Osservazioni critiche sulla adeguatezza didattica del docu-film «Alessandro Manzoni, milanese d’Europa – L’immagine della parola». Un film di Pino Farinotti. Regia di Andrea Bellati. Scritto da Angelo Stella e Pino Farinotti. Prodotto dal Centro Nazionale Studi Manzoniani, con il contributo di Fondazione Cariplo.
Nostre osservazioni
[1] Senza proferire parola, Farinotti passa di fronte alla “Casa di Lucia”. Proseguendo diritto per altri 100 metri si troverebbe di fronte alla Chiesa di Don Abbondio in Olate [4]. Ma cambia idea.
[2] Infatti, appena vede un arco in muratura (nulla a che vedere con “I Promessi Sposi”) posto poco sotto il sagrato della chiesa di Olate, gira a destra e lo varca, allontanandosi così dalla Chiesa.
[3] Di colpo, Farinotti si ritrova a oltre 1,5 chilometri di distanza, nell’angolo nord-ovest di Piazza Era a Pescarenico (ma ignorando il Convento dei Cappuccini, uno degli epicentri del romanzo e per ciò Monumento Nazionale).
[4] Cambia di nuovo idea e, con un balzo all’indietro, si ritrova di fronte alla Chiesa di Olate.
[5] Si sposta a destra, verso la Chiesa di Acquate; la supera e passa sotto un altro portico (anch’esso non riferibile ad alcunché de “I Promessi Sposi”) posto dietro la chiesa stessa.
[6] Scende verso il lago e si trova all’imbocco di via Tonio e Gervaso di Acquate, dove è posta la targa commemorativa dell’incontro tra Don Abbondio e i bravi. Sale lungo la via.
[7] Fa dietro front e torna sui suoi passi. Fin qui la passeggiata si è svolta senza alcun commento.
[8] Finalmente il silenzio viene spezzato. Farinotti legge il brano de “I Promessi Sposi” di cui abbiamo già fatto memoria.
Il lettore non deve pensare a una nostra esposizione maliziosa. È proprio ciò che viene rappresentato nel docu-film del Centro Nazionale Studi Manzoniani, per mostrare i “luoghi manzoniani” di Lecco. Come abbiamo visto, non solo quelli “immaginati” ma anche quelli “à la carte”, che forse incontrano il senso estetico del regista Bellati, come gli archi in muratura.
Con buona pace degli Assessori al Turismo e alla Cultura di Lecco, che stanno cercando di costituire un “percorso manzoniano” che abbia un qualche senso.
Il recentemente restaurato Convento dei Cappuccini, in Piazza Padre Cristoforo, a Pescarenico in Lecco (di cui il CNSM nel suo “tour lecchese” si è dimenticato), è il terzo Monumento Nazionale dedicato alla figura di Alessandro Manzoni – oltre a Villa Manzoni al Caleotto di Lecco e alla casa natale di Milano in Via Visconti di Modrone 16 (già Via San Damiano).
Dopo la parentesi funambolica dedicata ai “luoghi manzoniani reali o presunti”, veniamo al come, nel docu-film del CNSM, si opera una sostanziale censura nei confronti di due importanti monumenti – questi reali, realissimi – che esprimono da sempre il legame tra Manzoni e Lecco: Villa Manzoni al Caleotto e il Monumento bronzeo al poeta del 1891, voluto fortemente dall’Abate Stoppani, alla testa di tutta la città. [vai al capitolo successivo, dedicato a Villa Manzoni al Caleotto di Lecco].
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