Note critiche alla trasmissione di RAI3 «Viaggio nel mondo dei Promessi Sposi» condotta da Alberto Angela (7 aprile 2018).
18 giugno 2018
Lettera aperta ad Alberto Angela – Secondo approfondimento
Quanto segue è uno degli otto allegati della «Lettera aperta ad Alberto Angela» di commento alla trasmissione «Viaggio nel mondo dei Promessi Sposi» andata in onda il 7 aprile 2018 – RAI3, 21:30.
I collegamenti alle altre parti della lettera sono riportati al piede di questa pagina o nel menù principale in testata.
Alberto Angela rimuove Lecco
da “I Promessi Sposi” e
dalla vita di Alessandro Manzoni.
Alberto Angela rimuove Lecco
da “I Promessi Sposi” e
dalla vita di Alessandro Manzoni.
«Viaggio nel mondo dei Promessi Sposi».
Questo il titolo della prima puntata della nuova serie di “Ulisse: il piacere della scoperta” di Alberto Angela, andata in onda sabato 7 aprile 2018, su Rai3 ore 21:30, seguita da 1.950.000 telespettatori.
Delle trasmissioni RAI dedicate a Manzoni negli ultimi anni, questa è certo la più lunga, la più pubblicizzata e l’unica cui è stato dedicato lo spazio privilegiato del sabato sera.
È inoltre da segnalare che in questa prima parte dell’anno sia la RAI sia Alberto Angela hanno goduto di una ampia eco mediatica, suscitata dal successo delle trasmissioni di un’altra rubrica («Meraviglie – La penisola dei tesori» andata in onda nel gennaio scorso) che hanno confermato il conduttore come star dell’intrattenimento culturale italiano.
Solo a titolo di esempio ricordiamo la testimonianza del Presidente del Consiglio Paolo Gentiloni che il 17 gennaio ha twittato:
«#Meraviglie con #AlbertoAngela orgoglio della grande bellezza italiana. Quando la Rai fa la Rai. #ServizioPubblico»
Oppure le dichiarazioni encomiastiche rilasciate in questi mesi da note personalità della cultura italiana (riprese dal settimanale CHI):
Vittorio Sgarbi, il brillante uomo di cultura: «Angela […] è un bravo insegnante entusiasta. Certamente non spetta a lui entrare nei dettagli, ma cattura tutti con facilità. Sì, è una sorta di Indiana Jones dell’informazione culturale.»
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Flavio Caroli, critico di prestigio e volto noto della televisione: «Di Angela posso solo dire bene, il suo è un fantastico test per capire quanto può funzionare la cultura in tv […] sta molto attento a non dire inesattezze.»
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Cristiana Collu, direttrice della Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma: «Quello di Angela è un passo importante per la diffusione della cultura verso un largo pubblico attraverso la tv.»
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Achille Bonito Oliva, il decano dei critici d’arte: «Angela è un inviato speciale nella realtà dell’arte. Il suo apporto prelude all’approfondimento […] documenta e descrive il bello visibile.»
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Barbara Jatta, direttrice dei Musei Vaticani: «Guardando il lavoro di Angela si rimane abbagliati dalla bellezza del nostro patrimonio artistico.».
A fronte di tali lusinghieri consensi, non v’è naturalmente da meravigliarsi se le trasmissioni targate RAI3-ALBERTO ANGELA, in particolare la rubrica “Ulisse: il piacere della scoperta”, abbiano conquistato gli occhi e la mente del largo pubblico televisivo.
Milioni di italiani hanno accettato di buon grado la definizione di “intrattenimento culturale”, proposta e sostenuta da riconosciute autorità della cultura del nostro paese per caratterizzare queste trasmissioni.
Così, se pure per esse nessuno pretende l’approfondimento specialistico dell’accademia, a esse la grande generalità degli spettatori si affida, oltre che per godere di eccellenti riprese cinematografiche, anche per approfondire la propria istruzione.
Venendo allo specifico della trasmissione «Viaggio nel mondo dei Promessi Sposi», questo è stato sponsorizzato anche da importanti istituzioni culturali di Milano che hanno collaborato con RAI3-ANGELA per specifici episodi.
Per esempio, Casa Manzoni di Milano (da 80 anni sede del Centro Nazionale Studi Manzoniani, riconosciuto nel Mondo come tutore e custode dell’opera e della vita di Manzoni), nella quale sono state girate numerose scene, il 6 aprile pubblicava sul proprio spazio facebook:
«Casa Manzoni invita a sintonizzarsi su Rai3 domani sera 7 aprile alle ore 21.25 per vedere la puntata di Ulisse che tratterà del “Viaggio nel mondo dei Promessi Sposi”!
#alessandromanzoni #promessisposi #albertoangela #ulisseilpiaceredellascoperta #rai3».
