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LETTERA APERTA alla Ministra dell’Istruzione Senatrice Valeria Fedeli e a tutte le strutture interessate alle tematiche manzoniane • 21 settembre 2017.

Osservazioni critiche sulla adeguatezza didattica del docu-film «Alessandro Manzoni, milanese d’Europa – L’immagine della parola». Un film di Pino Farinotti con la regia di Andrea Bellati. Scritto da Angelo Stella e Pino Farinotti. Prodotto dal Centro Nazionale Studi Manzoniani, con il contributo di Fondazione Cariplo.

Aggiornamenti

Cronache dal Festival della Lingua Italiana – Lecco 2017

«… e si teneva il conto de’ reggimenti che passavan di mano in mano il ponte di Lecco, …».

(Man­zoni, «I Pro­messi Sposi – Sto­ria della Co­lonna In­fame», Re­daelli, 1840, cap. XXX, pag. 577)

Di nuovo i lanzichenecchi di Wallenstein?

Con Manzoni è lecito fare affari (e non solo in campo editoriale).

Ma rispettandone lo spirito e l’opera.

Come i let­tori lec­chesi sanno bene, ve­nerdì 13 ot­to­bre 2017, presso il Po­li­tec­nico di Lecco, si è svolto il “Fe­sti­val della Lin­gua Ita­liana” che, come è in­di­cato in tutti i mo­menti e stru­menti di pro­mo­zione dell’evento, è stato or­ga­niz­zato dalla “As­so­cia­zione Trec­cani Cul­tura” nell’ambito della ras­se­gna an­nuale “Lecco città dei Pro­messi Sposi, edi­zione 2017. La Fa­mi­glia – Le fa­mi­glie”, or­ga­niz­zata dal Co­mune di Lecco.

Come parte con­clu­siva della gior­nata, si è te­nuta alle 18.00 l’inaugurazione a Pa­lazzo delle Paure della mo­stra “I Pro­messi Sposi di Mimmo Pa­la­dino”.
In espo­si­zione le 15 il­lu­stra­zioni ori­gi­nali (rea­liz­zate con di­verse tec­ni­che dall’artista) che ac­com­pa­gnano le pa­gine del vo­lume “I Pro­messi Sposi”, edito nel 2012 (a cura del pro­fes­sor Carlo Os­sola) nella col­lana “Clas­sici Trec­cani. I grandi au­tori della let­te­ra­tura ita­liana”.

Come è in­di­cato nella do­cu­men­ta­zione, la mo­stra Pa­la­dino è stata at­ti­vata dal Co­mune di Lecco in col­la­bo­ra­zione con Trec­cani Cul­tura, l’Associazione che ha or­ga­niz­zato l’intero “Fe­sti­val della Lin­gua Ita­liana”, pre­sen­tato dallo stesso Co­mune come l’evento più si­gni­fi­ca­tivo dell’intera ras­se­gna lecchese.

La mo­stra di Pa­la­dino tar­gata Trec­cani, an­cor­ché forse non molto ap­pa­ri­scente, me­rita di es­sere con­si­de­rata con at­ten­zione. In essa sono in­fatti pre­senti ele­menti di in­te­resse per la “cul­tura man­zo­niana” in Ita­lia e per il ruolo che, in essa e per essa, la co­mu­nità di Lecco è sto­ri­ca­mente chia­mata a svol­gere in quanto “Città di Man­zoni e dei Pro­messi Sposi”.

I con­te­nuti della mostra
Ab­biamo già detto che la mo­stra pro­pone al vi­si­ta­tore le quin­dici il­lu­stra­zioni rea­liz­zate dall’artista Pa­la­dino per il vo­lume “I Pro­messi Sposi”, edito nel 2012 (a cura del pro­fes­sor Carlo Os­sola) nella col­lana “Clas­sici Trec­cani. I grandi au­tori della let­te­ra­tura italiana”.

In que­sta sede non espri­me­remo al­cuna va­lu­ta­zione sulla qua­lità ar­ti­stica di que­ste illustrazioni.
Vor­remmo in­vece svol­gere qual­che con­si­de­ra­zione di me­rito sul vo­lume “I Pro­messi Sposi” edito nel 2012 da Trec­cani che le ospita, per dare la ri­spo­sta a una do­manda sem­plice ma che in Lecco è sem­pre ne­ces­sa­rio porsi quando si parla di Man­zoni: que­sta edi­zione Trec­cani de I Pro­messi Sposi è fe­dele al pen­siero e all’opera di Manzoni?

