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Note cri­ti­che alla tra­smis­sione di RAI3 «Viag­gio nel mondo dei Pro­messi Sposi» con­dotta da Al­berto An­gela (7 aprile 2018).

18 giu­gno 2018
Let­tera aperta ad Al­berto An­gela – Se­condo approfondimento

Quanto se­gue è uno de­gli otto al­le­gati della «Let­tera aperta ad Al­berto An­gela» di com­mento alla tra­smis­sione «Viag­gio nel mondo dei Pro­messi Sposi» an­data in onda il 7 aprile 2018 – RAI3, 21:30.
I col­le­ga­menti alle al­tre parti della let­tera sono ri­por­tati al piede di que­sta pa­gina o nel menù prin­ci­pale in testata.

Alberto Angela rimuove Lecco
da “I Promessi Sposi” e
dalla vita di Alessandro Manzoni.

Alberto Angela rimuove Lecco
da “I Promessi Sposi” e
dalla vita di Alessandro Manzoni.

«Viag­gio nel mondo dei Pro­messi Sposi».
Que­sto il ti­tolo della prima pun­tata della nuova se­rie di “Ulisse: il pia­cere della sco­perta” di Al­berto An­gela, an­data in onda sa­bato 7 aprile 2018, su Rai3 ore 21:30, se­guita da 1.950.000 telespettatori.

Delle tra­smis­sioni RAI de­di­cate a Man­zoni ne­gli ul­timi anni, que­sta è certo la più lunga, la più pub­bli­ciz­zata e l’unica cui è stato de­di­cato lo spa­zio pri­vi­le­giato del sa­bato sera.

È inol­tre da se­gna­lare che in que­sta prima parte dell’anno sia la RAI sia Al­berto An­gela hanno go­duto di una am­pia eco me­dia­tica, su­sci­tata dal suc­cesso delle tra­smis­sioni di un’altra ru­brica («Me­ra­vi­glie – La pe­ni­sola dei te­sori» an­data in onda nel gen­naio scorso) che hanno con­fer­mato il con­dut­tore come star dell’intrattenimento cul­tu­rale italiano.

Solo a ti­tolo di esem­pio ri­cor­diamo la te­sti­mo­nianza del Pre­si­dente del Con­si­glio Paolo Gen­ti­loni che il 17 gen­naio ha twit­tato:
«#Me­ra­vi­glie con #Al­ber­toAn­gela or­go­glio della grande bel­lezza ita­liana. Quando la Rai fa la Rai. #Ser­vi­zio­Pub­blico»

Op­pure le di­chia­ra­zioni en­co­mia­sti­che ri­la­sciate in que­sti mesi da note per­so­na­lità della cul­tura ita­liana (ri­prese dal set­ti­ma­nale CHI):

Vit­to­rio Sgarbi, il bril­lante uomo di cul­tura: «An­gela […] è un bravo in­se­gnante en­tu­sia­sta. Cer­ta­mente non spetta a lui en­trare nei det­ta­gli, ma cat­tura tutti con fa­ci­lità. Sì, è una sorta di In­diana Jo­nes dell’informazione cul­tu­rale.»
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Fla­vio Ca­roli, cri­tico di pre­sti­gio e volto noto della te­le­vi­sione: «Di An­gela posso solo dire bene, il suo è un fan­ta­stico test per ca­pire quanto può fun­zio­nare la cul­tura in tv […] sta molto at­tento a non dire ine­sat­tezze
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Cri­stiana Collu, di­ret­trice della Gal­le­ria Na­zio­nale d’Arte Mo­derna di Roma: «Quello di An­gela è un passo im­por­tante per la dif­fu­sione della cul­tura verso un largo pub­blico at­tra­verso la tv
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Achille Bo­nito Oliva
, il de­cano dei cri­tici d’arte: «An­gela è un in­viato spe­ciale nella realtà dell’arte. Il suo ap­porto pre­lude all’approfondimento […] do­cu­menta e de­scrive il bello vi­si­bile
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Bar­bara Jatta, di­ret­trice dei Mu­sei Va­ti­cani: «Guar­dando il la­voro di An­gela si ri­mane ab­ba­gliati dalla bel­lezza del no­stro pa­tri­mo­nio artistico.».

A fronte di tali lu­sin­ghieri con­sensi, non v’è na­tu­ral­mente da me­ra­vi­gliarsi se le tra­smis­sioni tar­gate RAI3-ALBERTO ANGELA, in par­ti­co­lare la ru­brica “Ulisse: il pia­cere della sco­perta”, ab­biano con­qui­stato gli oc­chi e la mente del largo pub­blico televisivo.

Mi­lioni di ita­liani hanno ac­cet­tato di buon grado la de­fi­ni­zione di “in­trat­te­ni­mento cul­tu­rale”, pro­po­sta e so­ste­nuta da ri­co­no­sciute au­to­rità della cul­tura del no­stro paese per ca­rat­te­riz­zare que­ste trasmissioni.

Così, se pure per esse nes­suno pre­tende l’approfondimento spe­cia­li­stico dell’accademia, a esse la grande ge­ne­ra­lità de­gli spet­ta­tori si af­fida, ol­tre che per go­dere di ec­cel­lenti ri­prese ci­ne­ma­to­gra­fi­che, an­che per ap­pro­fon­dire la pro­pria istru­zione.

Ve­nendo allo spe­ci­fico della tra­smis­sione «Viag­gio nel mondo dei Pro­messi Sposi», que­sto è stato spon­so­riz­zato an­che da im­por­tanti isti­tu­zioni cul­tu­rali di Mi­lano che hanno col­la­bo­rato con RAI3-ANGELA per spe­ci­fici episodi.

Per esem­pio, Casa Man­zoni di Mi­lano (da 80 anni sede del Cen­tro Na­zio­nale Studi Man­zo­niani, ri­co­no­sciuto nel Mondo come tu­tore e cu­stode dell’opera e della vita di Man­zoni), nella quale sono state gi­rate nu­me­rose scene, il 6 aprile pub­bli­cava sul pro­prio spa­zio facebook:

«Casa Man­zoni in­vita a sin­to­niz­zarsi su Rai3 do­mani sera 7 aprile alle ore 21.25 per ve­dere la pun­tata di Ulisse che trat­terà del “Viag­gio nel mondo dei Pro­messi Sposi”!
#ales­san­dro­man­zoni #pro­mes­si­sposi #al­ber­toan­gela #ulis­seil­pia­ce­re­del­la­sco­perta #rai3».