Oppure l’Archivio di Stato di Milano, che ha collaborato per alcuni approfondimenti della trasmissione, su cui anche noi abbiamo svolto alcune considerazioni (vedi il nostro «La peste manzoniana secondo RAI3-Angela.»).
Sul suo spazio Facebook l’Archivio di Stato il 22 marzo scriveva:
«Grazie Alberto Angela per averci dato la possibilità di far conoscere al grande pubblico l’Archivio di Stato di Milano e l’ingente patrimonio culturale che conserva.
Prossimamente su #Ulisse #Rai3 #valorizzazione #patrimonioculturale #archiviodistatomilano».
E numerosissime testate giornalistiche, soprattutto lombarde (ma non solo), ne hanno fatto le lodi anticipate, invitando i propri lettori a seguire con attenzione la trasmissione dedicata al Manzoni.
D’altronde la RAI non aveva mancato di promuovere adeguatamente l’evento.
Nelle settimane precedenti il 7 aprile, la trasmissione è stata proposta da RAI3-ANGELA con una promozione a livello nazionale decisamente beneaugurante per Lecco, la Città del Manzoni e de “I Promessi Sposi” per antonomasia (sotto, il promo Facebook di RAI3-ANGELA).
È da notare che in questo promo di RAI3, sebbene in panoramica, la città di Lecco e il suo Monte San Martino sono ben riconoscibili dagli abitanti del territorio i quali, guardandone le anticipazioni promozionali, hanno immaginato che nella trasmissione sarebbero comparse bellissime visioni dei luoghi amati, da 190 anni identificati a buon diritto con “I Promessi Sposi”.
Le testate locali, suggestionate dalle promesse promozionali, si sono fatte a loro volta entusiaste moltiplicatrici della promozione di RAI3 presso i propri lettori, come evidenziato dalla (solo indicativa) rassegna stampa che proponiamo.
LeccoOnLine – 14 marzo 2018
«La puntata in cui compariranno i territori del lecchese andrà in onda probabilmente ad aprile. Tratterà in particolare degli spostamenti di Renzo e Lucia […] fra Lecco e Milano e di come i luoghi descritti nel romanzo siano fedeli alla realtà.»
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Giornale di Lecco – 5 aprile 2018
«Per preparare la trasmissione il notissimo conduttore Alberto Angela ha ovviamente “girato” parte delle immagini della trasmissione di sabato nel Lecchese e in particolare al Castello dell’Innominato. “Una puntata che non poteva che intrecciarsi con la narrazione dei Promessi Sposi” aveva detto il sindaco di Lecco Virginio Brivio. “Da qui la scelta della redazione e del regista di venire a conoscere meglio Lecco. Un primo sopralluogo un mese fa ha lasciato tutti a bocca aperta nel vedere la città e il lago dall’alto dei Piani d’Erna, che sono perciò stati scelti come location privilegiata insieme alla Rocca dell’Innominato a Vercurago.”.»
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ResegoneOnLine – 5 aprile 2018
«Grazie alle indelebili pagine scritte da Alessandro Manzoni, Alberto Angela ci condurrà in un viaggio nella Lombardia. Le immagini relative al museo della seta di Abegg Garlate sono state registrate nella giornata del 28 febbraio, mentre il 14 marzo l’apprezzatissimo conduttore di Ulisse è salito prima al Castello dell’Innominato e poi ai Piani d’Erna. In entrambi i casi massimo riserbo per non svelare quanto sarà possibile vedere sabato sera.»
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Corriere di Lecco — 7 aprile 2018
«Lecco protagonista a “Ulisse” su Rai 3.»
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Il Giorno Lecco – 7 aprile 2018
«Ulisse alla scoperta di Lecco e dei Promessi Sposi. In onda questa sera la puntata del programma di Alberto Angela sui Promessi sposi e i luoghi manzoniani.»
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EccoLecco – 5 aprile 2018
«“Ulisse: il piacere della scoperta” sulle tracce dei Promessi Sposi. Puntata dedicata ai luoghi manzoniani. Siamo italiani e siamo un po’ tutti figli dei Promessi Sposi. […] il primo romanzo della letteratura italiana arriva in prima serata con “Ulisse: il piacere della scoperta” condotto da Alberto Angela.
Sabato 7 aprile ore andrà in onda su RAI 3 la puntata registrata nei luoghi manzoniani e quindi anche nella nostra Lecco e dintorni.»
Gli amministratori locali dal canto loro hanno messo a disposizione della RAI il prestigio della propria funzione.