Va da sé che, se que­sta edi­zione Trec­cani do­vesse ri­sul­tare una de­for­ma­zione dell’opera di Man­zoni e del suo ma­gi­stero, ci si do­vrebbe porre im­me­dia­ta­mente il pro­blema del per­ché sia stata pre­sen­tata dal Co­mune di Lecco, in una mo­stra pre­vi­sta per pa­rec­chi mesi a ve­nire, come ele­mento di va­lo­riz­za­zione di Man­zoni, a con­clu­sione di una gior­nata in­te­ra­mente de­di­cata a Man­zoni stesso e all’analisi scien­ti­fica del suo fon­da­men­tale con­tri­buto alla no­stra lin­gua nazionale.

Cosa c’è den­tro “I Pro­messi Sposi” di Trec­cani, pro­po­sto da­gli or­ga­niz­za­tori del Fe­sti­val della Lin­gua Italiana?
Se sfo­gliate il vo­lume edito da Trec­cani nel 2012, vi ac­cor­gete im­me­dia­ta­mente che lì è ri­por­tata solo una parte del ro­manzo di Manzoni.
Quella che è nota sotto il ti­tolo “I Pro­messi Sposi, sto­ria mi­la­nese del XVII se­colo”, men­tre manca la se­conda parte, che porta il ti­tolo “Sto­ria della Co­lonna In­fame”.

Non solo, ma che in que­sta edi­zione Trec­cani sono state eli­mi­nate le 454 il­lu­stra­zioni ideate, for­te­mente vo­lute e rea­liz­zate con enorme di­spen­dio di ener­gie da Man­zoni, che si av­valse per que­ste il­lu­stra­zioni del con­tri­buto di nu­me­rosi ar­ti­sti (tra que­sti in primo luogo, ma non unico, Go­nin) e ar­ti­giani, in­ci­sori e in­ta­glia­tori. Le il­lu­stra­zioni vo­lute da Man­zoni sono state so­sti­tuite da quelle di Pa­la­dino, vo­lute da Trec­cani.

Sulla base di que­sti due dati di fatto, pos­siamo dire con si­cu­rezza che que­sta edi­zione Trec­cani 2012 de “I Pro­messi Sposi” tra­di­sce, sul piano sto­rico e cul­tu­rale – e senza om­bra di dub­bio – il pen­siero e l’opera di Manzoni.

È cioè – come con grande ef­fi­ca­cia si è espresso il pro­fes­sor Ni­gro – un vero e pro­prio “falso culturale”.

Diamo per scon­tato che il let­tore sap­pia che il pro­fes­sor Sal­va­tore Sil­vano Ni­gro è uno dei più sti­mati man­zo­ni­sti alla cui com­pe­tenza pos­siamo fare oggi af­fi­da­mento. È stato pro­fes­sore or­di­na­rio in im­por­tanti uni­ver­sità ita­liane e stra­niere ed è uno dei quat­tro mem­bri del Con­si­glio Di­ret­tivo del Cen­tro Na­zio­nale Studi Man­zo­niani, no­mi­nati dal Mi­ni­stero dei Beni Cul­tu­rali per­ché cu­rino, di­fen­dano e dif­fon­dano il ma­gi­stero di Manzoni.
Con il Cen­tro Na­zio­nale Studi Man­zo­niani non siamo d’accordo su tutto (vedi QUI la no­stra cri­tica al loro re­cente docu-film su Man­zoni)  ma per­fet­ta­mente al­li­neati alle idee di Ni­gro a pro­po­sito della Qua­ran­tana, l’ultima edi­zione de “I Pro­messi Sposi”, di cui stiamo parlando.

Pro­prio nella mat­ti­nata del “Fe­sti­val della Lin­gua Ita­liana”, già so­pra ri­cor­dato, il pro­fes­sor Ni­gro nella sua Lec­tio Ma­gi­stra­lis “La Fa­mi­glia Man­zoni”, su que­sto aspetto della Qua­ran­tana è stato molto espli­cito e vi­cino alla ru­vi­dità. Que­ste le sue pa­role, fe­del­mente tra­scritte (sot­to­li­nea­ture nostre):

«Vor­rei ri­cor­darvi che pur­troppo i Pro­messi Sposi che noi leg­giamo nella scuola, l’edizione chia­mata “Qua­ran­tana”, è un falso letterario.
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Noi ri­co­struiamo il per­so­nag­gio let­te­ra­rio Man­zoni at­tra­verso un falso.
.
Per­ché voi leg­gete un’opera mu­ti­lata. Per­ché in realtà la Qua­ran­tana si con­clude con la Sto­ria della Co­lonna In­fame. E Man­zoni che stampò a spese sue e vi dis­sipò un pa­tri­mo­nio, volle che la pa­rola “FINE” fosse messa dopo la Co­lonna Infame.
Per­ché vo­leva che la Co­lonna In­fame ve­nisse letta come l’ultimo ca­pi­tolo dei Pro­messi Sposi. Se voi le­vate dai Pro­messi Sposi la Co­lonna In­fame leg­gete un ro­manzo che non è quello che Man­zoni vo­leva che i let­tori leg­ges­sero, al­meno dopo avere fatto la Quarantana.»