Op­pure l’Ar­chi­vio di Stato di Mi­lano, che ha col­la­bo­rato per al­cuni ap­pro­fon­di­menti della tra­smis­sione, su cui an­che noi ab­biamo svolto al­cune con­si­de­ra­zioni (vedi il no­stro «La pe­ste man­zo­niana se­condo RAI3-An­gela.»).

Sul suo spa­zio Fa­ce­book l’Archivio di Stato il 22 marzo scriveva:

«Gra­zie Al­berto An­gela per averci dato la pos­si­bi­lità di far co­no­scere al grande pub­blico l’Archivio di Stato di Mi­lano e l’ingente pa­tri­mo­nio cul­tu­rale che con­serva.
Pros­si­ma­mente su #Ulisse #Rai3 #va­lo­riz­za­zione #pa­tri­mo­nio­cul­tu­rale #ar­chi­vio­di­sta­to­mi­lano».

E nu­me­ro­sis­sime te­state gior­na­li­sti­che, so­prat­tutto lom­barde (ma non solo), ne hanno fatto le lodi an­ti­ci­pate, in­vi­tando i pro­pri let­tori a se­guire con at­ten­zione la tra­smis­sione de­di­cata al Manzoni.

D’altronde la RAI non aveva man­cato di pro­muo­vere ade­gua­ta­mente l’evento.

L’ATTESA …
«Conosceremo i protagonisti, ma soprattutto ci troveremo nei luoghi citati dal Manzoni».

Nelle set­ti­mane pre­ce­denti il 7 aprile, la tra­smis­sione è stata pro­po­sta da RAI3-ANGELA con una pro­mo­zione a li­vello na­zio­nale de­ci­sa­mente be­neau­gu­rante per Lecco, la Città del Man­zoni e de “I Pro­messi Sposi” per an­to­no­ma­sia (sotto, il promo Fa­ce­book di RAI3-ANGELA).

È da no­tare che in que­sto promo di RAI3, seb­bene in pa­no­ra­mica, la città di Lecco e il suo Monte San Mar­tino sono ben ri­co­no­sci­bili da­gli abi­tanti del ter­ri­to­rio i quali, guar­dan­done le an­ti­ci­pa­zioni pro­mo­zio­nali, hanno im­ma­gi­nato che nella tra­smis­sione sa­reb­bero com­parse bel­lis­sime vi­sioni dei luo­ghi amati, da 190 anni iden­ti­fi­cati a buon di­ritto con “I Pro­messi Sposi”.

Le te­state lo­cali, sug­ge­stio­nate dalle pro­messe pro­mo­zio­nali, si sono fatte a loro volta en­tu­sia­ste mol­ti­pli­ca­trici della pro­mo­zione di RAI3 presso i pro­pri let­tori, come evi­den­ziato dalla (solo in­di­ca­tiva) ras­se­gna stampa che proponiamo.

Lec­coOn­Line – 14 marzo 2018
«La pun­tata in cui com­pa­ri­ranno i ter­ri­tori del lec­chese an­drà in onda pro­ba­bil­mente ad aprile. Trat­terà in par­ti­co­lare de­gli spo­sta­menti di Renzo e Lu­cia […] fra Lecco e Mi­lano e di come i luo­ghi de­scritti nel ro­manzo siano fe­deli alla realtà
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Gior­nale di Lecco – 5 aprile 2018
«Per pre­pa­rare la tra­smis­sione il no­tis­simo con­dut­tore Al­berto An­gela ha ov­via­mente “gi­rato” parte delle im­ma­gini della tra­smis­sione di sa­bato nel Lec­chese e in par­ti­co­lare al Ca­stello dell’Innominato. “Una pun­tata che non po­teva che in­trec­ciarsi con la nar­ra­zione dei Pro­messi Sposi” aveva detto il sin­daco di Lecco Vir­gi­nio Bri­vio. “Da qui la scelta della re­da­zione e del re­gi­sta di ve­nire a co­no­scere me­glio Lecco. Un primo so­pral­luogo un mese fa ha la­sciato tutti a bocca aperta nel ve­dere la città e il lago dall’alto dei Piani d’Erna, che sono per­ciò stati scelti come lo­ca­tion pri­vi­le­giata in­sieme alla Rocca dell’Innominato a Ver­cu­rago.”.»
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Re­se­go­neOn­Line – 5 aprile 2018
«Gra­zie alle in­de­le­bili pa­gine scritte da Ales­san­dro Man­zoni, Al­berto An­gela ci con­durrà in un viag­gio nella Lom­bar­dia. Le im­ma­gini re­la­tive al mu­seo della seta di Abegg Gar­late sono state re­gi­strate nella gior­nata del 28 feb­braio, men­tre il 14 marzo l’apprezzatissimo con­dut­tore di Ulisse è sa­lito prima al Ca­stello dell’Innominato e poi ai Piani d’Erna. In en­trambi i casi mas­simo ri­serbo per non sve­lare quanto sarà pos­si­bile ve­dere sa­bato sera.»
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Cor­riere di Lecco — 7 aprile 2018
«Lecco pro­ta­go­ni­sta a “Ulisse” su Rai 3.»
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Il Giorno Lecco – 7 aprile 2018
«Ulisse alla sco­perta di Lecco e dei Pro­messi Sposi. In onda que­sta sera la pun­tata del pro­gramma di Al­berto An­gela sui Pro­messi sposi e i luo­ghi man­zo­niani
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Ec­co­Lecco – 5 aprile 2018
«“Ulisse: il pia­cere della sco­perta” sulle tracce dei Pro­messi Sposi. Pun­tata de­di­cata ai luo­ghi man­zo­niani. Siamo ita­liani e siamo un po’ tutti fi­gli dei Pro­messi Sposi. […] il primo ro­manzo della let­te­ra­tura ita­liana ar­riva in prima se­rata con “Ulisse: il pia­cere della sco­perta” con­dotto da Al­berto An­gela.
Sa­bato 7 aprile ore an­drà in onda su RAI 3 la pun­tata re­gi­strata nei luo­ghi man­zo­niani e quindi an­che nella no­stra Lecco e din­torni.»

Gli am­mi­ni­stra­tori lo­cali dal canto loro hanno messo a di­spo­si­zione della RAI il pre­sti­gio della pro­pria funzione.