Per esempio il Sindaco di Lecco, Virginio Brivio, nelle settimane precedenti la trasmissione ha accolto con entusiasmo la troupe RAI guidata da Angela, accompagnandola sul territorio. E alla trasmissione ha dedicato corposi redazionali in due numeri della sua news settimanale:
NewsLetter 9 marzo 2018 – «Alberto Angela. Il conduttore e divulgatore culturale e scientifico ha scelto Vercurago e i Piani d’Erna per presentare la puntata […] dedicata al Seicento in Lombardia. Una puntata che non poteva che intrecciarsi con la narrazione dei Promessi Sposi. Da qui la scelta della redazione e del regista di venire a conoscere meglio Lecco. Un primo sopralluogo un mese fa ha lasciato tutti a bocca aperta nel vedere la città e il lago dall’alto dei Piani d’Erna, che sono perciò stati scelti come location privilegiata insieme alla Rocca dell’Innominato a Vercurago. La puntata di Ulisse andrà in onda il 7 aprile. […]
Piccola nota a margine: impariamo un po’ di più da questi “big” della tv e dei loro entourage nella considerazione di ciò che già abbiamo, perché nei loro occhi abbiamo visto entusiasmo ed emozione nello scoprire la città e il suo hinterland.»
NewsLetter 6 aprile 2018 – «Sabato sera tutti davanti alla TV: Lecco è protagonista su Rai3.»
«Un’anticipazione la vedremo in onda questa sera, venerdì, alle 23.15 su Rai3. Poi sabato sera, sulla stessa rete, la prima puntata della nuova stagione della popolare trasmissione “Ulisse, il piacere della scoperta”, condotta da Alberto Angela sarà dedicata ai Promessi Sposi e al Seicento Lombardo. Lecco, il lago, il Resegone e i luoghi che ispirarono il Manzoni non potevano che essere protagonisti di questa puntata. Angela e la sua troupe hanno fatto visita alla città qualche settimana fa e li abbiamo accompagnati al Castello dell’Innominato e ai Piani d’Erna, luoghi da cui vedrete alcuni lanci dei servizi realizzati in alcune location rappresentative, tra cui il museo della seta di Garlate. Domani sera, quindi, tutti davanti alla tv!»
… IL DISINGANNO …
Lecco e il suo territorio cancellati da “I Promessi Sposi” e dalla vita di Manzoni.
Alla fine della trasmissione, sabato 7 alle 23.30, abitanti del Lario, amministratori, giornalisti e amici della cultura si sono trovati infatti con un palmo di naso e qualcuno si sarà anche sentito preso in giro. Vediamo perché.
In due ore e quattro minuti del filmato, infatti:
• la parola Lecco è stata pronunciata solo due volte, ma entrambe in modo del tutto accessorio e in contesti riferiti ad altro (più avanti vedremo come);
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• l’immagine di Lecco è apparsa una sola volta (ma da lontano e come sfondo di un titolo di testa) e senza che venisse evidenziato alcuno degli elementi paesaggistici così distintivi per la “Città dei Promessi Sposi” (il Resegone era così sfumato da apparire uno dei tanti monti della catena prealpina).
Data la sua evidente inadeguatezza, unita alla clamorosa rimozione di Lecco, la trasmissione di Alberto Angela su Manzoni e “I Promessi Sposi” è stata accolta con un gelido silenzio da parte di tutte le testate locali del lariano che non vi hanno dedicato neppure un rigo (con due eccezioni – LeccoNews e Il Lario che, con mirabile spezzo del ridicolo, hanno voluto tener bordone alla TV di Stato).
Analogo silenzio da parte del Sindaco di Lecco, cui con evidenza Angela ha dato un distratto ceffone, assistito dal consulente della trasmissione, il professor Alessandro Barbero, docente universitario di Storia e brillante divulgatore, il quale conosce bene Lecco e il Sindaco Brivio.
Nel dicembre del 2011, infatti, il professor Barbero ha vinto il “Premio Internazionale Alessandro Manzoni-Città di Lecco per il Romanzo Storico” con il suo “Gli occhi di Venezia”.
Nella accogliente sala dell’Auditorium della Camera di Commercio lecchese è stato il Sindaco Brivio a consegnargli il premio e a complimentarsi con lui (a lato la premiazione).
Non sappiamo se e come, di fronte a questo vero e proprio sfregio all’immagine della città che rappresenta, il Sindaco Brivio riuscirà prima o poi a spendere almeno lo stesso numero di parole che ha dedicato alla promozione ed esaltazione di Angela e del suo distratto consulente storico.
Chissà cosa pensa ora il Sindaco Brivio, ricordando le proprie entusiastiche parole già riportate («impariamo un po’ di più da questi “big” della tv e dai loro entourage nella considerazione di ciò che già abbiamo, perché nei loro occhi abbiamo visto entusiasmo ed emozione nello scoprire la città e il suo hinterland»).