E a pro­po­sito delle il­lu­stra­zioni, sen­tite cosa ha detto, nella me­de­sima oc­ca­sione del Fe­sti­val, il pro­fes­sor Nigro:

«Ma nei Pro­messi Sposi c’è un al­tro aspetto, che è stato can­cel­lato ma è fon­da­men­tale. L’edizione del 1840 che Man­zoni ha pub­bli­cato, è piena di il­lu­stra­zioni. Do­mando: que­ste il­lu­stra­zioni fanno parte del ro­manzo op­pure no?
Una cosa è un ro­manzo che viene il­lu­strato. Una cosa è un ro­manzo che è stato il­lu­strato di­ret­ta­mente da Man­zoni. Per­ché vor­rei ri­cor­darvi che quando Man­zoni vuole il­lu­strare i Pro­messi Sposi, ha vi­cino un grande pit­tore – Hayez – che è parte della fa­mi­glia in quanto amico di lunga data della se­conda mo­glie di Man­zoni, Te­resa Stampa.
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Man­zoni com­mis­sionò le il­lu­stra­zioni ad Hayez ma Hayez era un grande ar­ti­sta e lì si scon­tra­rono per­ché Hayez vo­leva li­bertà di interpretazione.
Ma Man­zoni, no! Pi­glia un mo­de­sto ar­ti­giano qual è il Go­nin e gli detta come vuole siano fatte le il­lu­stra­zioni. Il per­so­nag­gio deve avere que­sta gran­dezza, deve fare que­sto ge­sto, la vi­gnetta deve es­sere messa lì, ecc. ecc. Per ve­stire i per­so­naggi im­pie­gava i qua­dri sei­cen­te­schi a cui do­ve­vano ri­farsi. Vi fac­cio sol­tanto un esem­pio: nes­suno fa caso a come è ve­stito Don Ro­drigo nei Pro­messi Sposi. Ma se voi leg­gete gli ap­punti di Man­zoni, quelli scritti per Go­nin, dice: “vo­glio che sia ve­stito come quel mer­cante che è rap­pre­sen­tato in un qua­dro dell’Ospedale a Mi­lano”. Al­lora, men­tre tutti gli al­tri ari­sto­cra­tici del ro­manzo sono ve­stiti alla ma­niera ari­sto­cra­tica, Don Ro­drigo è ve­stito da mer­cante. Cioè Don Ro­drigo non è nep­pure de­gno di avere un ve­stito da ari­sto­cra­tico. Guar­date quante cose si sco­prono se uno va a ve­dere quelle cose.»

Ci pare che con que­ste due ci­ta­zioni di Sal­va­tore Sil­vano Ni­gro, pos­siamo chiu­dere il ca­pi­tolo “con­te­nuti” del vo­lume “I Pro­messi Sposi” edito nel 2012 da Trec­cani, in cui sono in­se­rite le quin­dici il­lu­stra­zioni di Pa­la­dino, in mo­stra a Lecco, al Pa­lazzo delle Paure.

Quell’edizione è un “falso let­te­ra­rio”. Punto. Pa­rola di Ni­gro su cui an­che noi pre­stiamo giuramento.

Il let­tore si è cer­ta­mente già reso conto del dove vo­gliamo an­dare a pa­rare. Siamo di fronte a un evi­dente caso di “schi­zo­fre­nia culturale”.

Al mat­tino la As­so­cia­zione Trec­cani Cul­tura ci pro­pone, at­tra­verso le pa­role di un esi­mio man­zo­ni­sta, una pre­cisa idea di come si debba pro­ce­dere per ri­spet­tare Manzoni:
1. “I Pro­messi Sposi” e “Sto­ria della Co­lonna In­fame” sono due ma­cro-ca­pi­toli di una unica opera;
2. le il­lu­stra­zioni di Man­zoni non si pos­sono to­gliere per­ché sono parte in­te­grante ed es­sen­ziale dell’opera.

