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4 dicembre 2015
A proposito del dibattito sul Monumento ad Alessandro Manzoni in Lecco

Alla cortese attenzione del dottor Gian Luigi Daccò

Prefazione della Redazione.

In risposta alla nostra lettera aperta del 23 novembre 2015 al Sindaco di Lecco Virginio Brivio sulla “Relazione Storica sul Monumento a Manzoni in Lecco” approntata dalla dottoressa Tiziana Rota, il 4 dicembre 2016 abbiamo ricevuto via e-mail una lettera di un noto esponente della cultura lecchese, il dottor Gian Luigi Daccò, già direttore del Museo Manzoniano della città, e oggi ascoltato giurato del “Premio Letterario Internazionale A. Manzoni”.

Il dottor Daccò, senza entrare nel merito delle questioni da noi sollevate sul Monumento a Manzoni, ci ha invitato con poche ma chiare parole a non impicciarci negli affari culturali della città.

Riportiamo la sua lettera e la nostra risposta esclusivamente perché l’intervento del dottor Daccò ci ha offerto l’opportunità di approfondire alcuni argomenti sul Monumento a Manzoni che erano rimasti un po’ sotto traccia nella nostra lettera al Sindaco Brivio. Nel rendere pubblica questa corrispondenza pensiamo di fare piacere anche al dottor Daccò che, come uomo di cultura, non potrà che convenire sull’opportunità che il dibattito culturale sia noto alla cittadinanza in tutti i suoi aspetti.

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Alla cortese attenzione
Dottor Gian Luigi Daccò
Giuria Premio Letterario Internazionale “Alessandro Manzoni – Città di Lecco”
Via Caldone 41 a — 23900 Lecco LC
gianluigi.dacco@libero.it

Milano, 4-12-2015
Ns. Rif.: 92005/258178

Monumento a Manzoni: dopo le invenzioni, le scomposte reazioni
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Dal Centro Studi Abate Stoppani, a tutte le strutture e persone interessate
Terza lettera aperta – Milano, 3 dicembre 2015

Il dibattito culturale sul Monumento a Manzoni in Lecco si arricchisce di giorno in giorno (i precedenti e il contesto sono reperibili QUI). Alle due lettere aperte da noi inviate al Sindaco Brivio (16 e 23 novembre scorsi), contenenti la nostra “Analisi Critica” alla tuttora avallata dal Comune “Relazione Storica Monumento a Manzoni in Lecco” della dott.ssa Tiziana Rota, ci sono giunte non poche risposte, alcune elogiative, altre incredule su certi comportamenti evidenziati, da parte di figure rappresentative della cultura di Lecco, nonché da Assessori e Consiglieri comunali.

Giovedì 3 dicembre 2015 ci ha scritto con posta elettronica il dottor Gian Luigi Daccò, già Direttore dei Musei Civici di Lecco e noto esponente del mondo culturale lecchese, da noi sempre tenuto informato del dibattito.
Da uno studioso da sempre impegnato sul tema “Manzoni” ci aspettavamo un contributo risolutivo “alla verità storica” sul Monumento a Manzoni, ma siamo rimasti delusi. Data la caratura e il ruolo della personalità, riteniamo comunque utile rendere pubbliche sia la lettera (distrazioni ortografiche comprese) del dottor Gian Luigi Daccò, sia la nostra risposta.
Il lettore attento comprenderà che anche questa lettera, apparentemente insignificante, del dottor Gian Luigi Daccò, dice molto. È anzi perfettamente all’interno di quella propensione all’incapacità ad assumersi precise responsabilità intellettuali, che si unisce alla “arroganza” di cui abbiamo già avuto modo di scrivere. Questa lettera e la nostra risposta sono parte integrante del “dibattito storico” che abbiamo avviato con il Sindaco Brivio. Anche se (come spesso avviene in chi si trova prigioniero della propria mediocrità – e certamente all’insaputa del Sindaco) dopo le “invenzioni” scattano – irrefrenabili – le “scomposte reazioni”.