Per esem­pio il Sin­daco di Lecco, Vir­gi­nio Bri­vio, nelle set­ti­mane pre­ce­denti la tra­smis­sione ha ac­colto con en­tu­sia­smo la troupe RAI gui­data da An­gela, ac­com­pa­gnan­dola sul ter­ri­to­rio. E alla tra­smis­sione ha de­di­cato cor­posi re­da­zio­nali in due nu­meri della sua news settimanale:

New­sLet­ter 9 marzo 2018 – «Al­berto An­gela. Il con­dut­tore e di­vul­ga­tore cul­tu­rale e scien­ti­fico ha scelto Ver­cu­rago e i Piani d’Erna per pre­sen­tare la pun­tata […] de­di­cata al Sei­cento in Lom­bar­dia. Una pun­tata che non po­teva che in­trec­ciarsi con la nar­ra­zione dei Pro­messi Sposi. Da qui la scelta della re­da­zione e del re­gi­sta di ve­nire a co­no­scere me­glio Lecco. Un primo so­pral­luogo un mese fa ha la­sciato tutti a bocca aperta nel ve­dere la città e il lago dall’alto dei Piani d’Erna, che sono per­ciò stati scelti come lo­ca­tion pri­vi­le­giata in­sieme alla Rocca dell’Innominato a Ver­cu­rago. La pun­tata di Ulisse an­drà in onda il 7 aprile. […]
Pic­cola nota a mar­gine: im­pa­riamo un po’ di più da que­sti “big” della tv e dei loro en­tou­rage nella con­si­de­ra­zione di ciò che già ab­biamo, per­ché nei loro oc­chi ab­biamo vi­sto en­tu­sia­smo ed emo­zione nello sco­prire la città e il suo hin­ter­land

New­sLet­ter 6 aprile 2018 – «Sa­bato sera tutti da­vanti alla TV: Lecco è pro­ta­go­ni­sta su Rai3
«Un’anticipazione la ve­dremo in onda que­sta sera, ve­nerdì, alle 23.15 su Rai3. Poi sa­bato sera, sulla stessa rete, la prima pun­tata della nuova sta­gione della po­po­lare tra­smis­sione “Ulisse, il pia­cere della sco­perta”, con­dotta da Al­berto An­gela sarà de­di­cata ai Pro­messi Sposi e al Sei­cento Lom­bardo. Lecco, il lago, il Re­se­gone e i luo­ghi che ispi­ra­rono il Man­zoni non po­te­vano che es­sere pro­ta­go­ni­sti di que­sta pun­tata. An­gela e la sua troupe hanno fatto vi­sita alla città qual­che set­ti­mana fa e li ab­biamo ac­com­pa­gnati al Ca­stello dell’Innominato e ai Piani d’Erna, luo­ghi da cui ve­drete al­cuni lanci dei ser­vizi rea­liz­zati in al­cune lo­ca­tion rap­pre­sen­ta­tive, tra cui il mu­seo della seta di Gar­late. Do­mani sera, quindi, tutti da­vanti alla tv!»

IL DISINGANNO
Lecco e il suo territorio cancellati da “I Promessi Sposi” e dalla vita di Manzoni.

Alla fine della tra­smis­sione, sa­bato 7 alle 23.30, abi­tanti del La­rio, am­mi­ni­stra­tori, gior­na­li­sti e amici della cul­tura si sono tro­vati in­fatti con un palmo di naso e qual­cuno si sarà an­che sen­tito preso in giro. Ve­diamo perché.

In due ore e quat­tro mi­nuti del fil­mato, infatti:

• la pa­rola Lecco è stata pro­nun­ciata solo due volte, ma en­trambe in modo del tutto ac­ces­so­rio e in con­te­sti ri­fe­riti ad al­tro (più avanti ve­dremo come);
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• l’im­ma­gine di Lecco è ap­parsa una sola volta (ma da lon­tano e come sfondo di un ti­tolo di te­sta) e senza che ve­nisse evi­den­ziato al­cuno de­gli ele­menti pae­sag­gi­stici così di­stin­tivi per la “Città dei Pro­messi Sposi” (il Re­se­gone era così sfu­mato da ap­pa­rire uno dei tanti monti della ca­tena prealpina).

Data la sua evi­dente ina­de­gua­tezza, unita alla cla­mo­rosa ri­mo­zione di Lecco, la tra­smis­sione di Al­berto An­gela su Man­zoni e “I Pro­messi Sposi” è stata ac­colta con un ge­lido si­len­zio da parte di tutte le te­state lo­cali del la­riano che non vi hanno de­di­cato nep­pure un rigo (con due ec­ce­zioni – Lec­co­NewsIl La­rio che, con mi­ra­bile spezzo del ri­di­colo, hanno vo­luto te­ner bor­done alla TV di Stato).

Ana­logo si­len­zio da parte del Sin­daco di Lecco, cui con evi­denza An­gela ha dato un di­stratto cef­fone, as­si­stito dal con­su­lente della tra­smis­sione, il pro­fes­sor Ales­san­dro Bar­bero, do­cente uni­ver­si­ta­rio di Sto­ria e bril­lante di­vul­ga­tore, il quale co­no­sce bene Lecco e il Sin­daco Brivio.

Nel di­cem­bre del 2011, in­fatti, il pro­fes­sor Bar­bero ha vinto il “Pre­mio In­ter­na­zio­nale Ales­san­dro Man­zoni-Città di Lecco per il Ro­manzo Sto­rico” con il suo “Gli oc­chi di Venezia”.

Nella ac­co­gliente sala dell’Auditorium della Ca­mera di Com­mer­cio lec­chese è stato il Sin­daco Bri­vio a con­se­gnar­gli il pre­mio e a com­pli­men­tarsi con lui (a lato la premiazione).

Non sap­piamo se e come, di fronte a que­sto vero e pro­prio sfre­gio all’immagine della città che rap­pre­senta, il Sin­daco Bri­vio riu­scirà prima o poi a spen­dere al­meno lo stesso nu­mero di pa­role che ha de­di­cato alla pro­mo­zione ed esal­ta­zione di An­gela e del suo di­stratto con­su­lente storico.

Chissà cosa pensa ora il Sin­daco Bri­vio, ri­cor­dando le pro­prie en­tu­sia­sti­che pa­role già ri­por­tate («im­pa­riamo un po’ di più da que­sti “big” della tv e dai loro en­tou­rage nella con­si­de­ra­zione di ciò che già ab­biamo, per­ché nei loro oc­chi ab­biamo vi­sto en­tu­sia­smo ed emo­zione nello sco­prire la città e il suo hinterland»).