Alla sera, in­vece, la me­de­sima As­so­cia­zione Trec­cani Cul­tura pro­pone al pub­blico – e con l’avvallo del Co­mune di Lecco che vi de­dica una espo­si­zione – una pro­pria edi­zione dell’opera di Man­zoni in cui le due li­nee guida del mat­tino sono per­fet­ta­mente contraddette.
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Nell’edi­zione Trec­cani 2012 del ro­manzo di Man­zoni infatti:
1. è ri­por­tata solo la prima parte del ro­manzo – “I Pro­messi Sposi” – e can­cel­lata la se­conda parte “Sto­ria della Co­lonna Infame”;
2. sono can­cel­late le 454 il­lu­stra­zioni vo­lute e rea­liz­zate da Man­zoni, so­sti­tuite da quelle di Paladino.

Sia detto solo per in­ciso. Nell’edizione Trec­cani in que­stione, an­che il ti­tolo scritto da Man­zoni è stato mu­ti­lato. Lad­dove Man­zoni aveva ti­to­lato “I Pro­messi Sposi / Sto­ria mi­la­nese del se­colo XVII / Sco­perta e ri­fatta / da / Ales­san­dro Man­zoni. / Edi­zione ri­ve­duta dall’autore”, Trec­cani ha in­vece ti­to­lato (forse per ri­spar­miare il piombo della pre­giata edi­zione?) con un so­brio «I Pro­messi Sposi», met­tendo il nome dell’autore in alto, prima del ti­tolo, e omet­tendo quel “Edi­zione ri­ve­duta dall’autore” po­sta da don Li­san­der per dire su­bito al let­tore che ha sotto mano non la “Ven­ti­set­tana” ma la “Qua­ran­tana”.

Il let­tore dell’edizione Trec­cani 2012 può in­fatti solo “ar­guire” di stare guar­dando una ri­pro­po­si­zione della Qua­ran­tana. Es­sendo il ti­tolo “I Pro­messi Sposi” uguale per le due edi­zioni, salvo quell’ovvio e ne­ces­sa­rio “Edi­zione ri­ve­duta dall’autore”, e non es­sendo in­di­cato da nes­suna parte – tanto meno nella dotta In­tro­du­zione di Os­sola – che cosa si sta pro­po­nendo al lettore.

E pas­siamo al se­condo ele­mento della no­stra analisi.

Chi sono gli or­ga­niz­za­tori del Fe­sti­val della Lin­gua Ita­liana, Lecco 2017, la cui ul­tima tappa è la mo­stra dei di­se­gni di Paladino?
Chi ha par­te­ci­pato al Fe­sti­val, o sol­tanto letto o ascol­tato quanto si è scritto e detto sulla sua pre­sen­ta­zione e pro­mo­zione, ha vi­sto che – ac­canto al Co­mune di Lecco – è sem­pre in­di­cato come al­tro or­ga­niz­za­tore la “As­so­cia­zione Trec­cani Cul­tura”, quasi sem­pre ab­bre­viata in “Trec­cani Cultura”.

All’ingresso dell’Aula Ma­gna del Po­li­tec­nico di Lecco uno staff Trec­cani di­stri­buiva ma­te­riale pro­mo­zio­nale Trec­cani e rac­co­glieva le re­gi­stra­zioni dei par­te­ci­panti. Come spet­ta­tori del Fe­sti­val, an­che noi ab­biamo com­pi­lato la scheda com­pleta (nome, co­gnome, in­di­rizzo, te­le­fono); se­gnato la “pa­rola man­zo­niana” che ci pia­ceva di più (avendo al­cuni non-amici in giro ab­biamo se­gnato “mi­se­ri­cor­dia” e “giu­sti­zia”); rac­colto i di­versi stru­menti di co­mu­ni­ca­zione Trec­cani nella bella bor­sina in tela gen­til­mente offerta.

Sulla base di que­sti ele­menti ri­te­niamo che tutti ab­biano pen­sato e pen­sino che il Fe­sti­val sia stato or­ga­niz­zato da una en­tità de­no­mi­nata “Trec­cani Cul­tura” come ab­bre­via­zione di “As­so­cia­zione Trec­cani Cultura”.

Non è così!

Il Fe­sti­val della lin­gua ita­liana, che si è te­nuto nell’ambito della ras­se­gna “Lecco, città dei Pro­messi Sposi, 2017” del Co­mune di Lecco, e che si è con­cluso con la mo­stra dei di­se­gni di Pa­la­dino (ospi­tata dal Co­mune di Lecco per ol­tre tre mesi) è stato or­ga­niz­zato da un’altra en­tità che si chiama «Va­lore Cul­tura – As­so­cia­zione amici della Trec­cani», che è cosa com­ple­ta­mente di­versa dalla Trec­cani a cui tutti pensiamo.

Va­lore Cul­tura – As­so­cia­zione amici della Trec­cani” è una strut­tura gio­va­nis­sima, creata il 29 lu­glio 2016, dall’unione di due en­tità molto di­verse: “Isti­tuto Trec­cani Spa” e “Fon­da­zione In­sieme per la vi­sta – On­lus”.