Chissà che non arrivi a comprendere (assieme ai suoi Assessori cultural-turistico-educativi) che “big della televisione” e altri armamentari del mondo mediatico possono risultare utili solo se opportunamente indirizzati.
Ad Alberto Angela abbiamo chiesto perché abbia rimosso Lecco dalla sua trasmissione dedicata a “I Promessi Sposi” (vedi QUI).
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Chiediamo al Sindaco Brivio quali idee egli abbia trasmesso alla “troupe della RAI” e al “presentatore scientifico e culturale Alberto Angela”, in preparazione della trasmissione.
Il Sindaco Brivio si è fatto mandare da RAI3-ANGELA un documento – sarebbe stata sufficiente una paginetta – in cui risultasse chiaro ciò che avevano in mente di fare? O si è beatamente accontentato degli spot promozionali e di guardare teneramente negli occhi la troupe RAI3 dove «abbiamo visto entusiasmo ed emozione nello scoprire la città»?
Il Sindaco Brivio ha coinvolto le figure che in Lecco istituzionalmente si occupano di questi aspetti? Ha concertato il da farsi con l’Assessore al Turismo Francesca Bonacina, l’Assessore alla Cultura Simona Piazza, i responsabili dì Villa Manzoni al Caleotto?
Perché – certo – Villa Manzoni ha ora alcune parti in ristrutturazione ma presenta intatti e ben visibili i saloni in cui l’autore de “I Promessi Sposi” passò mille e mille giornate, la cappella privata in cui pregò, la cantina in cui conservava quell’ottimo vino che per decenni si fece mandare da Lecco a Milano, ecc.
Più che sufficiente perché l’ottimo regista Gabriele Cipollitti e gli abili fotografi di RAI3, con i rivoluzionari strumenti di ripresa, ne dessero un quadro interessante e coinvolgente, dando anche una mano di immagine per la raccolta dei fondi necessari a una completa ristrutturazione (ci vogliono circa 3 milioni di Euro, ce ne sono per il momento circa 800.000).
È stato predisposto un documento rivolto a RAI3-ANGELA nel quale si evidenziasse il legame indissolubile tra Lecco, il romanzo degli sposi promessi e il suo vero protagonista, il principale contribuente della comunità lecchese, Alessandro Manzoni?
È stato messo per punti, facilmente memorizzabili anche dai consulenti distratti, l’insieme di elementi che obbligano a focalizzare l’attenzione su Lecco quando si parla de “I Promessi Sposi” e di Manzoni?
Era sufficiente ricordare che:
a Lecco Manzoni trascorse l’intera infanzia (dai due giorni di vita); che Lecco fu l’unico suo riferimento per tutta l’adolescenza trascorsa accanto al padre Pietro, in una numerosa famiglia con molte zie, nubili e sposate, anche “spigliate e disinvolte” (vedi QUI);
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che a Lecco trascorse lunghi momenti della sua vita con moglie, figli e la madre Giulia;
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che è solo una pruriginosa ipotesi, priva di riscontri scientifici ma tanto “à la page” e molto amata in Milano per ovvi motivi di sfruttamento del “brand Manzoni”, che egli fosse figlio naturale del milanese Giovanni Verri. Cosa certo ipoteticamente possibile ma come tante altre. Nessuno può garantire infatti che Giovanni Verri fosse l’unico amante di Giulia né che essa non condividesse contemporaneamente il letto con il marito (cosa già vista nella storia dell’umanità). Ma è bene ricordare che della eventuale nascita adulterina di Manzoni, nessuno ne scrisse alcunché fino al 1905 (ne abbiamo parlato ampiamente QUI);
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che è solo un vacuo chiacchiericcio che il giovane Manzoni “non ebbe famiglia”. Che al contrario egli in Lecco fu seguito e appoggiato in ogni modo dal padre Pietro e da una numerosa e culturalmente non mediocre famiglia; che egli ebbe semmai a soffrire (e non è certo poco) che la propria madre lo abbandonasse a sei anni per rifarsi un vita a Parigi con uno degli uomini più ricchi della Lombardia;
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che a Lecco, da adulto, l’autore de “I Promessi Sposi” sviluppò una fitta rete di rapporti sociali ed economici; che di Lecco, come principale contribuente, fu anche, per due anni, il rappresentante ufficiale (proprio come il Sindaco Brivio, salvo il censo);
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che a Lecco sorge la grande Villa Manzoni (3.300 metri quadri coperti), dal 1937 Monumento Nazionale, secondo programmi già resi pubblici presto sede del “Museo della Lingua Italiana” sponsorizzato dalla Enciclopedia Treccani;
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che a Lecco sorge l’unico grande monumento all’aperto dedicato non solo a Manzoni ma insieme a “I Promessi Sposi”; che in questo monumento sono rappresentati allegoricamente tre grandi temi del romanzo: la violenza — di cui le donne sono le prime vittime ma insieme le più capaci nel renderla vana donando pace alla collettività; il perdono — come ipotesi di soluzione dei conflitti personali e sociali; la vittoria — degli umili contro i sopraffattori.