Chissà che non ar­rivi a com­pren­dere (as­sieme ai suoi As­ses­sori cul­tu­ral-tu­ri­stico-edu­ca­tivi) che “big della te­le­vi­sione” e al­tri ar­ma­men­tari del mondo me­dia­tico pos­sono ri­sul­tare utili solo se op­por­tu­na­mente indirizzati.

Ad Al­berto An­gela ab­biamo chie­sto per­ché ab­bia ri­mosso Lecco dalla sua tra­smis­sione de­di­cata a “I Pro­messi Sposi” (vedi QUI).
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Chie­diamo al Sin­daco Bri­vio quali idee egli ab­bia tra­smesso alla “troupe della RAI” e al “pre­sen­ta­tore scien­ti­fico e cul­tu­rale Al­berto An­gela”, in pre­pa­ra­zione della trasmissione.

Il Sin­daco Bri­vio si è fatto man­dare da RAI3-ANGELA un do­cu­mento – sa­rebbe stata suf­fi­ciente una pa­gi­netta – in cui ri­sul­tasse chiaro ciò che ave­vano in mente di fare? O si è bea­ta­mente ac­con­ten­tato de­gli spot pro­mo­zio­nali e di guar­dare te­ne­ra­mente ne­gli oc­chi la troupe RAI3 dove «ab­biamo vi­sto en­tu­sia­smo ed emo­zione nello sco­prire la città»?

Il Sin­daco Bri­vio ha coin­volto le fi­gure che in Lecco isti­tu­zio­nal­mente si oc­cu­pano di que­sti aspetti? Ha con­cer­tato il da farsi con l’Assessore al Tu­ri­smo Fran­ce­sca Bo­na­cina, l’Assessore alla Cul­tura Si­mona Piazza, i re­spon­sa­bili dì Villa Man­zoni al Caleotto?

Per­ché – certo – Villa Man­zoni ha ora al­cune parti in ri­strut­tu­ra­zione ma pre­senta in­tatti e ben vi­si­bili i sa­loni in cui l’autore de “I Pro­messi Sposi” passò mille e mille gior­nate, la cap­pella pri­vata in cui pregò, la can­tina in cui con­ser­vava quell’ottimo vino che per de­cenni si fece man­dare da Lecco a Mi­lano, ecc.

Più che suf­fi­ciente per­ché l’ottimo re­gi­sta Ga­briele Ci­pol­litti e gli abili fo­to­grafi di RAI3, con i ri­vo­lu­zio­nari stru­menti di ri­presa, ne des­sero un qua­dro in­te­res­sante e coin­vol­gente, dando an­che una mano di im­ma­gine per la rac­colta dei fondi ne­ces­sari a una com­pleta ri­strut­tu­ra­zione (ci vo­gliono circa 3 mi­lioni di Euro, ce ne sono per il mo­mento circa 800.000).

È stato pre­di­spo­sto un do­cu­mento ri­volto a RAI3-ANGELA nel quale si evi­den­ziasse il le­game in­dis­so­lu­bile tra Lecco, il ro­manzo de­gli sposi pro­messi e il suo vero pro­ta­go­ni­sta, il prin­ci­pale con­tri­buente della co­mu­nità lec­chese, Ales­san­dro Manzoni?

È stato messo per punti, fa­cil­mente me­mo­riz­za­bili an­che dai con­su­lenti di­stratti, l’insieme di ele­menti che ob­bli­gano a fo­ca­liz­zare l’attenzione su Lecco quando si parla de “I Pro­messi Sposi” e di Manzoni?

Era suf­fi­ciente ri­cor­dare che:

a Lecco Man­zoni tra­scorse l’intera in­fan­zia (dai due giorni di vita); che Lecco fu l’unico suo ri­fe­ri­mento per tutta l’adolescenza tra­scorsa ac­canto al pa­dre Pie­tro, in una nu­me­rosa fa­mi­glia con molte zie, nu­bili e spo­sate, an­che “spi­gliate e di­sin­volte” (vedi QUI);
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che a Lecco tra­scorse lun­ghi mo­menti della sua vita con mo­glie, fi­gli e la ma­dre Giu­lia;
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che è solo una pru­ri­gi­nosa ipo­tesi, priva di ri­scon­tri scien­ti­fici ma tanto “à la page” e molto amata in Mi­lano per ovvi mo­tivi di sfrut­ta­mento del “brand Man­zoni”, che egli fosse fi­glio na­tu­rale del mi­la­nese Gio­vanni Verri. Cosa certo ipo­te­ti­ca­mente pos­si­bile ma come tante al­tre. Nes­suno può ga­ran­tire in­fatti che Gio­vanni Verri fosse l’unico amante di Giu­lia né che essa non con­di­vi­desse con­tem­po­ra­nea­mente il letto con il ma­rito (cosa già vi­sta nella sto­ria dell’umanità). Ma è bene ri­cor­dare che della even­tuale na­scita adul­te­rina di Man­zoni, nes­suno ne scrisse al­cun­ché fino al 1905 (ne ab­biamo par­lato am­pia­mente QUI);
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che è solo un va­cuo chiac­chie­ric­cio che il gio­vane Man­zoni “non ebbe fa­mi­glia”. Che al con­tra­rio egli in Lecco fu se­guito e ap­pog­giato in ogni modo dal pa­dre Pie­tro e da una nu­me­rosa e cul­tu­ral­mente non me­dio­cre fa­mi­glia; che egli ebbe sem­mai a sof­frire (e non è certo poco) che la pro­pria ma­dre lo ab­ban­do­nasse a sei anni per ri­farsi un vita a Pa­rigi con uno de­gli uo­mini più ric­chi della Lom­bar­dia;
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che a Lecco, da adulto, l’autore de “I Pro­messi Sposi” svi­luppò una fitta rete di rap­porti so­ciali ed eco­no­mici; che di Lecco, come prin­ci­pale con­tri­buente, fu an­che, per due anni, il rap­pre­sen­tante uf­fi­ciale (pro­prio come il Sin­daco Bri­vio, salvo il censo);
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che a Lecco sorge la grande Villa Man­zoni (3.300 me­tri qua­dri co­perti), dal 1937 Mo­nu­mento Na­zio­nale, se­condo pro­grammi già resi pub­blici pre­sto sede del “Mu­seo della Lin­gua Ita­liana” spon­so­riz­zato dalla En­ci­clo­pe­dia Trec­cani;
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che a Lecco sorge l’unico grande mo­nu­mento all’aperto de­di­cato non solo a Man­zoni ma in­sieme a “I Pro­messi Sposi”; che in que­sto mo­nu­mento sono rap­pre­sen­tati al­le­go­ri­ca­mente tre grandi temi del ro­manzo: la vio­lenza — di cui le donne sono le prime vit­time ma in­sieme le più ca­paci nel ren­derla vana do­nando pace alla col­let­ti­vità; il per­dono — come ipo­tesi di so­lu­zione dei con­flitti per­so­nali e so­ciali; la vit­to­ria — de­gli umili con­tro i so­praf­fat­tori.
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che a Lecco si trova il Con­vento dei Cap­puc­cini di Pa­dre Cri­sto­foro, anch’esso Mo­nu­mento Na­zio­nale in onore di Man­zoni;
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che a Lecco sono an­cora pre­senti e ben vi­si­bili al­cuni dei più ti­pici “luo­ghi man­zo­niani” cui l’Amministrazione co­mu­nale e lo stesso Sin­daco Bri­vio de­di­cano ri­sorse e im­pe­gno;
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che a Lecco si tiene l’annuale «Pre­mio Let­te­ra­rio In­ter­na­zio­nale “Ales­san­dro Man­zoni-Città di Lecco”» che ha ono­rato an­che il con­su­lente cul­tu­rale della tra­smis­sione (chissà, forse era anch’egli parte della “troupe” RAI nei cui oc­chi il Sin­daco si è perso);
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che a Lecco si svolge da più di cinquant’anni il “Mese Man­zo­niano” de­di­cato ogni ot­to­bre al ro­manzo e a Man­zoni, con l’intervento di ac­ca­de­mici di tutta Ita­lia, noti e ap­prez­zati nel Mondo per la loro fine co­no­scenza del Man­zoni e del suo ri­vo­lu­zio­na­rio con­tri­buto alla af­fer­ma­zione della lin­gua italiana.