Fon­da­zione In­sieme per la vi­sta” è stata co­sti­tuita (come da art. 1 dello Sta­tuto) “per vo­lontà dei fon­da­tori, So­cietà Of­tal­mo­lo­gica Ita­liana SOI – As­so­cia­zione Me­dici Ocu­li­sti Ita­liani e dal dott. Mat­teo Pio­vella”, co­ma­sco (è un uomo del ter­ri­to­rio la­riano), che di SOI è Presidente.
La “Fon­da­zione In­sieme per la vi­sta” è quindi una ema­na­zione di­retta di SOI, l’associazione pro­fes­sio­nale che rac­co­glie ol­tre 7.000 ocu­li­sti italiani.

Va da sé che mis­sione della “Fon­da­zione In­sieme per la vi­sta” è la dif­fu­sione della con­sa­pe­vo­lezza col­let­tiva sui pro­blemi della vi­sta. Non­ché l’attivazione delle op­por­tune sen­si­bi­liz­za­zioni sull’amministrazione pub­blica per­ché an­che in Ita­lia si adot­tino le nuove tec­no­lo­gie per la cura della vi­sta, già di norma in al­tri paesi europei.
Del tutto na­tu­ral­mente con (sono pa­role e mar­chi pre­senti sul sito della Fon­da­zione) l’ “ap­pog­gio in­con­di­zio­nato” dei pro­dut­tori delle tec­no­lo­gie me­de­sime, come “Zeiss” (30.000 di­pen­denti nel mondo, fat­tu­rato 5 mi­liardi di Euro); “Johnson&Johnson Vi­sion” (128.000 per­sone col­le­gate, at­tra­verso 275 aziende in 60 paesi del mondo); “SIFI” (azienda ita­liana, pre­sente in 13 paesi).

Fon­da­zione In­sieme per la vi­sta”, part­ner di Isti­tuto Trec­cani in “Va­lore Cul­tura – As­so­cia­zione amici della Trec­cani” è cioè una delle nu­me­rose as­so­cia­zioni senza scopo di lu­cro che svol­gono azione di lob­bing con l’ovvio e di­chia­rato “ap­pog­gio in­con­di­zio­nato” di grandi im­prese ita­liane / mul­ti­na­zio­nali e che cer­cano di orien­tare la for­ma­zione dei pro­fes­sio­ni­sti at­tra­verso con­gressi, con­ve­gni, ri­la­scio di “ma­ster” pro­fes­sio­nali, ecc.
Alla Fon­da­zione pos­sono ade­rire so­cietà pri­vate del set­tore con quote an­nuali di 2.000 / 5.000 / 10.000 euro. In que­sto modo (dal sito Web della Fon­da­zione) “en­tre­rai a far parte di un net­work esclu­sivo e po­trai ac­ce­dere a nu­me­rosi be­ne­fit di im­ma­gine e comunicazione”.

Va da sé che que­sto Fe­sti­val della Lin­gua Ita­liana, or­ga­niz­zato a Lecco nel 2017 con la col­la­bo­ra­zione del Co­mune di Lecco, è uno di que­sti “be­ne­fit di im­ma­gine e comunicazione”.

L’altro so­cio fon­da­tore è l’Isti­tuto Trec­cani Spa (per esteso “Isti­tuto della En­ci­clo­pe­dia Ita­liana fon­data da Gio­vanni Trec­cani So­cietà per Azioni”), isti­tuito il 2 no­vem­bre 2015, gio­va­nis­sima e ul­tima forma dell’Istituto Gio­vanni Trec­cani, fon­dato nel 1925, che da tre ge­ne­ra­zioni gli ita­liani co­no­scono e ap­prez­zano per il grande con­tri­buto in am­bito cul­tu­rale e linguistico.
L’Istituto ha come com­pito pri­ma­rio (leg­giamo dallo Sta­tuto) «la com­pi­la­zione, l’aggiornamento, la pub­bli­ca­zione e la dif­fu­sione della En­ci­clo­pe­dia Ita­liana di Scienze, Let­tere ed Arti ini­ziata dall’Istituto Gio­vanni Trec­cani, e delle opere che pos­sono co­mun­que de­ri­varne, o si ri­chia­mino alla sua espe­rienza, in spe­cie per gli svi­luppi della cul­tura uma­ni­stica e scien­ti­fica, non­ché per esi­genze edu­ca­tive, di ri­cerca e di ser­vi­zio sociale».