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che a Lecco si trova il Convento dei Cappuccini di Padre Cristoforo, anch’esso Monumento Nazionale in onore di Manzoni;
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che a Lecco sono ancora presenti e ben visibili alcuni dei più tipici “luoghi manzoniani” cui l’Amministrazione comunale e lo stesso Sindaco Brivio dedicano risorse e impegno;
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che a Lecco si tiene l’annuale «Premio Letterario Internazionale “Alessandro Manzoni-Città di Lecco”» che ha onorato anche il consulente culturale della trasmissione (chissà, forse era anch’egli parte della “troupe” RAI nei cui occhi il Sindaco si è perso);
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che a Lecco si svolge da più di cinquant’anni il “Mese Manzoniano” dedicato ogni ottobre al romanzo e a Manzoni, con l’intervento di accademici di tutta Italia, noti e apprezzati nel Mondo per la loro fine conoscenza del Manzoni e del suo rivoluzionario contributo alla affermazione della lingua italiana.
Ha detto e scritto questo e altro il Sindaco Brivio a RAI3-ANGELA mettendo le cose bene in chiaro prima di esporre al ridicolo la città che rappresenta?
O si è limitato a fare da accompagnatore turistico e facilitatore logistico? Lasciando ai “big della televisione” l’onore di pensare, non importa se in modo superficiale e rimuovendo ogni riferimento alla città di cui egli è il RAPPRESENTANTE in tutte le sedi e per tutti gli aspetti.
Ci auguriamo che il Sindaco Brivio colga l’occasione di questa nostra analisi per fare sentire alla pubblica opinione la propria voce e quella della città.
Ne ha motivi e autorità ben superiori alla nostra. Tanto più che dal settembre 2017 Virginio Brivio è anche Presidente di ANCI-Lombardia, l’associazione cui aderiscono oltre 1.400 comuni lombardi. Non vorremo che tutti e 1.400 dovessero temere di essere favoriti nei confronti dei “big della televisione” allo stesso modo capitato a Lecco, la città di cui Brivio è ancora Sindaco.
Per parte nostra, riteniamo che, per ovvie ragioni, alla trasmissione di Angela debba essere data una risposta di merito.
Inizieremo quindi col dire qualche cosa sulle DUE CITAZIONI DUE riservate alla città di Lecco, più sopra anticipate.
1ª citazione
[04:28] ALBERTO ANGELA: «È la sera del 7 novembre del 1628 e ci troviamo, come descrive lui, [Manzoni] su un sentiero, un viottolo nei pressi di Lecco. E qui troviamo il nostro primo protagonista, don Abbondio.»
Mentre parla del “viottolo nei pressi di Lecco” Angela indica una stradicciola a lato di un piccolo prato con villetta sullo sfondo. Il telespettatore può legittimamente pensare si tratti di una qualche località di Lecco particolarmente legata a “I Promessi Sposi”.
E invece no. Stradicciola, praticello e villetta si trovano immediatamente dietro il Castello dell’Innominato a Vercurago, non solo alcuni chilometri lontano da Lecco ma soprattutto in una situazione naturalistico-ambientale completamente diversa da quella descritta da Manzoni.
La questione non è ovviamente del chilometro più in qua o più in là (sappiamo tutti che il territorio dal 1628 è profondamente mutato e dove c’erano alberi o vigne ora sorgono fabbriche e condomini) ma di comprendere perché Manzoni ritenesse importante indicare con esattezza l’ambiente fisico in cui è immersa Lecco, “luogo” speciale da cui prende il via il romanzo.
Prima di presentarci “la stradicciola” percorsa da don Abbondio, Manzoni dedica infatti le due pagine iniziali del suo romanzo a una illustrazione minuziosa della “riva” lecchese.
Una descrizione che è insieme perfettamente centrata sul piano dell’osservazione naturalistica (il paleontologo Angela sarà d’accordo con noi) ed eccellente sul piano artistico e linguistico.
Una descrizione che ha conquistato il mondo (possiamo dirlo senza esagerazione) e a cui si deve l’immediata empatia del lettore nei confronti del libro che si accinge a leggere.
Manzoni descrive la conca in cui si trova Lecco (è formata dai detriti trascinati dai tre torrenti che hanno fatto la storia della città) e lo scenario di San Martino e Resegone, i due monti circostanti, scavati da quei torrenti.
Per la loro struttura, la roccia di questi due caratteristici monti di Lecco presenta mille sfaccettature.