_____ Inizio_Lettera Daccò

Egregio signor Fabio Stoppani
vista la sua particolare attenzione all’ ”Affermazione delle cultura di Lecco” vorrei rassicurarla, non si preoccupi. In città vi sono due Facoltà universitarie , con oltre 3.000 studenti provenienti da ogni parte del mondo, 5 musei , biblioteche .archivi, Medie superiori e Licei con oltre 11.000 studenti, giornali, case editrici, Associazioni e Istituti Culturali che già si occupano, da molti anni, molto bene, e con professionalità, della cosa.
Con i migliori saluti

Gian Luigi Daccò
prof. Gian Luigi Daccò

medievista e museologo
via Caldone 41 a
23900 LECCO
____Fine lettera Daccò

Lettera aperta del Centro Studi Abate Stoppani, in risposta al dottor Gian Luigi Daccò

Milano, 3 dicembre 2015

Egregio dottor Gian Luigi Daccò,
Lei ci fa l’onore di una citazione tra virgolette. Lei scrive infatti (la non concordanza plurale/singolare è Sua) « vista la sua particolare attenzione all’ ”Affermazione delle cultura di Lecco” ».
Sue sviste sintattiche a parte, ho riletto con attenzione i documenti che abbiamo inviato a Lei e ad altri 60 nominativi di Lecco. Non ho trovato da nessuna parte una nostra espressione “affermazione della cultura di Lecco”, che risulta quindi una sua personalissima invenzione.
Noi abbiamo sempre parlato della nostra disponibilità a «contribuire alla definizione di un percorso strategico che collochi in modo autorevole Lecco nel panorama culturale italiano ed europeo», a partire da una rivalutazione in chiave moderna del legame Lecco-Manzoni-Stoppani. Cosa ben diversa, che certo non sfugge a un fine intellettuale come è Lei.
La ringrazio invece di cuore per l’illuminante enumerazione delle entità che in Lecco « si occupano, da molti anni, molto bene, e con professionalità, della cosa.», qualunque sia questa “cosa”.

La ringrazio meno del Suo esplicito invito a starcene alla larga dal mondo culturale di Lecco.
Per il momento ci limitiamo a registrare questa sua fuoriuscita, nella cartellina “impudenze / imprudenze locali”, che conta già qualche foglio.

Tornando alla Sua elencazione, devo dirLe che è certo utile ma purtroppo incompleta.
Lecco ha l’onore di godere anche della presenza di una personalità, certamente collegata e collegabile all’esperienza culturale della città.
Infatti, è tuttora brillantemente attivo il Direttore emerito dei Musei Civici di Lecco – il dottor Gian Luigi Daccò. Questi (leggo nel di lui Curriculum), tra molte altre imprese, “ha progettato e coordinato la realizzazione del Museo Manzoniano” di Lecco. Un esperto, quindi, e del Manzoni e del suo rapporto con la città lariana.

Egregio dottor Gian Luigi Daccò,
dal momento che la Sua illuminante enumerazione scaturisce dal dibattito sulla storia del Monumento a Manzoni, pensiamo possa interessarLe sapere che quell’ex-direttore del Museo Manzoniano, quel dottor Gian Luigi Daccò di cui parliamo, nel 2009 aveva firmato un agile ma impegnativo libretto di 80 pagine (formato 25×17); su carta patinata; con molte illustrazioni a colori; edito da Mondadori Electa Spa, dal titolo «Manzoni a Lecco – Luoghi e memorie».

La pubblicazione era stata presentata dal Comune alla città il 1 ottobre 2009 ed è tuttora sponsorizzata dal Comune stesso, a questo indirizzo Web.
Secondo il Comune, la “guida di Gian Luigi Daccò” «ricostruisce, sulla scorta di una rigorosa documentazione, i complessi legami fra Lecco, Manzoni, la sua famiglia, la sua formazione, insomma la premessa della sua vita e del suo romanzo». Sempre il Comune assicurava che «sarà in vendita nel Book shop dei Musei Civici di Lecco, nelle principali librerie e nelle manifestazioni della rassegna “Lecco città del Manzoni”». Insomma, il libretto aveva avuto allora buona accoglienza e gode tuttora dell’approvazione del Comune.

Il libretto è parte di una collana denominata “Guide Artistiche Electa”.
Coerentemente, la “Guida Artistica” di Gian Luigi Daccò riporta molte informazioni e anche stimolanti punti di vista sulla storia della famiglia Manzoni; descrive in dettaglio la casa della famiglia, il Caleotto (ora museo); la “casa di Lucia”; la “chiesa di Don Abbondio”; il “palazzotto di Don Rodrigo”; “Pescarenico”; il “paese del sarto”; il “castello dell’Innominato”; i Musei di Garlate e di Abbadia Lariana dedicati alla seta, ecc. ecc.
Insomma, un’istruttiva panoramica su Lecco e dintorni, visti nei rapporti – fisici e letterari – col Manzoni, scrittore e uomo. È una guida adatta al turista ma non inutile allo studioso. Una guida che per certi aspetti possiamo anche definire “brillante”.