I Soci dell’Istituto Trec­cani Spa sono: As­si­cu­ra­zioni Ge­ne­rali / Banca d’Italia Eu­ro­si­stema / BNL – Gruppo BPN Pa­ri­bas / Fon­da­zione Ca­ri­plo / Fon­da­zione Cassa di Ri­spar­mio Bo­lo­gna / Fon­da­zione Monte dei Pa­schi di Siena / Fon­da­zione Si­ci­lia / In­tesa San Paolo / In­vI­ta­lia / Isti­tuto Po­li­gra­fico e Zecca dello Stato / Rai​.It / Te­le­com Ita­lia / Uni­Cre­dit Banca, cui si sono re­cen­te­mente ag­giunti: Cassa De­po­siti e Pre­stiti / Banca del Mez­zo­giorno / Banca Po­po­lare di Son­drio / Fon­da­zione di Ve­ne­zia / Fon­da­zione Crt e Leo­nardo, già Fin­mec­ca­nica, lea­der in­ter­na­zio­nale nel set­tore ae­ro­spa­zio, di­fesa e sicurezza.

In ter­mini più sem­plici e com­pren­si­bili, Isti­tuto Trec­cani Spa è una So­cietà per Azioni, con ca­pi­tale so­ciale di ol­tre 60 mi­lioni di Euro, par­te­ci­pata dall’èlite fi­nan­zia­ria e mi­li­tar-in­du­striale del no­stro paese. Una so­cietà pri­vata at­tiva nell’editoria, esat­ta­mente come i con­cor­renti Bom­piani, Hoe­pli, Mon­da­dori, ecc. ecc. Ha circa 100 di­pen­denti, un fat­tu­rato di 50 mi­lioni di Euro, il 70% dei quali de­ri­vati dalla ven­dita delle edi­zioni di pre­gio. Tra le quali si no­vera il vo­lume “I Pro­messi Sposi”, cu­rato dal pro­fes­sor Os­sola e ar­ric­chito dai di­se­gni di Pa­la­dino, in mo­stra a Lecco.

Gli ele­menti che la di­stin­guono dalle al­tre case edi­trici che si con­ten­dono il mer­cato è che il suo ca­ta­logo è orien­tato pre­va­len­te­mente ai temi della lin­gua e della let­te­ra­tura ita­liana; che pro­prio in omag­gio a que­sto suo orien­ta­mento è stata in­di­cata quale realtà di in­te­resse cul­tu­rale na­zio­nale e il suo Pre­si­dente è no­mi­nato dal Pre­si­dente della Repubblica.
È chiaro che que­ste ca­rat­te­ri­sti­che sono da ap­prez­zare. E molto. Ma non sono suf­fi­cienti a chiu­dere gli oc­chi sulla sua na­tura di im­presa orien­tata al mer­cato e al profitto.

Tanto per fare un pic­colo esem­pio: mer­co­ledì 18 ot­to­bre, quindi tre giorni la­vo­ra­tivi dopo il Fe­sti­val (dove ave­vamo for­nito i no­stri dati per l’ingresso), siamo stati con­tat­tati da un ven­di­tore Trec­cani che ci ha chie­sto se era­vamo in­te­res­sati a in­con­trare un loro rap­pre­sen­tante il quale ci avrebbe dato un “omag­gio” per la no­stra par­te­ci­pa­zione all’evento e ci avrebbe na­tu­ral­mente il­lu­strato l’offerta Trec­cani: en­ci­clo­pe­dia, vo­ca­bo­la­rio, ecc. ecc. E iden­ti­che pro­po­ste sa­ranno state fatte a tutti co­loro che hanno par­te­ci­pato al Festival.

Va da sé che per Trec­cani que­sto “Fe­sti­val della Lin­gua Ita­liana, Lecco 2017” è una delle tante ini­zia­tive com­mer­ciali che, at­tra­verso con­te­nuti cul­tu­rali, ar­ric­chi­scono il parco clienti dell’Istituto Trec­cani Spa, a cui cer­care di ven­dere i pro­pri pro­dotti editoriali.

E va da sé che quando la so­cietà Leo­nardo, già Fin­mec­ca­nica, lea­der in­ter­na­zio­nale nel set­tore ae­ro­spa­zio, di­fesa e si­cu­rezza, do­vesse en­trare a fare parte di «Va­lore Cul­tura – As­so­cia­zione amici della Trec­cani», l’organizzatore vero del Fe­sti­val della Lin­gua Ita­liana, Lecco 2017, po­trà a sua volta, pro­prio come gli ocu­li­sti ita­liani già ci­tati, “en­trare a far parte di un net­work esclu­sivo e po­trà ac­ce­dere a nu­me­rosi be­ne­fit di im­ma­gine e comunicazione”.