Dal primo mattino su di esse si riflette il sole con uno straordinario e rapido mutamento di luci e ombre che cambiano incessantemente la fisionomia dell’ambiente. Quel caratteristico fenomeno, dall’infanzia e per anni da lui osservato dall’ampia Villa al Caleotto, Manzoni volle condividerlo con noi nel 1822 nell’Inno “La Pentecoste”:
Come la luce rapida / Piove di cosa in cosa, / E i color vari suscita / Dovunque si riposa.
Non è difficile comprendere perché Manzoni decise di collocare l’avvio (e la conclusione) della vicenda degli sposi promessi in quel contesto naturalistico, ancora oggi incredibilmente suggestivo, nonostante la urbanizzazione veramente “selvaggia” del territorio.
Quella famosa frase «monti sorgenti dall’acque» non è solo descrittiva: è anche allegorica, e in due direzioni.
Da un lato Manzoni esprime poeticamente la teoria del sollevamento (non è il mare che ritirandosi ha messo allo scoperto i monti, ma sono i monti a essere emersi dal mare).
Di quel sollevamento dagli abissi attraverso il quale l’evoluzione del mondo ci ha regalato i fossili, gli strumenti per la comprensione della storia della vita (l’intero territorio – in particolare la conca di Esino a pochi chilometri da Lecco – ne presenta una stupenda raccolta).
Dall’altro Manzoni indica la tensione ascendente dei monti (ossia del mondo terreno), che solo sorgendo dalle acque e innalzandosi al cielo sono toccati dalla luce, suscitatrice di vita.
Inutile dire che sviluppando un tema del genere il paleontologo Angela avrebbe veramente attirato l’attenzione degli italiani e si sarebbe assicurato anni di meritata e ammirata notorietà.
È certo sulla base anche di considerazioni del genere che Manzoni decise di fare nascere il suo romanzo nell’ambiente di Lecco, che egli conosceva come il proprio animo e amava, avendolo percorso dall’infanzia fino ai suoi trentatré anni in lunghe camminate quotidiane, in ogni stagione e tempo.
Senza ciò, si comprende ben poco del romanzo di Manzoni.
Cosa ci si aspettava dalla nota bravura dei fotografi e del regista Cipollitti della RAI? che cosa dai droni con telecamera, le nuove macchine che stanno rivoluzionando la nostra visione della natura?
Gli abitanti di Lecco, che si sono incollati al televisore sabato 7 aprile, volevano vedere quelle realtà straordinarie del loro territorio, dall’origine del mondo viste solo dagli agili abitatori dei cieli, ma che ora, per la prima volta nella storia dell’umanità, potremmo vedere anche noi.
Pensavano che l’abilità tecnica e la sensibilità di osservatore del naturalista Angela avrebbe rinnovato con la magia delle immagini quella che Manzoni 190 anni fa ci regalò con la parola.
E cosa ci ha dato invece Angela?
Un praticello con sullo sfondo una casetta, certo cara a chi vi abita, ma insignificante per lo spettatore. Non solo, ma il brillante conduttore non ha voluto – è così! non ha voluto – neppure pronunciare il nome di Lecco se non in un contesto senza anima.
2ª citazione
[1:14:20] – ALBERTO ANGELA (sempre da Vercurago, appena dietro le rovine del Castello dell’Innominato): «Ma ci sono mille difficoltà e quindi [don Rodrigo] si rivolge a degli amici potenti per allontanare da Lecco Fra Cristoforo.»
A oltre metà della trasmissione udiamo così pronunciare per la seconda e ultima volta il nome di Lecco, ma come complemento di stato in luogo e senza che lo spettatore possa comprendere perché mai Manzoni avesse scelto “quella” cittadina come culla del suo romanzo.
E la cosa è veramente curiosa, dal momento che qui ANGELA parla di una figura de “I Promessi Sposi” alla quale – sono sue parole – Manzoni “forse teneva maggiormente”.
È un peccato che ad Angela e ai suoi consulenti Barbero e Proietti non sia venuto in mente che Fra Cristoforo viveva a Pescarenico, nel 1630 una località affacciata sull’Adda, appena sotto lo storico ponte Visconti, quello ripreso da Leonardo nella Gioconda, quello percorso dalle truppe mercenarie di Wallenstein, immortalate da Manzoni, quello perfettamente ignorato da RAI3-ANGELA.
Pescarenico, si diceva, allora una comunità autonoma sul piano amministrativo ma a solo un paio di chilometri dal centro di Lecco (20 minuti a piedi), i cui abitanti erano dediti alla pesca e da cui Renzo, Lucia e Agnese traversarono l’Adda nella tragicomica “notte degli imbrogli”.