Ha detto e scritto que­sto e al­tro il Sin­daco Bri­vio a RAI3-ANGELA met­tendo le cose bene in chiaro prima di esporre al ri­di­colo la città che rappresenta?

O si è li­mi­tato a fare da ac­com­pa­gna­tore tu­ri­stico e fa­ci­li­ta­tore lo­gi­stico? La­sciando ai “big della te­le­vi­sione” l’onore di pen­sare, non im­porta se in modo su­per­fi­ciale e ri­muo­vendo ogni ri­fe­ri­mento alla città di cui egli è il RAPPRESENTANTE in tutte le sedi e per tutti gli aspetti.

Ci au­gu­riamo che il Sin­daco Bri­vio colga l’occasione di que­sta no­stra ana­lisi per fare sen­tire alla pub­blica opi­nione la pro­pria voce e quella della città.

Ne ha mo­tivi e au­to­rità ben su­pe­riori alla no­stra. Tanto più che dal set­tem­bre 2017 Vir­gi­nio Bri­vio è an­che Pre­si­dente di ANCI-Lom­bar­dia, l’associazione cui ade­ri­scono ol­tre 1.400 co­muni lom­bardi. Non vor­remo che tutti e 1.400 do­ves­sero te­mere di es­sere fa­vo­riti nei con­fronti dei “big della te­le­vi­sione” allo stesso modo ca­pi­tato a Lecco, la città di cui Bri­vio è an­cora Sindaco.

Per parte no­stra, ri­te­niamo che, per ov­vie ra­gioni, alla tra­smis­sione di An­gela debba es­sere data una ri­spo­sta di merito.

Ini­zie­remo quindi col dire qual­che cosa sulle DUE CITAZIONI DUE ri­ser­vate alla città di Lecco, più so­pra anticipate.

1ª ci­ta­zione
[04:28] ALBERTO ANGELA: «È la sera del 7 no­vem­bre del 1628 e ci tro­viamo, come de­scrive lui, [Man­zoni] su un sen­tiero, un viot­tolo nei pressi di Lecco. E qui tro­viamo il no­stro primo pro­ta­go­ni­sta, don Ab­bon­dio

Men­tre parla del “viot­tolo nei pressi di Lecco” An­gela in­dica una stra­dic­ciola a lato di un pic­colo prato con vil­letta sullo sfondo. Il te­le­spet­ta­tore può le­git­ti­ma­mente pen­sare si tratti di una qual­che lo­ca­lità di Lecco par­ti­co­lar­mente le­gata a “I Pro­messi Sposi”.

E in­vece no. Stra­dic­ciola, pra­ti­cello e vil­letta si tro­vano im­me­dia­ta­mente die­tro il Ca­stello dell’Innominato a Ver­cu­rago, non solo al­cuni chi­lo­me­tri lon­tano da Lecco ma so­prat­tutto in una si­tua­zione na­tu­ra­li­stico-am­bien­tale com­ple­ta­mente di­versa da quella de­scritta da Manzoni.

La que­stione non è ov­via­mente del chi­lo­me­tro più in qua o più in là (sap­piamo tutti che il ter­ri­to­rio dal 1628 è pro­fon­da­mente mu­tato e dove c’erano al­beri o vi­gne ora sor­gono fab­bri­che e con­do­mini) ma di com­pren­dere per­ché Man­zoni ri­te­nesse im­por­tante in­di­care con esat­tezza l’ambiente fi­sico in cui è im­mersa Lecco, “luogo” spe­ciale da cui prende il via il romanzo.

Prima di pre­sen­tarci “la stra­dic­ciola” per­corsa da don Ab­bon­dio, Man­zoni de­dica in­fatti le due pa­gine ini­ziali del suo ro­manzo a una il­lu­stra­zione mi­nu­ziosa della “riva” lecchese.

Una de­scri­zione che è in­sieme per­fet­ta­mente cen­trata sul piano dell’osservazione na­tu­ra­li­stica (il pa­leon­to­logo An­gela sarà d’accordo con noi) ed ec­cel­lente sul piano ar­ti­stico e linguistico.

Una de­scri­zione che ha con­qui­stato il mondo (pos­siamo dirlo senza esa­ge­ra­zione) e a cui si deve l’immediata em­pa­tia del let­tore nei con­fronti del li­bro che si ac­cinge a leggere.

Il Monte San Martino e il Resegone come sono nella nostra realtà attuale e come li volle rappresentare Manzoni nell’edizione 1840 de “I Promessi Sposi — Storia della Colonna infame”. Si noti l’accentuazione prospettica delle illustrazioni, a rimarcare quel «monti sorgenti dall’acque».