Brillante, ma purtroppo gravemente mutilata.

Curiosamente infatti, quello stesso dottor Gian Luigi Daccò, nelle 80 pagine del suo libro dedicato a Manzoni in Lecco, non cita – neppure di sfuggita, o in nota o in una didascalia – il monumento a Manzoni in Lecco, una imponente e bella statua che sorge nella centralissima Piazza Manzoni, di cui l’11 novembre il Sindaco Brivio ha annunciato con pubblica conferenza l’avvio del restauro. In quell’occasione si è parlato del monumento (opera dello scultore Confalonieri e inaugurato l’11 ottobre 1891) come simbolo sia del rapporto privilegiato tra Lecco e il suo poeta sia del rapporto Lecco-Manzoni e Abate Stoppani, che di quel monumento e del suo plurivalente significato – per molti anni – fu innovativo ed efficace promotore, coadiuvato dai cittadini più influenti della città e sostenuto da moltissimi dei suoi abitanti (tra questi ben 500 bambini, di cui abbiamo nome e cognome) nonché da tanti sottoscrittori di tutta Italia.

Questa stridente mancanza ci aveva colpito fin dai primi momenti del nostro studio sul monumento a Manzoni in Lecco. Il 13 luglio scorso, ne avevamo scritto in dettaglio all’Assessore Corrado Valsecchi, nel quadro di un già avviato scambio di idee sulla politica turistica della città (eravamo in contatto con lui, come porta-voce di Appello per Lecco, anche prima che diventasse Assessore), indicando proprio quel libretto come emblematico di una evidente debolezza interpretativa, presente proprio in alcuni dei considerati “esperti” della storia di Lecco, come può essere considerato il dottor Gian Luigi Daccò.

Infatti, allora come ora, pensavamo: il monumento a Manzoni in Lecco è senz’altro classificabile come ‘artistico’; rappresenta sicuramente un ‘luogo’ della città; è senza dubbio una vera e propria ‘memoria’ di Manzoni.
Dovrebbe quindi avere nella “Guida Artistica” di Gian Luigi Daccò, un posto di rilievo. Ma la “Guida Artistica” di Gian Luigi Daccò, non ne parla affatto e tra le sue 117 illustrazioni, neppure lo spazio di un francobollo è dedicato al Monumento che sorge in Piazza Manzoni. Tanto meno all’Abate Stoppani che, nella “Guida Artistica” di Gian Luigi Daccò, viene ricordato per il suo libro “I Primi anni di A. Manzoni”, ma solo in un paragrafino bibliografico, dedicato ai “luoghi manzoniani”, per di più con poche, liquidatorie parole.

Noi ci occupiamo da tempo della vicenda Monumento a Manzoni in Lecco, e in quel libro dell’Abate Stoppani abbiamo visto fior di spunti e stimolanti indicazioni.
L’Abate Stoppani, unico tra tutti gli uomini di cultura in Italia – e anche in polemica con i migliori intellettuali di Milano – già ai primi del 1874, con quel libro metteva in luce il legame – speciale, irripetibile, fondante – tra Lecco e la personalità artistica e umana di Manzoni. Ma quel libro è indicato dal dottor Gian Luigi Daccò come “molto vecchio” e “indice evidente del disinteresse in cui è caduto l’argomento” (queste sono proprio le sue esatte espressioni).

In questi giorni ferve il “dibattito collettivo” su quell’episodio della storia di Lecco.
Sorge quindi spontanea la domanda: perché l’ideatore del Museo Manzoniano della città, in un libro dedicato alla presenza e alla memoria di Manzoni a Lecco, non accenna neppure con una parola al Monumento che domina Piazza Manzoni, né tanto meno all’ampia e riuscitissima attività, svolta 125 anni fa, dall’Abate Stoppani per affermare Lecco come “città del Manzoni” in Italia e in Europa?

La risposta è veramente difficile! Chissà! Forse quel dottor Gian Luigi Daccò era distratto. O forse, nel 2009, trovava tutto ciò “vecchio” e assolutamente irrilevante per la fisionomia e la cultura della città. Sì, forse è per questo. Chi è incapace di rinnovare il pensiero, si può trovare prigioniero della sua propria esperienza e può cercare una via d’uscita nel negarla sprezzantemente. Tecnicamente, chi è in questa condizione si trova ad avere “ottuso” le proprie capacità analitiche e creative.

