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17 ottobre 2016

Alessandro Manzoni, l’Abate Stoppani e l’Imperatore del Brasile Don Pedro II d’Alcântara.

Uno dei primi a ri­spon­dere con un ge­ne­roso con­tri­buto alla com­pa­gna per il Mo­nu­mento a Man­zoni in Lecco fu Don Pe­dro II d’Alcântara. L’Imperatore del Bra­sile era esti­ma­tore di Man­zoni (che a sua volta ne ap­prez­zava lo spi­rito de­mo­cra­tico) e tra­dusse in por­to­ghese il “5 Maggio”.

Pre­sen­ta­zione della redazione
L’articolo che ri­por­tiamo qui sotto è stato pub­bli­cato il 17 ot­to­bre 2016 da Re­se­go­neon­line (vedi QUI), sem­pre at­tento alle te­ma­ti­che man­zo­niane e sem­pre ge­ne­roso nel con­ce­derci ospi­ta­lità. Nell’articolo si pre­sen­tano due let­tere ine­dite, re­la­tive al Mo­nu­mento a Man­zoni in Lecco. La se­conda, scritta l’8 Mag­gio 1885 da Lecco a Don Pe­dro II de Al­cân­tara, Im­pe­ra­tore del Bra­sile, è dell’Abate Stop­pani. In essa Stop­pani, Pre­si­dente del Co­mi­tato per la rea­liz­za­zione del Mo­nu­mento, rin­gra­ziava l’Imperatore per la ge­ne­rosa of­ferta ac­cor­data alla sua realizzazione.

Ci te­niamo a ri­chia­mare l’attenzione del let­tore su un fatto, estre­ma­mente po­si­tivo per la fi­du­cia che bi­so­gna sem­pre nu­trire nel va­lore del di­bat­tito cul­tu­rale. A se­guito della pub­bli­ca­zione di que­sto ar­ti­colo – dopo un anno di no­stri ri­chiami, ri­ma­sti pur­troppo ina­scol­tati – il Co­mune di Lecco si è de­ciso a to­gliere dal pro­prio sito Web il Co­mu­ni­cato stampa, pre­sen­tato dal Co­mune stesso il 15 no­vem­bre 2015 in Con­fe­renza Stampa, nel quale era in­ca­sto­nata una au­ten­tica perla sto­rio­gra­fica. Nel Co­mu­ni­cato del Co­mune si di­ceva in­fatti che Don Pe­dro d’Alcântara era stato «Im­pe­ra­tore del Mes­sico» e non Im­pe­ra­tore del Bra­sile, come in realtà fu.

Su que­sto grot­te­sco er­rore ave­vamo ri­chia­mato più volte – in via per­so­nale e in via for­male – l’attenzione di tutta la strut­tura co­mu­nale (Sin­daco in te­sta) per­ché si evi­tasse alla città di Lecco que­sta ver­go­gnosa di­mo­stra­zione di igno­ranza e di sprezzo del ri­di­colo ma, come già ri­cor­dato, i no­stri ap­pelli erano sem­pre ri­ma­sti ina­scol­tati. Fi­nal­mente, dopo que­sto ar­ti­colo, pub­bli­cato me­ri­to­ria­mente da Re­se­go­neon­line, qual­che lec­chese di buon senso deve es­sersi reso conto che l’incresciosa si­tua­zione avrebbe po­tuto get­tare una non fa­vo­re­vole luce sul pro­getto di ge­mel­lag­gio tra Lecco e la città bra­si­liana di Cam­pi­nas, luogo na­tale del com­po­si­tore An­to­nio Carlo Go­mes. Quel lec­chese deve avere ri­chia­mato chi di do­vere ai pro­pri com­piti. Tutto è bene quel che fi­ni­sce bene.

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Mi­lano, 16 ot­to­bre 2016
Alla cor­tese at­ten­zione della Re­da­zione di Re­se­go­neon­line.

Gen­tile Di­ret­tore Comuzzi,
ve­nerdì 14 ot­to­bre, dopo avere as­si­stito alla Torre Vi­scon­tea in Lecco all’avvio del mese man­zo­niano, ri­met­tendo a po­sto le carte, ho tro­vato la tra­scri­zione da me fatta di due let­tere, di Ales­san­dro Man­zoni e dell’Abate Stop­pani, a Don Pe­dro II d’Alcântara, Im­pe­ra­tore del Bra­sile. Que­sti, am­mi­ra­tore e tra­dut­tore in por­to­ghese di Dante e di Man­zoni, diede un con­tri­buto so­stan­zioso alla rea­liz­za­zione del mo­nu­mento a Man­zoni in Lecco, av­viata a fine 1884 dell’Abate Stoppani.