Man­zoni de­scrive la conca in cui si trova Lecco (è for­mata dai de­triti tra­sci­nati dai tre tor­renti che hanno fatto la sto­ria della città) e lo sce­na­rio di San Mar­tino e Re­se­gone, i due monti cir­co­stanti, sca­vati da quei torrenti.

Per la loro strut­tura, la roc­cia di que­sti due ca­rat­te­ri­stici monti di Lecco pre­senta mille sfaccettature.

Dal primo mat­tino su di esse si ri­flette il sole con uno straor­di­na­rio e ra­pido mu­ta­mento di luci e om­bre che cam­biano in­ces­san­te­mente la fi­sio­no­mia dell’ambiente. Quel ca­rat­te­ri­stico fe­no­meno, dall’infanzia e per anni da lui os­ser­vato dall’ampia Villa al Ca­leotto, Man­zoni volle con­di­vi­derlo con noi nel 1822 nell’Inno “La Pentecoste”:

Come la luce ra­pida / Piove di cosa in cosa, / E i co­lor vari su­scita / Do­vun­que si riposa.

Non è dif­fi­cile com­pren­dere per­ché Man­zoni de­cise di col­lo­care l’avvio (e la con­clu­sione) della vi­cenda de­gli sposi pro­messi in quel con­te­sto na­tu­ra­li­stico, an­cora oggi in­cre­di­bil­mente sug­ge­stivo, no­no­stante la ur­ba­niz­za­zione ve­ra­mente “sel­vag­gia” del territorio.

Quella fa­mosa frase «monti sor­genti dall’acque» non è solo de­scrit­tiva: è an­che al­le­go­rica, e in due direzioni.

Da un lato Man­zoni esprime poe­ti­ca­mente la teo­ria del sol­le­va­mento (non è il mare che ri­ti­ran­dosi ha messo allo sco­perto i monti, ma sono i monti a es­sere emersi dal mare).
Di quel sol­le­va­mento da­gli abissi at­tra­verso il quale l’evoluzione del mondo ci ha re­ga­lato i fos­sili, gli stru­menti per la com­pren­sione della sto­ria della vita (l’intero ter­ri­to­rio – in par­ti­co­lare la conca di Esino a po­chi chi­lo­me­tri da Lecco – ne pre­senta una stu­penda raccolta).

Dall’altro Man­zoni in­dica la ten­sione ascen­dente dei monti (os­sia del mondo ter­reno), che solo sor­gendo dalle ac­que e in­nal­zan­dosi al cielo sono toc­cati dalla luce, su­sci­ta­trice di vita.

Inu­tile dire che svi­lup­pando un tema del ge­nere il pa­leon­to­logo An­gela avrebbe ve­ra­mente at­ti­rato l’attenzione de­gli ita­liani e si sa­rebbe as­si­cu­rato anni di me­ri­tata e am­mi­rata notorietà.

È certo sulla base an­che di con­si­de­ra­zioni del ge­nere che Man­zoni de­cise di fare na­scere il suo ro­manzo nell’ambiente di Lecco, che egli co­no­sceva come il pro­prio animo e amava, aven­dolo per­corso dall’infanzia fino ai suoi tren­ta­tré anni in lun­ghe cam­mi­nate quo­ti­diane, in ogni sta­gione e tempo.

Senza ciò, si com­prende ben poco del ro­manzo di Manzoni.

Cosa ci si aspet­tava dalla nota bra­vura dei fo­to­grafi e del re­gi­sta Ci­pol­litti della RAI? che cosa dai droni con te­le­ca­mera, le nuove mac­chine che stanno ri­vo­lu­zio­nando la no­stra vi­sione della natura?

Gli abi­tanti di Lecco, che si sono in­col­lati al te­le­vi­sore sa­bato 7 aprile, vo­le­vano ve­dere quelle realtà straor­di­na­rie del loro ter­ri­to­rio, dall’origine del mondo vi­ste solo da­gli agili abi­ta­tori dei cieli, ma che ora, per la prima volta nella sto­ria dell’umanità, po­tremmo ve­dere an­che noi.

Pen­sa­vano che l’abilità tec­nica e la sen­si­bi­lità di os­ser­va­tore del na­tu­ra­li­sta An­gela avrebbe rin­no­vato con la ma­gia delle im­ma­gini quella che Man­zoni 190 anni fa ci re­galò con la parola.

E cosa ci ha dato in­vece An­gela?
Un pra­ti­cello con sullo sfondo una ca­setta, certo cara a chi vi abita, ma in­si­gni­fi­cante per lo spet­ta­tore. Non solo, ma il bril­lante con­dut­tore non ha vo­luto – è così! non ha vo­luto – nep­pure pro­nun­ciare il nome di Lecco se non in un con­te­sto senza anima.

2ª ci­ta­zione
[1:14:20] – ALBERTO ANGELA (sem­pre da Ver­cu­rago, ap­pena die­tro le ro­vine del Ca­stello dell’Innominato): «Ma ci sono mille dif­fi­coltà e quindi [don Ro­drigo] si ri­volge a de­gli amici po­tenti per al­lon­ta­nare da Lecco Fra Cri­sto­foro.»

A ol­tre metà della tra­smis­sione udiamo così pro­nun­ciare per la se­conda e ul­tima volta il nome di Lecco, ma come com­ple­mento di stato in luogo e senza che lo spet­ta­tore possa com­pren­dere per­ché mai Man­zoni avesse scelto “quella” cit­ta­dina come culla del suo romanzo.

E la cosa è ve­ra­mente cu­riosa, dal mo­mento che qui ANGELA parla di una fi­gura de “I Pro­messi Sposi” alla quale – sono sue pa­role – Man­zoni “forse te­neva maggiormente”.

È un pec­cato che ad An­gela e ai suoi con­su­lenti Bar­bero e Pro­ietti non sia ve­nuto in mente che Fra Cri­sto­foro vi­veva a Pe­sca­re­nico, nel 1630 una lo­ca­lità af­fac­ciata sull’Adda, ap­pena sotto lo sto­rico ponte Vi­sconti, quello ri­preso da Leo­nardo nella Gio­conda, quello per­corso dalle truppe mer­ce­na­rie di Wal­len­stein, im­mor­ta­late da Man­zoni, quello per­fet­ta­mente igno­rato da RAI3-ANGELA.