Oggi Pescarenico è uno dei quartieri più intriganti di Lecco, con ancora architetture e ambienti di quel Seicento che tanto piace al conduttore Angela. Pensate cosa avrebbero saputo trarne i bravi fotografi della RAI!
Fondato nel 1575, ai tempi narrati da Manzoni il Convento di Pescarenico era un importante centro religioso, ma non solo, soprattutto per la sua posizione geo-politica.
Si trovava infatti a metà strada tra Bergamo e Como e al confine tra il Ducato di Milano e la Repubblica di Venezia.
Da un lato quindi era un punto di sosta per gli spostamenti dei religiosi tra le diverse città (ricordiamo il ruolo importante degli ecclesiastici nel campo della giustizia anche penale).
Dall’altro era un punto di riferimento per i molti che per una ragione o per l’altra volevano espatriare dal Ducato e rifugiarsi nella vicina Repubblica veneta: soldati dei vari eserciti, in fuga dalla miserabile milizia; ribelli più o meno consapevoli, come per un momento della propria vita fu Renzo, in fuga da Milano e ricercato come facinoroso criminale.
Ma il convento è tuttora attivo. Anzi, recentissimamente è stato molto ben restaurato, come si conviene a uno dei tre Monumenti Nazionali dedicati a Manzoni, ed è visitato da migliaia di italiani e stranieri che trovano intatti gli ambienti in cui vivevano i religiosi nel Seicento (nelle immagini il Convento verso il 1920 e oggi, dopo la ristrutturazione integrale).
Sul piano della rappresentazione scenica (è il forte delle trasmissioni RAI-ANGELA) le cose sono infatti andate anche peggio che per le parole.
A Lecco è stata dedicata una sola immagine fissa [03:12] per 3 secondi, per due dei quali con sopra il nome del regista.
In questa immagine, ripresa con la super tecnologia RAI, Lecco appare lontana lontana (vedi a lato) e la stessa linea dentata del Resegone, così caratteristica, è decisamente indistinguibile. Comunque molto meno di quanto non sia ancora oggi da Milano in una giornata appena appena serena.
Non una parola né una scritta a consentire che la città di Manzoni e de “I Promessi Sposi” (lo scrittore definiva il suo territorio come «uno dei più bei paesi del mondo») potesse essere identificata dai due milioni di spettatori di tutta Italia che ovviamente non avevano la competenza per poterla riconoscere a colpo d’occhio.
Non basta! Nell’unica immagine di “quel ramo del Lago di Como” che Angela ci mostra (due secondi, al [2:02:17] vedi a lato), non viene mostrato neppure un accenno della periferia di Lecco (si sarebbe vista sulla destra della foto).
Chi non conosce la zona deve sapere che Lecco non è situata in una valle nascosta: è proprio allo sbocco del ramo a mezzogiorno del Lago di Como, in una posizione centrale (non per nulla era importante sul piano strategico-militare ed economico).
Per non vederla uno deve proprio mettersi di impegno.
Rileviamo – giusto per la cronaca e senza alcuna intenzione di ipotizzare una qualche malizia – che questo taglio è ben diverso da quello proposto da RAI-ANGELA in fase di promozione, quando si volevano attirare i telespettatori.
Sotto mostriamo le due diverse prospettive utilizzate nella trasmissione: nella prima (fase di promozione e allettamento) si vede con chiarezza Lecco, il San Martino (il suo monte per eccellenza) e la fuga di monti che rendono quel ramo del lago assolutamente unico al mondo.
Nella seconda, invece, quella che hanno guardato 2 milioni di spettatori, rimanendone scornati. In quella seconda foto Lecco non è mostrata neppure di striscio e al centro della visuale è invece il Comune di Pescate e il Monte San Michele, entrambi a qualche chilometro sotto Lecco. Tra l’altro con una inquadratura che rende anche Pescate del tutto anonima – facendone uno dei centomila paesi europei che si affacciano su uno specchio lacustre.
Perché il lettore possa avere chiaro il quadro di riferimento, riprendiamo un’immagine dell’area, evidenziando sia Lecco (mai mostrata da RAI-ANGELA) sia Pescate, proposta da RAI-ANGELA come luogo simbolo de “I Promessi Sposi”.
Morale: nella lotta tra allettamenti promozionali e realtà, Lecco è stata semplicemente rimossa.
Quando la cancellazione diventa disinformazione.
Ma nella trasmissione di Angela non vi è solo la censura del reale. È ben operante anche la sua deformazione, ma in modo così evidente da suscitare perfino tenerezza.
Proprio a inizio trasmissione Angela dice infatti parole che nulla hanno a che vedere con ciò che egli stesso indica allo spettatore, in un’opera – voluta o meno poco importa – di vera disinformazione, abbastanza curiosa in un ricercatore-naturalista con anni di esperienza sul campo.