Ecco perché il nostro Centro Studi, quando si parla dell’Abate Stoppani e di Alessandro Manzoni, ritiene utile dare il proprio contributo!

È proprio perché – lo abbiamo dimostrato sopra con un piccolo esempio inoppugnabile – alcune figure (anche formalmente identificabili con la cultura della città), sono o molto distratte o perfettamente ottuse – scelga Lei – quando si tratta di comprendere e illustrare i rapporti tra Lecco e il suo poeta.

Non si preoccupi, dottor Gian Luigi Daccò.
Non La lascerò solo nella Sua distrazione od ottusità. I miei avoli erano cittadini lecchesi e, anche per questa ragione, Le assicuro che continuerò a essere vicino anche a Lei (mio quasi coetaneo) e a dare il mio contributo perché Lecco, attraverso il binomio Manzoni-Stoppani, brilli ancor più nel panorama culturale italiano e internazionale.

Comprendo che può risultare seccante farsi ricordare da uno “‘straniero” – da uno nato a Milano poi – delle ovvietà sulla storia della propria cittadina di vita e di elezione. D’altra parte, visto quanto in proposito pubblicava nel 2009 il dott. Gian Luigi Daccò (allora e tuttora col plauso del Comune di Lecco), rendere note alcune incontrovertibili “verità storiche” è evidentemente necessario. E sarà fatto, finché ciò apparirà utile al posizionamento culturale della città.

Egregio dottor Gian Luigi Daccò,
Le assicuro che continuerò a tenerLa informata circa il dibattito sul posizionamento della città di Lecco, in relazione ad Alessandro Manzoni e all’Abate Stoppani. Anzi, in proposito Le chiedo un’indicazione di merito.

Non mi è ben chiaro se debbo rivolgermi a Lei come a un “dottore” o a un “professore”. Come non laureato, la cosa non mi riguarda personalmente, ma comprendo che Lei, come giusto, tenga a esprimere con precisione il proprio titolo.

Dal Suo Curriculum, Lei risulta sia laureato (e quindi andrebbe benissimo il “dottore”) sia “essere stato” “Professore a contratto”. Come Lei ben sa, l’uso del “prof.” (come Lei fa in calce alla Sua comunicazione sopra riportata) è sottoposto a precisi vincoli. Per “spiacevoli episodi” sull’abuso che molti ne fanno, vi sono state chiare prese di posizione da parte di Università del nostro paese.
Per tutte, vedi la circolare 63293 dell’Università di Bologna, rivolta a “tutti i Professori a Contratto”. In essa, con un certo puntiglio accademico, si dice che il titolo “professore” può essere usato ma: 1. per esteso, quindi “Professore a contratto“; 2. con l’indicazione della materia di insegnamento; 3. “solo per il periodo di effettivo svolgimento” del rapporto con l’Università. La circolare ricorda inoltre che “L’indicazione di titoli accademici non accurata e fuorviante, appare ancora più grave nel caso in cui si impieghi nella propria carta intestata, ovvero con altri mezzi o modalità equivalenti nei rapporti con terzi”.

Mi illumini: per le prossime mie comunicazioni, devo rivolgermi a Lei con il “dottor” o con il “professor”?

Cordiali saluti.
Fabio Stoppani
Centro Studi Abate Stoppani
Via A. Soffredini 39/A – 20126 Milano MI

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Postafazione della Redazione.

Alla nostra lettera il dottor Daccò ha ritenuto opportuno dare un seguito. Il 4 gennaio 2015 ci ha quindi risposto con la seguente, che riportiamo alla lettera, distrazioni ortografiche comprese:

«Scomposte reazioni ricordarle, signor Stoppani, che vi sono Istituzioni Culturali a Lecco ? E sia [sic!] dia pace, sono nato a Milano , in via Ruggero di Lauria. Comunque la smetta di importunarmi con le sue balordaggini.
Gian Luigi Daccò.»

Preso atto che, per la seconda volta, il dottor Daccò ha ritenuto non opportuno entrare nel merito delle questioni sollevate dal nostro Centro Studi sulla figura – il Manzoni – cui egli stesso ha dedicato decenni della propria attività, abbiamo accolto la sua richiesta e lo abbiamo depennato dal nostro indirizzario.

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