Ho an­che la tra­scri­zione della let­tera della Le­ga­zione Bra­si­liana di Roma che co­mu­nica al Pre­si­dente Stop­pani es­sere a di­spo­si­zione del Co­mi­tato la somma ero­gata dall’Imperatore. Que­sta, e la let­tera di ri­spo­sta dell’Abate Stop­pani, sono due ine­diti che i let­tori della Vo­stra te­stata si­cu­ra­mente ap­prez­ze­ranno, so­prat­tutto in que­sto 125º an­ni­ver­sa­rio del Mo­nu­mento a Man­zoni in Lecco. Sono an­cora quindi a chie­derLe ospi­ta­lità. Gra­zie per le tante cor­te­sie e cor­diali saluti.

Fa­bio Stoppani
Cen­tro Studi Abate Stoppani

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Le let­tere di Ales­san­dro Man­zoni e dell’Abate Stop­pani (ine­dita) a Don Pe­dro II d’Alcântara, Im­pe­ra­tore del Brasile

Come ri­cor­derà il let­tore at­tento alle me­mo­rie della città, il 6 ot­to­bre scorso, sulle co­lonne di que­sta ospi­tale te­stata (vedi QUI), ave­vamo nar­rato come l’Abate Stop­pani, alla fine del 1884, avesse ope­rato per­ché si for­masse il Co­mi­tato Pro­mo­tore per il Mo­nu­mento a Man­zoni in Lecco e avesse lan­ciato una va­sta cam­pa­gna di pro­mo­zione in Ita­lia e all’estero per rac­co­gliere i fondi ne­ces­sari all’impresa.
Tra i primi che ri­spo­sero all’appello (fu­rono ol­tre 3.000 i sot­to­scrit­tori) vi fu Don Pe­dro II d’Alcântara, Im­pe­ra­tore del Bra­sile, che donò per il Mo­nu­mento 500 Lire (circa 20.000 de­gli Euro di oggi).
La sot­to­scri­zione dell’Imperatore del Bra­sile, ol­tre che per la somma in sé, fu im­por­tante per­ché diede all’iniziativa dell’Abate Stop­pani e della città di Lecco una di­men­sione in­ter­na­zio­nale e fece com­pren­dere – an­che ai più di­stratti – l’importanza cul­tu­rale dell’iniziativa in­ti­to­lata ad Ales­san­dro Manzoni.
A se­guito della pub­bli­cità che molti quo­ti­diani die­dero a que­sta sot­to­scri­zione (l’Abate Stop­pani fu molto at­tivo in quella di­re­zione), molti no­bili ita­liani si sen­ti­rono spinti a non es­sere da meno di uno stra­niero nell’onorare la me­mo­ria di Man­zoni e die­dero il loro con­tri­buto, se­guendo l’incitazione che Stop­pani aveva ri­volto alla na­zione il 10 feb­braio 1885 con il ma­ni­fe­sto per la rac­colta fondi: «Né il ricco re­puti troppo ge­ne­roso il suo oro, né il po­vero troppo me­schino il suo soldo!».

Don Pe­dro II d’Alcântara (nato nel 1825 e Im­pe­ra­tore del Bra­sile dal 1841 al 1889) ol­tre che go­ver­nante sti­mato per l’onestà e la lotta con­tro lo schia­vi­smo, fu ca­po­fila di un gruppo di in­tel­let­tuali, riu­niti in­torno all’Istituto sto­rico e geo­gra­fico del Bra­sile, im­pe­gnati nella co­stru­zione e af­fer­ma­zione dell’identità na­zio­nale. Ebbe una spic­cata sim­pa­tia per l’Italia e la no­stra cul­tura (sua mo­glie era la prin­ci­pessa na­po­le­tana Te­resa Cri­stina di Borbone).
Della Di­vina Com­me­dia di Dante tra­dusse in por­to­ghese due Canti: In­ferno V, in cui si narra la vi­cenda d’amore di Fran­ce­sca da Ri­mini e In­ferno XXXIII, dove si narra la fine del Conte Ugolino.
Di Man­zoni tra­dusse l’Ode «Il cin­que Mag­gio» scritta nel 1821, in oc­ca­sione della morte di Na­po­leone, con il ti­tolo «Cinco de maio, ode he­róica à morte de Na­po­leão».