Pe­sca­re­nico, si di­ceva, al­lora una co­mu­nità au­to­noma sul piano am­mi­ni­stra­tivo ma a solo un paio di chi­lo­me­tri dal cen­tro di Lecco (20 mi­nuti a piedi), i cui abi­tanti erano de­diti alla pe­sca e da cui Renzo, Lu­cia e Agnese tra­ver­sa­rono l’Adda nella tra­gi­co­mica “notte de­gli imbrogli”.

Oggi Pe­sca­re­nico è uno dei quar­tieri più in­tri­ganti di Lecco, con an­cora ar­chi­tet­ture e am­bienti di quel Sei­cento che tanto piace al con­dut­tore An­gela. Pen­sate cosa avreb­bero sa­puto trarne i bravi fo­to­grafi della RAI!

Fon­dato nel 1575, ai tempi nar­rati da Man­zoni il Con­vento di Pe­sca­re­nico era un im­por­tante cen­tro re­li­gioso, ma non solo, so­prat­tutto per la sua po­si­zione geo-politica.

Si tro­vava in­fatti a metà strada tra Ber­gamo e Como e al con­fine tra il Du­cato di Mi­lano e la Re­pub­blica di Venezia.

Da un lato quindi era un punto di so­sta per gli spo­sta­menti dei re­li­giosi tra le di­verse città (ri­cor­diamo il ruolo im­por­tante de­gli ec­cle­sia­stici nel campo della giu­sti­zia an­che penale).

Dall’altro era un punto di ri­fe­ri­mento per i molti che per una ra­gione o per l’altra vo­le­vano espa­triare dal Du­cato e ri­fu­giarsi nella vi­cina Re­pub­blica ve­neta: sol­dati dei vari eser­citi, in fuga dalla mi­se­ra­bile mi­li­zia; ri­belli più o meno con­sa­pe­voli, come per un mo­mento della pro­pria vita fu Renzo, in fuga da Mi­lano e ri­cer­cato come fa­ci­no­roso criminale.

Ma il con­vento è tut­tora at­tivo. Anzi, re­cen­tis­si­ma­mente è stato molto ben re­stau­rato, come si con­viene a uno dei tre Mo­nu­menti Na­zio­nali de­di­cati a Man­zoni, ed è vi­si­tato da mi­gliaia di ita­liani e stra­nieri che tro­vano in­tatti gli am­bienti in cui vi­ve­vano i re­li­giosi nel Sei­cento (nelle im­ma­gini il Con­vento verso il 1920 e oggi, dopo la ri­strut­tu­ra­zione integrale).

Lecco rimossa anche nell’immagine.

Sul piano della rap­pre­sen­ta­zione sce­nica (è il forte delle tra­smis­sioni RAI-ANGELA) le cose sono in­fatti an­date an­che peg­gio che per le parole.

A Lecco è stata de­di­cata una sola im­ma­gine fissa [03:12] per 3 se­condi, per due dei quali con so­pra il nome del regista.

In que­sta im­ma­gine, ri­presa con la su­per tec­no­lo­gia RAI, Lecco ap­pare lon­tana lon­tana (vedi a lato) e la stessa li­nea den­tata del Re­se­gone, così ca­rat­te­ri­stica, è de­ci­sa­mente in­di­stin­gui­bile. Co­mun­que molto meno di quanto non sia an­cora oggi da Mi­lano in una gior­nata ap­pena ap­pena serena.

Non una pa­rola né una scritta a con­sen­tire che la città di Man­zoni e de “I Pro­messi Sposi” (lo scrit­tore de­fi­niva il suo ter­ri­to­rio come «uno dei più bei paesi del mondo») po­tesse es­sere iden­ti­fi­cata dai due mi­lioni di spet­ta­tori di tutta Ita­lia che ov­via­mente non ave­vano la com­pe­tenza per po­terla ri­co­no­scere a colpo d’occhio.

Non ba­sta! Nell’unica im­ma­gine di “quel ramo del Lago di Como” che An­gela ci mo­stra (due se­condi, al [2:02:17] vedi a lato), non viene mo­strato nep­pure un ac­cenno della pe­ri­fe­ria di Lecco (si sa­rebbe vi­sta sulla de­stra della foto).

Chi non co­no­sce la zona deve sa­pere che Lecco non è si­tuata in una valle na­sco­sta: è pro­prio allo sbocco del ramo a mez­zo­giorno del Lago di Como, in una po­si­zione cen­trale (non per nulla era im­por­tante sul piano stra­te­gico-mi­li­tare ed economico).

Per non ve­derla uno deve pro­prio met­tersi di impegno.

Ri­le­viamo – giu­sto per la cro­naca e senza al­cuna in­ten­zione di ipo­tiz­zare una qual­che ma­li­zia – che que­sto ta­glio è ben di­verso da quello pro­po­sto da RAI-ANGELA in fase di pro­mo­zione, quando si vo­le­vano at­ti­rare i telespettatori.

Sotto mo­striamo le due di­verse pro­spet­tive uti­liz­zate nella tra­smis­sione: nella prima (fase di pro­mo­zione e al­let­ta­mento) si vede con chia­rezza Lecco, il San Mar­tino (il suo monte per ec­cel­lenza) e la fuga di monti che ren­dono quel ramo del lago as­so­lu­ta­mente unico al mondo.

Nella se­conda, in­vece, quella che hanno guar­dato 2 mi­lioni di spet­ta­tori, ri­ma­nen­done scor­nati. In quella se­conda foto Lecco non è mo­strata nep­pure di stri­scio e al cen­tro della vi­suale è in­vece il Co­mune di Pe­scate e il Monte San Mi­chele, en­trambi a qual­che chi­lo­me­tro sotto Lecco. Tra l’altro con una in­qua­dra­tura che rende an­che Pe­scate del tutto ano­nima – fa­cen­done uno dei cen­to­mila paesi eu­ro­pei che si af­fac­ciano su uno spec­chio lacustre.

Per­ché il let­tore possa avere chiaro il qua­dro di ri­fe­ri­mento, ri­pren­diamo un’immagine dell’area, evi­den­ziando sia Lecco (mai mo­strata da RAI-ANGELA) sia Pe­scate, pro­po­sta da RAI-ANGELA come luogo sim­bolo de “I Pro­messi Sposi”.

Mo­rale: nella lotta tra al­let­ta­menti pro­mo­zio­nali e realtà, Lecco è stata sem­pli­ce­mente rimossa.

Quando la cancellazione diventa disinformazione.

