del CNSM non fa.

Ma ve­niamo al ma­ra­sma sto­rico-cro­no­lo­gico.
Ri­leg­gete le frasi pro­nun­ciate da Fa­ri­notti, so­pra ri­por­tate: se­condo il docu-film del CNSM, nel 1785 (na­scita di Man­zoni) in Ita­lia erano at­tive “al­cune delle prime fer­ro­vie” e, in­sieme a Tea­tro alla Scala, Ac­ca­de­mia di Brera, Bi­blio­teca Brai­dense, era già bene av­viata an­che la Cassa di Ri­spar­mio delle Pro­vin­cie Lom­barde. Siamo certi che sia così? Vediamo.

1. Alla na­scita di Man­zoni erano at­tivi: l’Accademia di Belle Arti (1776); il Tea­tro alla Scala (1778); la Bi­blio­teca Brai­dense (1786). Ma la “Cassa di Ri­spar­mio delle Pro­vin­cie Lom­barde”, di cui dice il docu-film, venne isti­tuita nel 1890, quasi trent’anni dopo la morte di Man­zoni. L’organismo cui forse si in­ten­deva è la “Cassa di Ri­spar­mio di Mi­lano”, isti­tuita nel 1823 (quando Man­zoni an­dava sui quarant’anni), ema­na­zione della Com­mis­sione Cen­trale di Be­ne­fi­cenza del 1817, creata per “soc­cor­rere gli in­di­genti”, e ri­ma­sta tale fino al 1860, quando si tra­sformò in “Casse di Ri­spar­mio delle Pro­vin­cie di Lom­bar­dia”, per di­ven­tare nel 1890 “Cassa di Ri­spar­mio delle Pro­vin­cie Lom­barde”, la quale ri­mase in vita fino al 1980, con strut­tura e fi­na­lità del tutto di­verse ri­spetto alle origini.

2. E le fer­ro­vie? Il docu-film ci rac­conta di “al­cune delle prime fer­ro­vie” at­tive verso il 1785. Nella pe­ni­sola ita­liana, il primo tratto fer­ro­via­rio venne inau­gu­rato il 3 ot­to­bre 1839, tra Na­poli e Por­tici. A Mi­lano, si ini­ziò a par­larne solo nel 1835 e se ne ebbe un primo ri­sul­tato (Mi­lano-Monza) nel 1840, quindi mezzo se­colo dopo di quanto sug­ge­ri­toci dal docu-film del CNSM.

Ma al­lora, a quale pe­riodo si ri­fe­ri­sce il docu-film? Alla metà del ’700 o alla metà dell’800? In­cu­rio­siti da que­sta con­fu­sione, forse ab­biamo tro­vato la fonte di ispi­ra­zione del CNSM. Su Internet.

Al https://​it​.wi​ki​pe​dia​.org/​w​i​k​i​/​S​t​o​r​i​a​_​d​i​_​M​i​l​ano, si può leggere:

«Primo pe­riodo au­striaco e pe­riodo na­po­leo­nico – Un pe­riodo di vi­vaci ri­forme ini­zia in­torno alla metà del se­colo XVIII sotto il re­gno di Ma­ria Te­resa d’Austria (1740-1780) e pro­se­gue con il re­gno di Giu­seppe II d’Austria (1780-1790). In que­sto pe­riodo Mi­lano ri­prende ad avere un ruolo pri­ma­rio sia sul piano cul­tu­rale (sen­si­bi­lità e con­tri­buti verso l’Illuminismo) che su quello eco­no­mico.
Svol­gono ruoli im­por­tanti fi­gure come Pie­tro Verri, Ales­san­dro Verri, Ce­sare Bec­ca­ria, Paolo Frisi, Rug­gero Bo­sco­vich, Giu­seppe Pa­rini e Giu­seppe Pier­ma­rini. Vi sono di­verse isti­tu­zioni at­tuali che sono state fon­date o pa­tro­ci­nate da­gli au­striaci, nel primo o se­condo pe­riodo. [no­stra sot­to­li­nea­tura]
Tra que­ste il Tea­tro alla Scala, le scuole e l’Accademia di Brera (ospi­tate in un con­vento con­fi­scato ai Ge­suiti), la Bi­blio­teca Brai­dense (Ma­ria Te­resa la rese pub­blica es­sendo prima pri­vata), la Cassa di Ri­spar­mio delle Pro­vince Lom­barde e va­rie al­tre im­por­tanti isti­tu­zioni tra cui l’Università (prima oc­cor­reva re­carsi a Pa­via).
Da se­gna­lare il fa­moso Ca­ta­sto (che co­sti­tuì un mo­dello per gli al­tri stati) e la for­ma­zione di al­cune delle prime fer­ro­vie ita­liane (la Fer­di­nan­dea) al punto che all’Unità d’Italia i do­mini au­striaci ave­vano una rete fer­ro­via­ria tra le più estese tra gli stati con­fluiti nel Re­gno d’Italia (la rete era se­conda sola a quella del Re­gno di Sar­de­gna).»
.
«Se­condo pe­riodo au­striaco e ri­sor­gi­mento [se­gue la de­scri­zione de­gli av­ve­ni­menti mi­la­nesi dal 1814 al 1859 – NdR].»