Il gio­vane Don Pe­dro, nel 1851, aveva scritto a Man­zoni chie­den­do­gli una sua com­po­si­zione au­to­grafa. Man­zoni, che ve­deva con sim­pa­tia il li­be­rale Im­pe­ra­tore della na­zione sud-ame­ri­cana (ap­pena uscito vit­to­rioso da un con­flitto con l’Argentina di Juan Ma­nuel de Ro­sas), gli mandò, scritta di pro­prio pu­gno, l’Ode «Il Cin­que Mag­gio», ap­punto, con la let­tera che qui riportiamo.

Let­tera di Ales­san­dro Man­zoni a Don Pe­dro II d’Alcântara, Im­pe­ra­tore del Brasile

A Don Pe­dro II, Im­pe­ra­tore del Brasile
Mi­lano, 18 mag­gio 1852

Nell’ubbidire all’inaspettata e troppo ono­re­vole ri­chie­sta, che gli viene così da alto, te­me­rebbe il sot­to­scritto di ce­dere a una sod­di­sfa­zione della sua po­vera va­nità, se non si sen­tisse pre­do­mi­nare nell’animo una più no­bile con­so­la­zione, quella cioè di ve­dersi aperto l’adito e, in certa ma­niera con­cessa la fa­coltà d’offrire le sue vi­vis­sime con­gra­tu­la­zioni alla Per­sona a cui il Si­gnore volle dare un po­tere così es­sen­ziale e così fe­lice in una santa e ve­ra­mente glo­riosa vit­to­ria, e d’esprimere in­sieme il lieto au­gu­rio, che Co­de­sta me­de­sima Au­gu­sta Per­sona sia de­sti­nata all’impresa, an­cora più glo­riosa, di far ces­sare la schia­vitù in un va­stis­simo ter­ri­to­rio. Im­presa dif­fi­cile e lunga, ma che non è vano spe­rare dal po­tere unito a una ferma e pru­dente vo­lontà del bene e da una gio­vi­nezza già il­lu­stre e be­ne­detta dal cielo.

Ales­san­dro Manzoni

Da al­lora e fino alla morte di Man­zoni, tra l’Imperatore del Bra­sile e il no­stro “quasi con­cit­ta­dino” (l’espressione è dell’Abate Stop­pani) si svolse una co­stante cor­ri­spon­denza molto ami­che­vole su temi let­te­rari e sulla tra­du­zione che l’Imperatore sten­deva in por­to­ghese de “Il Cin­que Maggio”.
I due let­te­rati si co­nob­bero an­che di per­sona. Nell’ottobre 1871 Don Pe­dro II d’Alcântara, in vi­sita di Stato in Ita­lia, si recò a Bru­su­glio a in­con­trare il no­stro poeta e nel no­vem­bre gli spedì la ver­sione stam­pata della tra­du­zione de “Il Cin­que Maggio”.
Nulla di strano quindi che al Co­mi­tato del Mo­nu­mento a Man­zoni in Lecco, giun­gesse a fine aprile del 1885 la let­tera ine­dita (Ar­chi­vio Co­mune di Lecco) che ri­pro­du­ciamo (no­stra tra­du­zione dal francese):

Le­ga­zione Im­pe­riale del Bra­sile in Italia

Roma, 29 aprile 1885.
Al Si­gnor Pro­fes­sore An­to­nio Stop­pani, Pre­si­dente del Comitato.

Si­gnor Presidente,

Sono in­ca­ri­cato da Sua Mae­stà l’Imperatore, no­stro Au­gu­sto So­vrano, di con­se­gnare nelle Sue mani la somma di cin­que­cento Lire (L. 500) per il Mo­nu­mento che deve es­sere eretto ad Ales­san­dro Man­zoni, nella città di Lecco.

La sud­detta somma si trova a di­spo­si­zione del Co­mi­tato presso que­sta Legazione.

Vo­gliate ac­co­gliere, Si­gnor Pre­si­dente, le espres­sioni dei no­stri mi­gliori sentimenti.

Mi­ni­stro G. Callado.

Let­tera dell’Abate Stop­pani a Don Pe­dro II d’Alcântara, Im­pe­ra­tore del Brasile.

A ri­spon­dere al ge­ne­roso sot­to­scrit­tore fu l’Abate An­to­nio Stop­pani con la let­tera ine­dita che di se­guito ri­por­tiamo (Ar­chi­vio Co­mune di Lecco). [Carta in­te­stata del Co­mi­tato per l’erezione di un Mo­nu­mento ad Ales­san­dro Man­zoni in Lecco. Pro­to­collo n. 328].