Man­zoni po­trà così ser­vire an­che da ve­sti­tino della fe­sta per il com­plesso in­du­striale-mi­li­tare del no­stro paese. Na­tu­ral­mente con il be­ne­pla­cito e il con­senso della città di Manzoni.
Dopo i lan­zi­che­nec­chi di Wal­len­stein, ci toc­cava di ve­dere an­che que­sta! A quando la peste?

Quali in­se­gna­menti trarre da que­sto Fe­sti­val tar­gato Treccani?
Ci pare di ve­der la fac­cia di qual­cuno che ci legge (ci co­no­sciamo bene or­mai!) e si sta chie­dendo: “ma che cosa vo­gliono que­sti del Cen­tro Studi Abate Stop­pani? che ri­nun­ciamo ad avere rap­porti con strut­ture im­por­tan­tis­sime della cul­tura solo per­ché sono an­che im­prese at­tive sul mer­cato? ma dove vi­vono? vo­gliono che ce ne stiamo chiusi qui sul La­rio a con­tar­cela tra di noi? ma chi sono? ma chi …”

Li in­ter­rom­piamo su­bito prima che tra­scen­dano. Nulla di tutto ciò. Anzi, pro­prio il contrario.

Per fare frut­tare al me­glio nei rap­porti con qua­lun­que iden­tità un pa­tri­mo­nio cul­tu­rale o na­tu­ra­li­stico, è prima di tutto es­sen­ziale pre­ser­varlo. Se ho un bel­lis­simo lago e per­metto a tutti gli sca­fi­sti della do­me­nica di scor­raz­zare senza re­gole su e giù per le sue ac­que, avrò ben pre­sto di­strutto il mio pa­tri­mo­nio na­tu­ra­li­stico lacuale.

E se per­metto a chiun­que di met­tere le mani su Man­zoni usando il nome del Co­mune per farsi pub­bli­cità e fal­sando al con­tempo la fi­sio­no­mia dell’opera e della fi­gura di Man­zoni, avrò ben pre­sto eroso que­sto pa­tri­mo­nio che la sto­ria e gli uo­mini mi­gliori della città dell’Ottocento hanno re­ga­lato a Lecco.
An­dando avanti così le cose, di que­sto pa­tri­mo­nio cul­tu­rale, del Man­zoni, della sua fi­gura e della sua opera, a Lecco non ri­marrà ben pre­sto nulla.

Con que­sto Fe­sti­val schi­zo­fre­nico su Man­zoni ab­biamo avuto un as­sag­gio del danno che può ve­nire alla città se non si eser­cita un vero e pro­prio “con­trollo di qua­lità”, prima di con­sen­tire ad al­tri, siano edi­tori, pro­fes­sori, mer­canti, mi­ni­stri, scien­ziati o qua­lun­que al­tra cosa di met­terci le mani per i loro obiet­tivi, in­cu­ranti della fi­sio­no­mia sto­rica ed ideale di Manzoni.

Ab­biamo avuto un an­ti­cipo di que­sta ten­denza a sven­dere Man­zoni per due len­tic­chie in oc­ca­sione di quella ri­di­cola vi­cenda del “gio­iello Man­zoni” in cui gli As­ses­sori Piazza e Bo­na­cina si erano fatte in­can­tare dal pia­ce­vole, sim­pa­tico e abile orafo di Roc­ca­raso (vedi QUI). Ma lì si era trat­tato di una co­setta alla buona, da niente. Qui in­vece, con que­sto Fe­sti­val, ab­biamo co­min­ciato ad an­dare sul pesante.

Il Co­mune ha fatto un cal­colo del va­lore della pub­bli­cità che la so­cietà per azioni Trec­cani ha ri­ca­vato e ri­ca­verà da que­sto Fe­sti­val della Lin­gua Ita­liana, con l’appoggio in­con­di­zio­nato che ha avuto dal Comune?
Qual­cuno ci ha pen­sato, prima di re­stare ab­ba­ci­nato dal grande nome di Trec­cani? Il Co­mune fac­cia fare a qual­che so­cietà spe­cia­liz­zata un cal­colo vero su que­sto aspetto. Pen­siamo che a molti ca­scherà la ma­scella nel ren­dersi conto di avere of­ferto quasi gra­tui­ta­mente a Trec­cani una pra­te­ria aperta a ope­ra­zioni com­mer­ciali del tutto le­git­time ma che, per il loro re­tro­terra cul­tu­rale, stra­vol­gono il ma­gi­stero di Manzoni.