Bene, il par­lato di Fa­ri­notti sem­bra es­sere una sin­tesi fe­dele (an­che pro­prio nelle pa­role) di quel te­sto di Wi­ki­pe­dia. Ri­scon­tro ne sa­rebbe che Fa­ri­notti ne ri­prende la evi­dente non chia­rezza.
Il CNSM non si è ac­corto che nella pa­gina di Wi­ki­pe­dia c’è un po’ di con­fu­sione sui “pe­riodi” (in ti­tolo si dice per es. di un “pe­riodo na­po­leo­nico”, di cui nel te­sto non v’è trac­cia) e poi si ac­ca­val­lano in li­bertà un “primo pe­riodo” della do­mi­na­zione au­striaca (pe­riodo Te­re­siano e ul­tima parte del ’700) e un “se­condo pe­riodo” (quello della re­stau­ra­zione post-na­po­leo­nica, 1814-1859).

Que­sta non chia­rezza espo­si­tiva può trarre in in­ganno il let­tore fret­to­loso o ine­sperto – come evi­den­te­mente è stato in que­sto caso il CNSM.

Come era Piazza San Fe­dele a fine ’700?

Im­ma­gini docu-film – I nu­meri tra [pa­ren­tesi] si ri­fe­ri­scono ai fo­to­grammi so­pra riportati.

Fa­ri­notti: [1] e [2] «Il pa­lazzo alle mie spalle, adesso con­tiene una banca. Ma un tempo era Pa­lazzo Blon­del. I Blon­del erano dei ban­chieri sviz­zeri, ric­chis­simi, na­tu­ral­mente. En­ri­chetta Blon­del fu la prima mo­glie di Ales­san­dro Man­zoni. Il 6 feb­braio del 1808, in que­sto pa­lazzo, Ales­san­dro Man­zoni e En­ri­chetta Blon­del si spo­sa­rono con rito calvinista.

No­stre os­ser­va­zioni – Fa­ri­notti non lo dice ma è in Piazza San Fe­dele a Mi­lano, di fronte al mo­nu­mento a Man­zoni. Fa­ri­notti af­ferma che «il pa­lazzo alle mie spalle» «era un tempo Pa­lazzo Blon­del» e poi ri­pete l’affermazione: «in que­sto pa­lazzo Ales­san­dro Man­zoni ed En­ri­chetta Blon­del si spo­sa­rono». È così?

Il pa­lazzo alle spalle di Fa­ri­notti (ora oc­cu­pato da CIB BNP Pa­ri­bas e da una fi­liale della Banca Na­zio­nale del La­voro), è stato co­struito tra il 1948 e il 1952 su pro­getto dell’architetto Ce­sare Pa­sco­letti (già al­lievo e col­la­bo­ra­tore di Pia­cen­tini) dal do­po­guerra pro­get­ti­sta di ri­fe­ri­mento quasi esclu­sivo per la Banca Na­zio­nale del Lavoro.

L’edificio si in­nalza sullo spa­zio oc­cu­pato fino all’agosto 1943 dal Tea­tro Man­zoni, di­strutto dai bom­bar­da­menti al­leati (come si vede dalla foto di fine guerra, dell’intero tea­tro era ri­ma­sta in piedi solo la facciata).

A sua volta il Tea­tro Man­zoni (prima della morte del poeta, Tea­tro della Com­me­dia) era stato co­struito nel 1872 sullo spa­zio prima oc­cu­pato dal pa­lazzo, edi­fi­cato tra il 1500 e il 1600, che era stato de­gli Im­bo­nati e poi, dal 1804, della fa­mi­glia Blon­del (vedi la stampa a lato).

Il docu-film del CNSM con quella af­fer­ma­zione “in quel pa­lazzo si spo­sa­rono” ha can­cel­lato 200 anni di storia.

Ha can­cel­lato esi­stenza ed espe­rienze di Giu­seppe Ma­ria Im­bo­nati (pa­dre di Carlo, il com­pa­gno di Giu­lia Bec­ca­ria, ma­dre di Man­zoni), ani­ma­tore della Gal­le­ria dei Tra­sfor­mati, ospi­tata nel suo grande pa­lazzo dove, sotto l’influenza di Pa­rini, si erano for­mati Bec­ca­ria e i Verri.

Ha can­cel­lato mo­menti im­por­tanti della sto­ria mi­la­nese. Di fronte a quello stesso pa­lazzo era stato uc­ciso nel 1814 il Mi­ni­stro Giu­seppe Prina, nella fase agi­tata della ca­duta di Na­po­leone, nella quale i mi­la­nesi più evo­luti (tra que­sti, tra i primi ma non fi­si­ca­mente in prima fila, Man­zoni) cer­ca­vano la via per con­qui­stare l’indipendenza, non sem­pre riu­scendo a con­trol­lare la piazza.

Con quel fra­seg­gio così su­per­fi­ciale (ed estre­ma­mente ne­ga­tivo se ri­volto a un pub­blico ine­sperto) il CNSM nel suo docu-film ha can­cel­lato poi settant’anni di uno dei prin­ci­pali tea­tri di Mi­lano. E can­cel­lata una parte della con­tem­po­ra­nea ar­chi­tet­tura com­mer­ciale italiana.

A que­sto Man­zoni si sa­rebbe op­po­sto con tutte le pro­prie ri­sorse. Ed è ciò che noi con­ti­nue­remo a fare.

Sem­pre con ri­fe­ri­mento a Mi­lano, nel pros­simo ca­pi­tolo “Cosa suc­cesse a Mi­lano nel feb­braio 1860?” il­lu­striamo al­tre lie­vità del docu-film del CNSM.

PDF dell’Analisi cri­tica
in­dice dei venti epi­sodi