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Centro Studi Abate Stoppani

Giovanni Maria, fratello minore dell’Abate Stoppani, anch’egli studioso di scienze naturali.

Il Centro Studi Abate Stoppani si è costituito per iniziativa di Fabio Stoppani pro-nipote di Giovanni Maria.

Questi (nato nel 1831) fu uno dei fratelli minori dell’Abate Antonio Stoppani. Anch’egli “Socio Effettivo” della Società Italiana di Scienze Naturali fu del fratello geologo il primo assistente in numerose ricerche scientifiche in tutta Italia, precedendo in questo altri due fratelli più giovani – Carlo e Ferdinando – che, nel corso degli anni, vennero anch’essi arruolati come assistenti dallo scienziato-fratello maggiore (Carlo, anch‘egli Socio effettivo della SISN e anch’egli sacerdote, fu insegnante di Scienze Naturali presso gli Istituti Tecnici, per moltissimi anni anche in Sicilia).

Le spedizioni geologiche organizzate dall’innovativo geologo erano molto impegnative. Di complessione fisica modesta, l’Abate era però mosso da una singolare energia che gli consentiva impegnativi lavori sul campo improntati a metodologie inusuali di sfruttamento intensivo.

Individuata l’area di interesse, l’Abate la compulsava in ogni possibile modo (scherzando, gli amici geologi francesi definivano “stoppanizzata” una zona geologica radicalmente sfruttata). Alla vasta raccolta dei reperti faceva seguito un’analisi altrettanto minuziosa ed esaustiva.

Superati i trent’anni d’età (siamo verso il 1865) il bisnonno Giovanni Maria (forse anche un po’ compresso dal talento indiscutibilmente più ricco del fratello maggiore, capo indiscusso – e indiscutibile – nelle ricerche geologiche), grazie anche a una discreta rendita si dedicò a propri studi umanistico-naturalistici e alla gestione di una farmacia sita in Milano, in Corso Garibaldi (tuttora esistente), di cui fu proprietario fino alla scomparsa (1914).

Finalità del Centro Studi è la ripresentazione al pubblico della vita e delle opere dell’Abate Antonio Stoppani.

Questo protagonista del nostro Risorgimento fu in vita unanimemente apprezzato per il talento scientifico-letterario; per la linearità dei comportamenti personali; per la fermezza che dimostrò in lunghi anni di dibattiti scientifico-ideologici anche accesi. Dopo la morte, fu ricordato (un discorso a parte vale per la comunità dei geologi) quasi esclusivamente per la sua opera scientifico-letteraria “Il Bel Paese”.
Oggi assistiamo a una certa ripresa dell’interesse verso questa figura. Ciò sia per la rivalutazione da parte della Chiesa della figura di Rosmini (della cui tendenza l’Abate fu per anni uno dei principali sostenitori) sia per alcune nuove tendenze scientifiche che si muovono lungo percorsi interpretativi precorsi con indubbia originalità dallo scienziato Stoppani.

Da parte nostra ci impegnamo a ripresentare la personalità dell’Abate Stoppani con modalità di ricerca innovative, convinti che molte delle sue acquisizioni scientifiche possano tuttora essere conosciute con utilità e che molte delle sue esperienze politico-sociali possano essere studiate con profitto per una comprensione più approfondita delle vicende del secondo Ottocento italiano.

L’Abate Stoppani fu infatti figura di notevole importanza rispetto ai molti elementi di novità su cui i suoi contemporanei dovettero confrontarsi, prima nella fase delle lotte risorgimentali, poi nel percorso del nuovo Regno d’Italia costituitosi nel 1861.

L’Abate Stoppani nel 1876, a cinquantadue anni.

Una ricca personalità. Antonio Stoppani fu un sacerdote cattolico, profondamente convinto della propria scelta esistenziale. Ma fu anche acceso patriota, pronto a misurarsi (naturalmente nell’assistenza ai feriti) anche sui campi di battaglia dell’indipendenza italiana.

Fu uno scienziato sempre pronto a promuovere e accettare le nuove conquiste della ricerca internazionale ma fu anche, sul piano filosofico e metodologico, un fermo avversario del positivismo in campo scientifico e didattico, spesso – dobbiamo dirlo – con piena ragione. Dobbiamo ricordare infatti che, nell’Italia d’allora, l’orientamento che si definì “positivismo” fu a lungo inficiato da miopi – e anche stupide – rigidità metodologiche che suscitavano reazioni disgustate anche da parte dei più evoluti sistematizzatori del moderno materialismo scientifico.

Sostenitore della funzione educativa della conoscenza scientifica e della sua diffusione anche tra i ceti popolari, l’Abate ebbe un interesse continuo per la creazione musicale, poetica, letteraria. Soprattutto in quest’ultimo ambito mostrò un felice talento e la capacità di innovare la lingua italiana anche nella divulgazione scientifica.

Propugnò l’obbedienza al Pontefice ma fu anche uno dei più vivaci e tenaci sostenitori della separazione netta tra religione e potere temporale, ponendosi per anni come il referente ideologico-organizzativo del movimento conciliatorista, che per decenni e fino al 1873 aveva avuto in Alessandro Manzoni il suo centro di riferimento culturale.

Una precisa scelta. La molteplicità dei suoi campi di attività e di pensiero è stata giustamente apprezzata dai suoi allievi e sodali ma vista da alcuni commentatori come espressione di una poliedricità quasi caratteriale, che ne avrebbe impedito una vera profondità nei diversi campi del sapere e del fare.

Noi riteniamo al contrario che la sua fu una meditata scelta a favore di una visione unitaria del sapere, all’interno della quale la necessaria specializzazione deve essere subordinata alla visione d’insieme sull’azione e sul destino dell’uomo.
Non solo. Ma che proprio questo orientamento verso l’unità del sapere – dallo scienziato e dal filosofo esplicitamente rivendicato – costituisce uno dei suoi lasciti più interessanti per la nostra attualità.
La vastità degli interessi fu in lui non debolezza ma elemento di forza che ne fece un intenso protagonista del suo tempo e che, ancora oggi, ci indica un percorso metodologico che possiamo utilmente seguire.

Un elemento di confronto. Il Centro Studi Abate Stoppani vuole evidenziare queste caratteristiche dell’Abate Stoppani, collocarne la figura nella sua reale dimensione storica e valorizzarne l’attualità, sia per i molti contenuti della sua ricerca, oggi ancora validi punti di riferimento per la scienza geologica, sia per il metodo e l’approccio ai problemi del sapere e dell’agire.
Il Centro Studi ha avviato una serie di ricerche – svolte con prospettive finora solo debolmente utilizzate per questa figura – che valgano a farne anche agli occhi delle giovani generazioni un elemento quanto meno di utile confronto e di stimolo alla libera e non preconcetta ricerca del vero.

I riferimenti. Il Centro Studi si riferisce per la parte di ricerca e di comunicazione a Fabio Stoppani, che ne è il Presidente.

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