[00:10] – Angela: «Noi ora ci troviamo a quasi 1400 metri di quota ai Piani d’Erna. Praticamente è un promontorio che domina un panorama stupendo. Vedete: alle mie spalle ci sono, valli, centri abitati, montagne.
E alle mie spalle, lo vedete, un grande lago. Un lago famosissimo. È il lago di Como.
E tutti noi abbiamo imparato a conoscerlo fin dai tempi di scuola. Vi cito una frase: “Quel ramo del Lago di Como che volge a Mezzogiorno”, eccetera eccetera.»
Nostro commento – Purtroppo alle spalle di Angela non si vede nulla di ciò che egli dice: si vede invece (confusamente perché c’è foschia, i fotografi RAI sono stati sfortunati), il piccolo Lago di Garlate (a Sud di Lecco) dove l’Adda si riallarga, e sullo sfondo, dietro il Monte San Michele, si intravede il modesto Lago di Annone.
Dal punto in cui è mentre parla, Angela potrebbe mostrare facilmente il vero Lago di Como, Lecco e il grande monte caratteristico che lo domina, il San Martino.
Che cade a strapiombo sul lago e che Manzoni ha voluto mostrare nelle due prime illustrazioni del suo romanzo nella versione finale del 1840.
Per non mostrare questo monte, che connota Lecco in modo ancora più netto del Resegone, dai Piani d’Erna Angela ha dovuto scegliere una prospettiva particolare, mettendo il fotografo con le spalle all’ambiente che egli stesso descrive a parole ma che non mostra al telespettatore.
Perché questa evidentemente voluta cancellazione di Lecco?
È una bella domanda che tutti i lecchesi dovrebbero rivolgere ad Angela e alla RAI, seguendo magari l’esempio della provincia di Belluno che ha lamentato di essere stata tagliata dal viaggio di Angela sulle Dolomiti (vedi «“Le Dolomiti le abbiamo anche noi”: la provincia di Belluno contro Alberto Angela.»).
Lecco cancellata dalla vita di Manzoni
Va da sé che, cancellata Lecco dalla cartina geografica e dalle telecamere RAI ad alta tecnologia, la città de “I Promessi Sposi” è stata cancellata anche dalla vita di Alessandro Manzoni.
Mai, in nessun momento della trasmissione RAI3-ANGELA, si dice infatti che Manzoni nacque sì a Milano ma che già ai suoi due giorni di vita si trovava a balia a Cascina Costa di Galbiate, in una proprietà del padre Pietro, a poca distanza da Lecco, allattato dalla contadina Caterina Panzeri. Il piccolo Manzoni passò infanzia e adolescenza in quei luoghi, anche contadino per passione tra contadini per necessità, beandosi della vista di quel lago di Lecco che egli poi scelse per ottime e varie ragioni come ambientazione ideale al romanzo e come omaggio alla sua quasi-patria.
Ricordiamo ai lettori che non si occupano con intensità di queste vicende che alla nascita di Alessandro Manzoni, nel 1785 (una data mai citata nella trasmissione) la sua famiglia era già da 200 anni la più influente della città di Lecco. Che lì vi aveva edificato la tuttora presente grande Villa Manzoni cui Alessandro fece esclusivo riferimento fino ai suoi sedici anni di vita, assieme al padre Pietro.
Questa casa di famiglia – Villa Manzoni al Caleotto di Lecco – è a sua volta, assieme al Convento di Pescarenico, Monumento Nazionale in onore di Manzoni.
Manzoni, anche da sposato, la alternò con le altre due sue case, di Milano e di Brusuglio (anche questa mai neppure citata nella trasmissione). E vi visse a più riprese con madre, moglie e figli fino al 1818, ai suoi trentatré anni.
Facendone il centro di un’ampia rete di relazioni economiche e sociali (per due anni Manzoni fu di Lecco anche il rappresentante legale, un Sindaco ante-litteram).
Si tratta di un grande complesso su tre piani, oggi di proprietà del Comune di Lecco, di oltre 3.500 metri quadri coperti, che ospita un Museo Manzoniano e presenta al visitatore gli ambienti in cui Manzoni visse per lunghi momenti della vita fino alla piena maturità.
Nelle immagini, Villa Manzoni al Caleotto di Lecco, e lo spaccato della Villa, prossima sede di un Museo della lingua italiana, che potrà diventare un centro di attrazione mondiale. Ma di queste minuzie provinciali evidentemente a RAI-ANGELA nulla importa.
Gli altri temi dell’analisi critica.
La nostra analisi critica sulla trasmissione «Viaggio nel mondo dei Promessi Sposi» condotta da Alberto Angela si sviluppa su altri temi, indicati qui sotto.