Lo ab­biamo so­pra di­mo­strato, non con no­stri ar­go­menti ma con pa­role di un esi­mio pro­fes­sore che Trec­cani stesso ha in­vi­tato a par­lare al suo Fe­sti­val di Lecco, forse non aspet­tan­dosi che il pro­fes­sor Ni­gro non sa­rebbe an­dato tanto per il sot­tile nel dire sgra­de­voli ve­rità. Bravo pro­fes­sore! non siamo d’accordo su molte cose ma su que­sto siamo pronti con Lei e per Lei a fare le barricate.

E non si venga a dire che “di Trec­cani, di una strut­tura così pre­sti­giosa, ci si può fi­dare”. Certo che ci si può fi­dare. Ma te­nendo oc­chi, naso e orec­chie bene aperti. In que­sta oc­ca­sione Trec­cani ha vio­lato pla­teal­mente il suo pro­prio co­dice deon­to­lo­gico, che im­pone nei rap­porti con l’esterno la mas­sima tra­spa­renza. Qui si è avuta la mas­sima opacità.

Si è na­sco­sto il vero nome de­gli or­ga­niz­za­tori del Fe­sti­val, re­cu­pe­ra­bile solo con una ri­cerca molto pun­ti­gliosa. Non com­pren­diamo il mo­tivo di que­sta non tra­spa­renza ma, di fatto, in pro­po­sito si dice e non si dice, si to­glie una pa­ro­lina qui e se ne ag­giunge un’altra là. E così nes­suno ca­pi­sce nulla e tutto va bene.

An­che nell’unico punto della do­cu­men­ta­zione di­stri­buita da Trec­cani al Fe­sti­val, in cui si scrive di “Fon­da­zione In­sieme per la Vi­sta On­lus”, il suo le­game con Trec­cani è pre­sen­tato in modo ambiguo.

In­fatti (li­bric­cino rosso di­stri­buito al Fe­sti­val e in­ti­to­lato “Trec­cani Cul­tura”) si legge: «L’Istituto della En­ci­clo­pe­dia Ita­liana […] ha de­ciso di far na­scere Trec­cani Cul­tura, un’associazione senza fini di lu­cro, con il com­pito di tu­te­lare e dif­fon­dere la cul­tura ita­liana, pro­muo­vendo ini­zia­tive di­rette a sen­si­bi­liz­zare il mag­gior nu­mero di cit­ta­dini. All’Associazione ha ade­rito, con­di­vi­den­done gli obiet­tivi, la Fon­da­zione In­sieme per la vi­sta On­lus.»

Dove sta l’ambiguità? Nel fatto che la “Fon­da­zione In­sieme per la vi­sta” non ha “ade­rito” ma è in­vece l’altro so­cio fon­da­tore della co­sid­detta “As­so­cia­zione Trec­cani Cul­tura”, che a sua volta non esi­ste, es­sendo il suo vero nome “Va­lore Cul­tura – As­so­cia­zione amici della Trec­cani”. ll quale suo vero nome, sul por­tale Web di Trec­cani non esiste.
Que­sto nome lo tro­vate solo se riu­scite, con fa­tica, a in­di­vi­duare nel sito Web Trec­cani e leg­gere il pdf del suo Statuto.

E tutto ciò che re­la­zione ha con “Il Co­dice Etico” di Trec­cani? Con il Punto “3.5 – I rap­porti di af­fari con la com­mit­tenza pub­blica e pri­vata, de­vono es­sere im­pron­tati a senso di re­spon­sa­bi­lità e spi­rito di tra­spa­renza e di col­la­bo­ra­zione”? O con il Punto “6.5 – La co­mu­ni­ca­zione verso l’esterno deve se­guire i prin­cipi guida di: chia­rezza, com­ple­tezza, ve­ri­di­cità e cor­ret­tezza”?

No! così non va!! Non com­pren­diamo as­so­lu­ta­mente il per­ché di tutte que­ste re­ti­cenze e am­bi­guità e pro­prio per que­sto ab­biamo vo­luto usare qui un po’ di quella pun­tua­lità – senz’altro molto “pro­vin­ciale” – che a qual­cuno dà fastidio.
Siamo però certi che gli uo­mini di punta di Trec­cani, e in par­ti­co­lare un suo di­ri­gente di cui ab­biamo stima e da cui sono ve­nute già ot­time idee per Lecco, ci il­lu­mi­ne­ranno in proposito.

Ma nell’attesa, con­fer­miamo che il Co­mune di Lecco deve avere il pieno con­trollo di ogni si­tua­zione in cui la pa­rola Man­zoni sia ab­bi­nata a quella del Co­mune stesso.
In piena tra­spa­renza. Per­ché i cit­ta­dini, solo quando sanno, pos­sono es­sere e sono i mi­gliori cu­stodi dell’eredità cul­tu­rale e mo­rale della città di Manzoni.

Fa­bio Stoppani
Cen­tro Studi Abate Stoppani