Lecco, 8 Mag­gio 1885

Mae­stà!
Mi è som­ma­mente grato l’incarico ri­ce­vuto, come Pre­si­dente del Co­mi­tato per l’erezione d’un Mo­nu­mento ad Ales­san­dro Man­zoni nella Città di Lecco, di rin­gra­ziare la Mae­stà Vo­stra dell’averci, con so­vrana mu­ni­fi­cenza, per­messo di in­scri­vere nell’Album dei sot­to­scrit­tori, un nome tanto glo­rioso e tanto caro all’Italia, come quello di Don Pe­dro d’Alcântara.

Men­tre però vado su­perbo di tanto onore, non posso non sen­tirmi pro­fon­da­mente umi­liato dal non tro­var pa­role ade­guate ad espri­mere la ri­co­no­scenza, la gioia, l’ammirazione e tutto quel com­plesso di vi­vis­sime emo­zioni, con cui il Co­mi­tato e la Cit­ta­di­nanza di Lecco ac­colse la ina­spet­tata no­vella. Sa­pe­vamo be­nis­simo, come a tutti è noto in Ita­lia, di qual vin­colo di an­tica sim­pa­tia e d’affetto la Mae­stà Vo­stra è le­gata al Bel Paese; sa­pe­vamo che Le è sa­cro il culto dei no­stri grandi, e in ve­ne­ra­zione spe­cia­lis­sima quel Sommo di cui la Mae­stà Vo­stra fe’ udire, tra­dotti nel pa­trio idioma, gli al­tis­simi canti.

Ma ciò che ci ha ve­ra­mente sor­presi ed in modo sin­go­lare edi­fi­cati, fu la spon­ta­neità con cui la Mae­stà Vo­stra ap­pena in­for­mata delle ono­ranze che si pre­pa­ra­vano nella Sua quasi na­tiva città, volle pre­ve­nire l’istanza spe­ciale, che il Co­mi­tato non avrebbe man­cato d’inviarLe, man­dando, tutto di motu pro­prio, la Sua ge­ne­ro­sis­sima offerta.

Di ciò il Co­mi­tato e la Città di Lecco man­ter­ranno verso la Mae­stà Vo­stra pe­renne me­mo­ria e ri­co­no­scenza, di cui La pre­ghiamo a vo­ler gra­dire come sin­cera, ben­ché ina­de­guata e di­sa­dorna, l’espressione in que­sta mia let­tera che io chiudo coll’animo am­mi­rato e com­mosso, lieto del pari che al­tero di po­termi ras­se­gnare della Mae­stà Vo­stra, sem­pre e co­mun­que devotissimo.

An­to­nio Stoppani

È bella quella parte della let­tera dell’Abate in cui dice che la cit­ta­di­nanza di Lecco man­terrà “pe­renne me­mo­ria” della di­mo­stra­zione di stima da parte dell’Imperatore del Bra­sile per il poeta Manzoni.

Ne sa­ranno certo fe­lici le Au­to­rità bra­si­liane in Ita­lia e le no­stre Au­to­rità at­tive in Bra­sile, quando tra­smet­te­remo loro que­ste no­stre note.

Sa­ranno forse meno con­tenti quando sa­pranno che da un anno, no­no­stante ri­pe­tuti no­stri sol­le­citi, il Co­mune di Lecco con­ti­nua a man­te­nere sul pro­prio sito do­cu­menti uf­fi­ciali in cui dice a chiare let­tere che Don Pe­dro d’Alcântara fu “Im­pe­ra­tore del Mes­sico”. Sì, avete letto bene, “del Mes­sico”, come si legge a pag. 2 del do­cu­mento re­datto dal Co­mune e reso pub­blico nel corso della Con­fe­renza stampa in­detta il 16 mag­gio 2016 per fare il punto sullo stato dei la­vori di re­stauro al Mo­nu­mento: 160516_restauro_manzoni_nota .

Il let­tore, at­tento alla di­gnità cul­tu­rale della pro­pria città, po­trebbe a sua volta ri­vol­gere a tutte le Au­to­rità co­mu­nali e a tutti i Con­si­glieri la do­manda che noi ri­pe­tiamo da un anno, senza avere ri­spo­sta: «Per­ché il Co­mune con­ti­nua a la­sciare sul pro­prio sito do­cu­menti fal­si­fi­canti e con er­rori gros­so­lani sul Mo­nu­mento a Man­zoni in Lecco?»

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