Ma nella tra­smis­sione di An­gela non vi è solo la cen­sura del reale. È ben ope­rante an­che la sua de­for­ma­zione, ma in modo così evi­dente da su­sci­tare per­fino tenerezza.

Pro­prio a ini­zio tra­smis­sione An­gela dice in­fatti pa­role che nulla hanno a che ve­dere con ciò che egli stesso in­dica allo spet­ta­tore, in un’opera – vo­luta o meno poco im­porta – di vera di­sin­for­ma­zione, ab­ba­stanza cu­riosa in un ri­cer­ca­tore-na­tu­ra­li­sta con anni di espe­rienza sul campo.

[00:10] – An­gela: «Noi ora ci tro­viamo a quasi 1400 me­tri di quota ai Piani d’Erna. Pra­ti­ca­mente è un pro­mon­to­rio che do­mina un pa­no­rama stu­pendo. Ve­dete: alle mie spalle ci sono, valli, cen­tri abi­tati, mon­ta­gne.
E alle mie spalle, lo ve­dete, un grande lago. Un lago fa­mo­sis­simo. È il lago di Como.
E tutti noi ab­biamo im­pa­rato a co­no­scerlo fin dai tempi di scuola. Vi cito una frase: “Quel ramo del Lago di Como che volge a Mez­zo­giorno”, ec­ce­tera eccetera.»

No­stro com­mento – Pur­troppo alle spalle di An­gela non si vede nulla di ciò che egli dice: si vede in­vece (con­fu­sa­mente per­ché c’è fo­schia, i fo­to­grafi RAI sono stati sfor­tu­nati), il pic­colo Lago di Gar­late (a Sud di Lecco) dove l’Adda si rial­larga, e sullo sfondo, die­tro il Monte San Mi­chele, si in­tra­vede il mo­de­sto Lago di Annone.

Dal punto in cui è men­tre parla, An­gela po­trebbe mo­strare fa­cil­mente il vero Lago di Como, Lecco e il grande monte ca­rat­te­ri­stico che lo do­mina, il San Martino.

Che cade a stra­piombo sul lago e che Man­zoni ha vo­luto mo­strare nelle due prime il­lu­stra­zioni del suo ro­manzo nella ver­sione fi­nale del 1840.

Per non mo­strare que­sto monte, che con­nota Lecco in modo an­cora più netto del Re­se­gone, dai Piani d’Erna An­gela ha do­vuto sce­gliere una pro­spet­tiva par­ti­co­lare, met­tendo il fo­to­grafo con le spalle all’ambiente che egli stesso de­scrive a pa­role ma che non mo­stra al telespettatore.

Per­ché que­sta evi­den­te­mente vo­luta can­cel­la­zione di Lecco?

È una bella do­manda che tutti i lec­chesi do­vreb­bero ri­vol­gere ad An­gela e alla RAI, se­guendo ma­gari l’esempio della pro­vin­cia di Bel­luno che ha la­men­tato di es­sere stata ta­gliata dal viag­gio di An­gela sulle Do­lo­miti (vedi «“Le Do­lo­miti le ab­biamo an­che noi”: la pro­vin­cia di Bel­luno con­tro Al­berto An­gela.»).

Lecco cancellata dalla vita di Manzoni

Va da sé che, can­cel­lata Lecco dalla car­tina geo­gra­fica e dalle te­le­ca­mere RAI ad alta tec­no­lo­gia, la città de “I Pro­messi Sposi” è stata can­cel­lata an­che dalla vita di Ales­san­dro Manzoni.

Mai, in nes­sun mo­mento della tra­smis­sione RAI3-ANGELA, si dice in­fatti che Man­zoni nac­que sì a Mi­lano ma che già ai suoi due giorni di vita si tro­vava a ba­lia a Ca­scina Co­sta di Gal­biate, in una pro­prietà del pa­dre Pie­tro, a poca di­stanza da Lecco, al­lat­tato dalla con­ta­dina Ca­te­rina Pan­zeri. Il pic­colo Man­zoni passò in­fan­zia e ado­le­scenza in quei luo­ghi, an­che con­ta­dino per pas­sione tra con­ta­dini per ne­ces­sità, bean­dosi della vi­sta di quel lago di Lecco che egli poi scelse per ot­time e va­rie ra­gioni come am­bien­ta­zione ideale al ro­manzo e come omag­gio alla sua quasi-patria.

Ri­cor­diamo ai let­tori che non si oc­cu­pano con in­ten­sità di que­ste vi­cende che alla na­scita di Ales­san­dro Man­zoni, nel 1785 (una data mai ci­tata nella tra­smis­sione) la sua fa­mi­glia era già da 200 anni la più in­fluente della città di Lecco. Che lì vi aveva edi­fi­cato la tut­tora pre­sente grande Villa Man­zoni cui Ales­san­dro fece esclu­sivo ri­fe­ri­mento fino ai suoi se­dici anni di vita, as­sieme al pa­dre Pietro.

Que­sta casa di fa­mi­glia – Villa Man­zoni al Ca­leotto di Lecco – è a sua volta, as­sieme al Con­vento di Pe­sca­re­nico, Mo­nu­mento Na­zio­nale in onore di Man­zoni.

Man­zoni, an­che da spo­sato, la al­ternò con le al­tre due sue case, di Mi­lano e di Bru­su­glio (an­che que­sta mai nep­pure ci­tata nella tra­smis­sione). E vi visse a più ri­prese con ma­dre, mo­glie e fi­gli fino al 1818, ai suoi tren­ta­tré anni.
Fa­cen­done il cen­tro di un’ampia rete di re­la­zioni eco­no­mi­che e so­ciali (per due anni Man­zoni fu di Lecco an­che il rap­pre­sen­tante le­gale, un Sin­daco ante-litteram).

Si tratta di un grande com­plesso su tre piani, oggi di pro­prietà del Co­mune di Lecco, di ol­tre 3.500 me­tri qua­dri co­perti, che ospita un Mu­seo Man­zo­niano e pre­senta al vi­si­ta­tore gli am­bienti in cui Man­zoni visse per lun­ghi mo­menti della vita fino alla piena maturità.

Nelle im­ma­gini, Villa Man­zoni al Ca­leotto di Lecco, e lo spac­cato della Villa, pros­sima sede di un Mu­seo della lin­gua ita­liana, che po­trà di­ven­tare un cen­tro di at­tra­zione mon­diale. Ma di que­ste mi­nu­zie pro­vin­ciali evi­den­te­mente a RAI-ANGELA nulla importa.